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Camosci in cresta

Nella foto un giovane nato nel 2019 sembra insegnare al fratellino nato quest'anno a saltare sulle rocce, sotto lo sguardo attento ma compiaciuto della madre.

  • Testo e foto di Luca Giunti
  • Venerdì, 12 Giugno 2020
Camosci in cresta

Il camoscio è l'ungulato più diffuso e facile da avvistare delle nostre vallate. L'abbandono della montagna, il recupero del bosco e la buona gestione venatoria ne hanno favorito l'espansione.

Oggi se ne censiscono diverse migliaia, che, soprattutto in inverno, scendono anche a quote basse, come nelle Oasi xerotermiche della Val Susa (SIC IT1110030) o alle pendici della Sacra di San Michele, simbolo del Piemonte.

È l'unico che ha sempre resistito: infatti gli altri ungulati sono stati estinti nel secolo scorso a causa della caccia e della riduzione degli habitat determinati dalla secolare capillare presenza umana in quota.
Lo stambecco era stato sterminato già nel 1700, i cinghiali agli inizi del 1900. Cervi e caprioli sono stati reintrodotti in Provincia di Torino a partire dagli anni '60, i cinghiali in tutta Italia nello stesso periodo.

Oggi sono ben distribuiti in ogni habitat adatto, accompagnati da gruppi di mufloni – specie alloctona introdotta ex novo per scopi venatori – e da nuove colonie di stambecchi trasportati dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, unica area alpina dove hanno resistito protetti prima dal Re e poi dalla Repubblica.

Nella foto un giovane nato nel 2019 sembra insegnare al fratellino nato quest'anno a saltare sulle rocce, sotto lo sguardo attento ma compiaciuto della madre.

Chi è Luca Giunti*

Nato a Genova, dal 1987 abita a Susa dove lavora come guardiaparco per l'Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie. Sposato, ha due figli ormai universitari.

Laureatosi in Scienze Naturali all'Università di Torino, dal 2018 è nell'Albo italiano dei direttori dei Parchi nazionali istituito presso il Ministero dell'Ambiente. Partecipa ai Progetti Life+ dell'Unione Europea (tra i quali il Life Wolf Alps) e collabora con l'Università e Politecnico di Torino per i quali tiene corsi di fotografia naturalistica, lezioni su ricerche naturali ed ecologiche, educazione ambientale e sulle Valutazioni di Impatto Ambientale.

Collabora con numerose testate giornalistiche , ha pubblicato articoli scientifici su riviste nazionali e internazionali e alcuni libri, soprattutto fotografici.

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Su Instagram è @sbaluf

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