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Il pensiero comune

  • Laura Ruffinatto
  • novembre 2009
  • Martedì, 10 Novembre 2009

Fino a non molti anni fa cerea e arvëdse erano le parole che "contenevano" il quotidiano incontro di un torinese con il panettiere o il lattaio di quartiere. Poi, poco alla volta, qualcosa è cambiato: a partire dalle grandi fabbriche della città, piemontesi e genti provenienti dal Sud Italia hanno imparato, non con pochi sforzi, a lavorare fianco a fianco lungo la stessa catena di montaggio; intanto i negozianti, sono stati aiutati e talvolta sostituiti da inservienti provenienti dall'Est Europa o dal Nord-Africa. In seguito in queste botteghe, insieme ai padroni è cambiata anche l'offerta alimentare, che si è arricchita di nuovi e (per noi piemontesi abitudinari) stravaganti prodotti, soprattutto dal punto di vista gastonomico; così sulle nostre tavole, sempre con una certa diffidenza, sono comparsi kebab, sushi e tacos... ma tanto... si dice che mangiare un po' di tutto... fa bene!

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