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Il cioccolato aggiusta la vita

Dagli antichi Maya a Emanuele Filiberto di Savoia che nel '500 lo portò in italia, il "cibo degli dèi" seduce e delizia il palato del popolo e degli intellettuali. e torino, con le sue 107 cioccolaterie, resta una delle capitali del mirabolante "balsamo

  • Cristina Insalaco
  • ottobre 2010
  • Sabato, 2 Ottobre 2010
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"Chiunque vi abbia detto che il denaro non compra la felicità, chiaramente non l'ha mai speso in cioccolata". Così apre il secondo capitolo del The chocolate lovers' diet la scrittrice di romanzi rosa Carole Matthews. E come darle torto? Il cioccolato piace ed è sempre piaciuto. La lunghissima storia del cacao fonde la realtà con la leggenda. Si ritiene che già nel 5000 a.C. esistessero alcune varietà di pianta di cacao sulla costa del Golfo del Messico e sull'Altipiano Centrale, ma è soltanto intorno al 1000 a.C. che la civiltà Maya ne inizia per prima la coltivazione. È così prezioso che lo usano addirittura come moneta: barattano sale, cibo, vestiti e schiavi in cambio di cacao.
Nella civiltà degli Aztechi acquista un profondo significato simbolico: è associato alla dea della fertilità, ha valore mistico e religioso, è riservato all'élite e consumato soprattutto nei banchetti privati. Viene offerto insieme all'incenso come sacrificio alle divinità e a volte mischiato al sangue dei sacerdoti. Gli Aztechi lo bevono per alleviare la fatica, lo mescolano spesso con farina di mais e miele ed è più buono se contiene la schiuma.
Il 30 luglio 1502 è la data ufficiale della scoperta europea del cacao: gli Aztechi fanno assaggiare a Cristoforo Colombo una bevanda a base di cacao durante il suo ultimo e quarto viaggio in America, ma il sapore intenso e amaro non lo rende particolarmente entusiasta. È invece nel 1519 che il condottiero spagnolo Hernàn Cortés porta trionfalmente in Spagna questa esotica delizia, che poco alla volta si diffonde in tutta Europa. Si apre così il sipario al cioccolato.
L'introduzione nel nostro paese è ancora incerta e frammentaria: l'ipotesi più accreditata sostiene che il cioccolato viene portato in Italia da Emanuele Filiberto di Savoia, secondo altri il merito è di Francesco d'Antonio Carletti, uomo d'affari fiorentino. A ogni modo Torino resta una delle maggiori depositarie della tradizione cioccolatiera italiana: già alla fine del Seicento se ne producono 350 kg al giorno e lo si esporta in Austria, Svizzera, Germania e Francia.
La capitale sabauda diventa famosa per le innovazioni tecnologiche dei pionieri del settore dolciario piemontese come Caffarel e Talmone e per la creazione di nuove invenzioni di cioccolato: prima fra tutte il gianduiotto, la cui pasta morbidissima è a base di cacao, zucchero, burro di cacao e la famosa nocciola "Tonda Gentile delle Langhe".
Nel frattempo il "cibo degli Dei" da bene costoso e dell'alta società entra nell'uso comune, diventando un prodotto di consumo di massa, una bevanda di compagnia, un modo per coccolarsi un po'. Calda, in barrette o cioccolatini, fondente, al latte o alle nocciole. Gustata da sola, ma anche mescolata con caffè e fior di latte dando origine al rinomato Bicerin. Ed è ancora lì la storica cioccolateria "Al Bicerin", in piazza della Consolata a Torino, con la stessa sala con boiserie a specchi, gli stessi tavolini in marmo bianco sui quali sedeva abitualmente Cavour, e Puccini fumando una sigaretta scriveva la Bohéme, dove Italo Calvino e Nietzsche sorseggiavano una tazza di cioccolata calda nei pomeriggi piovosi. «Due cioccolatini aggiustano la giornata» dice sorridendo Maritè Costa, che dal 1983 gestisce questo piccolo incanto di storia, «perché il cioccolato cambia l'atmosfera e rende tutto più bello». Tantissimi personaggi famosi ne hanno celebrato le qualità. Scrive Goldoni ne La conversazione: «che bevanda delicata!/ che diletto che mi dà!/ viva pur la cioccolata/ che dà gusto e sanità!», ne descrivono le sensazioni D'Annunzio e Parini, Mozart fa cantare il desiderio di cioccolata nella sua opera comica "Così fan tutte", si dice ancora che Voltaire consumasse in tarda età una dozzina di tazze di cioccolata al giorno, e Gothe, folle amante di questa sublime bontà, scrive che «chiunque abbia bevuto una tazza di cioccolata resiste a una giornata di viaggio».
Clara e Gigi Padovani, nel loro nuovo libro Cioccola Torino (Blu edizioni), interrogano l'autorevole dietologo Giorgio Calabrese sul rapporto tra salute e cioccolato, accusato spesso di colpe che proprio non ha. Innanzi tutto, per sfatare i luoghi comuni, il cioccolato non fa venire i brufoli e neppure le carie ai denti, non crea intolleranze o allergie. «Non esiste un cibo che in sé sia nocivo o salutare», risponde il professore. Il cacao non sarà, come sostengono alcune ricerche scientifiche, una cura miracolosa per combattere le malattie, ma contiene alcune sostanze utili per il nostro organismo: aumenta la serotonina che stimola positivamente il tono dell'umore, contiene la teobromina con funzione rilassante, e l'anandamide, un neurotrasmettitore che influenzando e agendo sui recettori del cervello, migliora il nostro rapporto con la vita in generale; in sanscrito "ananda" vuol dire appunto felicità.
Nel libro in cui i coniugi Padovani ripercorrono l'antica tradizione di Torino legata al cioccolato, conducono il lettore in 107 cioccolaterie, pasticcerie, caffetterie storiche e gelaterie disseminate in una città nelle cui vene scorre da tre secoli un fluido magico bruno, profumato e ricco di aromi. Torino è ancora oggi capitale italiana del cioccolato e ospita ogni anno la fiera Cioccolatò: 15 giorni in cui la città è sempre piacevolmente invasa da curiosi e golosi di ogni età.
«Fare il cioccolataio è il lavoro più bello del mondo! Lo mangio sempre, 3, 4 volte al giorno, e non mi stanca mai. Anziché andare in farmacia, venite in una cioccolateria dico sempre ai miei clienti». Così racconta Mario Faletti, titolare del laboratorio di cioccolato Giordano. Uno storico marchio gestito dal 1897 dalla famiglia Faletti, che custodisce ancora le segrete ricette del fondatore, tra cui il gianduiotto lavorato a mano. Il cioccolato, consumandosi in bocca, sprigiona intensità, ricchezza, finezza, persistenza ed equilibrio. È come se in quel masticare i tormenti si sciogliessero, per un po', in un momento d'estasi.

