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Fragili ecosistemi

A maggio anche in montagna arriva la primavera. Il paesaggio innevato dell'inverno si trasforma in una tavolozza di colori ma - anche in questa foto della Valle del Chisonetto - ci sono elementi emblematici del cambiamento climatico in atto.

  • Testo e foto di Filippo Cravero*
  • Gennaio 2022
  • Martedì, 31 Maggio 2022
Valle del Chisonetto (Sestriere)  Valle del Chisonetto (Sestriere)

L'alta montagna, nella zona di transizione tra i boschi di conifere e le praterie alpine, mi è sempre piaciuta moltissimo. Camminare lungo i sentieri vedendo come a poco a poco la vegetazione arborea si fa sempre più rada, lasciando spazio ai rododendri e alle specie d'alta quota, trasmette una sorta di tranquillità interiore e fa toccare con mano come, in poche centinaia di metri, il paesaggio cambi radicalmente.

A maggio anche in montagna arriva la primavera e nel giro di poche settimane, in quota, la bella stagione è breve e non c'è da perdere tempo: il paesaggio innevato dell'inverno si trasforma in una tavolozza di colori. Ma - anche in questa foto della Valle del Chisonetto (Sestriere) - sono i tanti elementi emblematici del cambiamento climatico in atto. 

Nella parte bassa del versante, in secondo piano, abbiamo dei pascoli che, una volta molto diffusi e non sovrasfruttati, offrivano riparo a innumerevoli specie di uccelli e insetti.
Poi incontriamo i boschi di conifere, luogo di rifugio per molti animali e fondamentali per la stabilità dei versanti, basti pensare alle valanghe.
Troviamo quindi le praterie alpine, uno degli ambienti più ricchi di biodiversità e più minacciato dalla mutazione climatica: con l'aumento delle temperature medie annue, le conifere si stanno spingendo sempre più in quota andando a sostituire la vegetazione preesistente, e per quanto anch'essa cera di risalire i versanti sebbene non potrà mai andarsi a stabilire in quelle aree rocciose d'alta quota (che si intravvedono sullo sfondo nellafoto).

Uno scenario che rende gli ecosistemi di alta quota estremamente minacciati, chiusi in una morsa che si sta stringendo. 

 

Chi è Filippo Cravero*

Filippo Cravero nasce a Torino nel 1993, fin da piccolo si innamora della natura e delle montagne. Questa passione si concretizza nella scelta di studiare Scienze Naturali all'Università di Torino, dove consegue una magistrale in "Scienze e Gestione Sostenibile dei Sistemi Naturali", anche se come lui stesso dice:"Non si smette mai di essere studenti nell'ambito naturalistico". Già dal periodo universitario collabora con alcuni parchi naturali tra i quali il Parco nazionale Gran Paradiso dove ha svolto un anno di servizio civile.

Si appassiona alla fotografia naturalistica quasi per caso, durante gli anni dell'università e da lì inizia il suo sodalizio con la reflex, dalla quale non si separa mai, tenendola sempre al collo a portata di scatto. Per lui, la fotografia naturalistica è fatta di lunghe attese e innumerevoli uscite a vuoto, e dice che prima di tutto bisogna imparare a conoscere gli ambienti e le abitudini degli animali.
"La soddisfazione più grande è quando ti rendi conto di essere parte della natura, i caprioli accettano la tua presenza e continuano a brucare tranquilli a qualche decina di metri da te, mentre gli uccelli, incuriositi, si posano sui rami più bassi", racconta.

Nell'ottobre 2021 è diventato Guida ambientale Escursionistica e la sua idea è quella di avvicinare le persone al mondo naturale, guidandole attraverso un processo di scoperta di quello che le circonda. Conoscere è infatti il primo passo per proteggere.


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