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Mobbing di poiana su aquila a Chiamberlando

"Prendo in mano un testimone scottante... o "scattante"?!? ... Visto che scriviamo di fotografia! Chi mi ha preceduto in questa rubrica PhotoStory – Luca, Battista e Carmine - sono fotografi bravissimi dai quali ho imparato molto e continuo a farlo, ogni volta che ammiro una loro immagine. Nelle foto che vi proporrò tenterò di aggiungere qualche annotazione in più legata al lavoro quotidiano dei guardiaparco della Regione Piemonte e alle più interessanti osservazioni naturalistiche che quotidianamente - da guardiaparco - facciamo sul campo".

 

Parola di Luca Giunti*, guardiaparco delle Aree protette delle Alpi Cozie, che ci regalerà uno scatto ogni mese accompagnandoci per tutto il 2020. 

Mobbing di poiana su aquila a Chiamberlando

Inverno, SIC Rocciamelone (una delle aree protette delle Alpi Cozie). Percorso in quota per cercare tracce su neve, possibilmente di lupi. Aria limpida e frizzante, freddo intenso. Binocolo e fotocamera al collo, ciaspole ai piedi. La neve dura dei 2000 metri scrocchia a ogni passo e il suo ritmo accompagna il cammino altrimenti silenzioso. Lo sguardo si alza e si abbassa continuamente, dal suolo al cielo, per non perdere avvistamenti utili. Un antico proverbio pellerossa spiega che un uomo saggio deve avere un occhio di aquila e uno di gallina, per osservare contemporaneamente i particolari e il contesto, il basso e l'alto, vicino e lontano.

Come evocata da questi pensieri, un'aquila arriva da lontano, inseguita da una poiana che la disturba indisturbata. Un comportamento frequente, messo in atto anche da altri rapaci.
L'uccello più piccolo, più agile e veloce nel volo stretto, attacca quello più grande, più lento e meno manovriero. Non per ucciderlo e mangiarlo, ma per infastidirlo e allontanarlo. Talvolta, anche soltanto per giocare, come fanno cornacchie e corvi. Le ragioni non sono state ancora comprese a fondo, perché raramente l'azione è attuata contro un competitore o un potenziale nemico: l'aquila non si nutre di uova o pulli di poiana e i due rapaci cacciano prede diverse. Gli etologi (gli studiosi del comportamento animale) lo hanno definito mobbing.
E' da questa scienza che il termine è stato poi ripreso per indicare le molestie illegali tra esseri umani.

P.S.
Per inciso, oggi nessuna traccia di lupi...

Chi è Luca Giunti*

Nato a Genova, dal 1987 abita a Susa dove lavora come guardiaparco per l'Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie. Sposato, ha due figli ormai universitari.

Laureatosi in Scienze Naturali all'Università di Torino, dal 2018 è nell'Albo italiano dei direttori dei Parchi nazionali istituito presso il Ministero dell'Ambiente. Partecipa ai Progetti Life+ dell'Unione Europea (tra i quali il Life Wolf Alps) e collabora con l'Università e Politecnico di Torino per i quali tiene corsi di fotografia naturalistica, lezioni su ricerche naturali ed ecologiche, educazione ambientale e sulle Valutazioni di Impatto Ambientale.

Collabora con numerose testate giornalistiche , ha pubblicato articoli scientifici su riviste nazionali e internazionali e alcuni libri, soprattutto fotografici.

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. -  Su Instagram è @sbaluf

 

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