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Toponomastica segreta

Per orientarci usiamo mappe e applicazioni che individuano i punti salienti del territorio con i nomi della toponomastica ufficiale. I guardiaparco in servizio da trent'anni nelle aree protette regionali adoperano anche quelli derivanti dalle esperienze di lavoro, curiose o tragiche.

Un sentiero nel Parco Orsiera-Rocciavrè che racchiude le caratteristiche di asinabile, chiacchierabile e silviabile. Un sentiero nel Parco Orsiera-Rocciavrè che racchiude le caratteristiche di asinabile, chiacchierabile e silviabile.

Il Truc Merenda è un cocuzzolo senza sentieri dove il sole arriva per mezz'ora in pieno inverno, permettendo uno spuntino veloce con un minimo di calore. L'Ipercouloir del teleobiettivo, invece, è il luogo dove  cadde un costoso Nikon durante un cambio macchina e si dovette scendere fuori traccia di cento metri sul ghiaccio per recuperarlo (intatto e funzionante!). 

Il Passo della Pecora morta, la Cresta dei francesi (un colle senza nome dove si sperse un gruppo di transalpini), il Canalino Eli (dove un collega ebbe un attacco di vertigini), poi ribattezzato Canalino della Vertebra incrinata a causa di una rovinosa scivolata sono tutti luoghi a cui i guardiaparco hanno assegnato un 'toponimo'. Il Larice della Maglietta gelata è dove una T-shirt dell'uniforme stesa per asciugare il sudore durante una sosta invernale venne ritirata rigida per il freddo assassino e si spezzò piegandola. Il Traverso della chitarra è così chiamato perché un reparto di scout trascorse una notte estiva cantando nel buio. L'elenco è lungo.

Ogni area protetta conserva questo atlante privato, questo lessico familiare che èvoca luoghi specifici solo agli addetti ai lavori, per i quali rappresentano non solo un preciso punto di riferimento ben preciso ma anche il ricordo affettuoso di una avventura che, talvolta, sono disposti a raccontare ai non iniziati.

La voglia di battezzare si estende alle caratteristiche dei sentieri. A seconda della loro usabilità, si conoscono sentieri "asinabili" (se permettono il transito agevole di un trekking someggiato), "chiacchierabili" (se sono larghi e comodi per camminare raccontandosi gli aggiornamenti annuali) o "silviabili" (se sono poco esposti sul vuoto, dal nome di un figlio di GP che da bambino saltava come un camoscetto dietro il papà ma non aveva giudizio nel valutare il pericolo).

E un'altra figlia, incitata a superare un gruppo anticipandolo con una scorciatoia, chiese se loro stessero invece seguendo una "allungatoia"...

 

Chi è Luca Giunti*

Nato a Genova, dal 1987 abita a Susa dove lavora come guardiaparco per l'Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie. Sposato, ha due figli ormai universitari.

Laureatosi in Scienze Naturali all'Università di Torino, dal 2018 è nell'Albo italiano dei direttori dei Parchi nazionali istituito presso il Ministero dell'Ambiente. Partecipa ai Progetti Life+ dell'Unione Europea (tra i quali il Life Wolf Alps) e collabora con l'Università e Politecnico di Torino per i quali tiene corsi di fotografia naturalistica, lezioni su ricerche naturali ed ecologiche, educazione ambientale e sulle Valutazioni di Impatto Ambientale.

Collabora con numerose testate giornalistiche , ha pubblicato articoli scientifici su riviste nazionali e internazionali e alcuni libri, soprattutto fotografici.

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Su Instagram è @sbaluf

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