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Fritillaria: fiore nuovo, nome antico

Un fiore che prende il nome da quel bussolotto traforato che si usa per agitare i dadi prima di lanciarli. Al tempo dei Romani era un ovale chiuso, decorato da macchioline chiare simili agli orefizi che permettevano di controllare la corsa dei cubetti fortunati, o meno, prima che uscissero dall'estremità. Come, oggi, una goccia di rugiada.

  • Testo e foto di Luca Giunti
  • Domenica, 15 Marzo 2020
Fritillaria a Arnodera (Gravene, To) Fritillaria a Arnodera (Gravene, To)

Servizio di pattuglia lungo i confini del parco e delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC). Il binocolo puntato verso il basso individua un gruppo di fiori inconsueti...

Ci avviciniamo per verificare e identifichiamo la Fritillaria, probabilmente della specie tenella, un raro fiore protetto dalla Regione Piemonte.
Gli antichi Romani amavano pazzamente giocare a dadi. Temevano le manipolazioni dei bari e inventarono il fritillus, un bussolotto traforato dove agitare i cubetti prima di lanciarli, che si usa ancora oggi in diverse forme e colori. Il fiore prende il nome dalla somiglianza con tale accessorio: un ovale chiuso decorato da macchioline chiare simili agli orefizi che permettevano di controllare la corsa dei dadi prima che uscissero dall'estremità. Come, oggi, una goccia di rugiada.

 

Chi è Luca Giunti*

Nato a Genova, dal 1987 abita a Susa dove lavora come guardiaparco per l'Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie. Sposato, ha due figli ormai universitari.

Laureatosi in Scienze Naturali all'Università di Torino, dal 2018 è nell'Albo italiano dei direttori dei Parchi nazionali istituito presso il Ministero dell'Ambiente. Partecipa ai Progetti Life+ dell'Unione Europea (tra i quali il Life Wolf Alps) e collabora con l'Università e Politecnico di Torino per i quali tiene corsi di fotografia naturalistica, lezioni su ricerche naturali ed ecologiche, educazione ambientale e sulle Valutazioni di Impatto Ambientale.

Collabora con numerose testate giornalistiche , ha pubblicato articoli scientifici su riviste nazionali e internazionali e alcuni libri, soprattutto fotografici.

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Su Instagram è @sbaluf

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