Biodiversità al cacao
Raul Nieto nasce a New York il 3 maggio 1962, trascorre l'infanzia con i nonni in Ecuador e nel 1970 torna a New York per intraprendere una brillante carriera scolastica. Si laurea in Biologia, ottiene il master in Biologia Molecolare e lavora a capo del laboratorio di microscopia elettronica alla New York University per un progetto di ricerca sulle malattie dei reni. Nel dicembre 1992 studia e fa ricerche in Ecuador sulla straordinaria capacità di rigenerazione della foresta tropicale. Lavora sul campo con scienziati e volontari statunitensi, facendo in modo che la fondazione americana "Jatun Sacha" compri un'area di mille ettari nella foresta ecuadoriana del Chocò al fine di preservarla dal disboscamento. La regione del Chocò, che si estende da Panama alle pendici delle Ande, è il luogo con la biodiversità più grande del mondo, in buona parte ancora sconosciuta. Divenuto professore di Agroforesteria presso l'Università di Quito e fondatore di una scuola elementare, torna negli USA nel 1996 per iniziare il suo piano di salvaguardia della foresta tropicale. «Da circa 3 anni, per proteggere in tutti i modi questa selva primaria ho avviato un progetto che contempla la collaborazione proprio delle famiglie che vivono vicino alla foresta, affinché lascino il lavoro di disboscamento e producano cacao, che è pianta nativa del luogo», racconta Raul. Il luogo di raccolta del cacao si chiama Puerto Quito e El Progreso. Le famiglie coinvolte nella raccolta sono 25, ognuna con 4 ettari da coltivare e 10 di selva da salvaguardare. «Lo raccolgono e lo seccano per poi venderlo. Io lo trasformo in pasta per avere un prezzo migliore», conclude Nieto.
Massaggi al cioccolato Al centro estetico "Beauty Planet" di Vigone (To) si sono anche inventati i massaggi al cioccolato. Si può scegliere tra il classico massaggio rilassante e idratante a base di crema al cacao e olio alle mandorle o un vero e proprio percorso termale al cioccolato di tre ore e mezza, dove dopo peeling, bagno turco, massaggio e idromassaggio, il cioccolato viene ancora servito in tazza nella conclusiva sala relax. Benessere a 360 gradi, che dal gusto all'olfatto coinvolge tutti i sensi. E torni a casa con il sorriso sulle labbra.
Info: tel. 011 5507128.

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