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Quando il parco promuove lo sviluppo del territorio

  • Enzo Gino
  • maggio 2012
Martedì, 15 Maggio 2012

Abbiamo riportato nel numero di gennaio u.s. di Piemonte Parchi una sintesi della nuova legge regionale sui parchi nella quale si evidenziava come fra gli obiettivi della stessa predisposta dall'assessorato facente capo a William Casoni vi fosse l'obiettivo di favorirne da una parte la fruizione da parte di una utenza sempre maggiore e possibilmente anche ma non solo piemontese, dall'altra il perseguimento di una maggiore autonomia finanziaria rispetto alla situazione attuale che vede queste importanti strutture reggersi sostanzialmente sui trasferimenti della Regione. Il parco de La Mandria che ora ha il suo commissario di recente nomina in Roberto Rosso (da non confondersi con l'omonimo onorevole vercellese) ha avviato un programma che vuole concretizzare queste nuove opportunità offerte dalle modifiche di legge da poco approvate. Ma prima di entrare nel merito delle prospettive, giusto per dare un quadro della situazione attuale del Parco ai non addetti ai lavori, forniamo qualche informazioni sulla sue caratteristiche. L'Ente di gestione delle aree protette dell'Area Metropolitana di Torino oltre al Parco della Mandria tra Venaria e Lanzo, si occupa del Parco di Stupinigi e delle Riserve della Vauda, del Ponte del Diavolo e del Monte Lera. Il Parco della Mandria si estende su 14 comuni: Borgaro Torinese, Caselle Torinese, Ciriè, Collegno, Druento, Fiano, Givoletto, La Cassa, Pianezza, Robassomero, San Gillio, San Maurizio Canavese, Varisella e Venaria Reale. Ha una estensione di 6.300 ettari di area tutelata, di cui 1.780 sono di proprietà regionale e con i suoi 30 Km circa di muro di cinta, è fra i più grandi parchi cintati d'Europa. Nell'area regionale in gestione diretta vi sono 90 Km di strade, 2.147 alberi monitorati, circa 250 tavoli e panchine, 6 batterie wc pubblici. Ed ancora due punti informativi e di documentazione, oltre al Museo degli Appartamenti Reali dove Vittorio Emanuele II trascorreva buona parte del suo tempo con la Bela Rosin, due Centri didattici e un Centro studi, un bar ristorante, un noleggio biciclette, un trenino turistico, una officina e un centro lavorazione selvaggina, oltre che una scuderia con museo delle carrozze e circa 30 cavalli. Si sta inoltre realizzando una cascina-albergo e una cascina-centro diurno disabili con orti didattici. In tutto sono oltre 20 i fabbricati in gestione. Le infrastrutture gestite direttamente dal Parco riguardano 15 Km di acquedotto con 19 fontanelle, 21 Km di rete telefonica, 25 fosse biologiche, oltre 20 strutture regionali, delle quali 12 in tutto o in parte recuperate ed in utilizzo e altre due per le quali i lavori sono in corso. Sessanta sono i dipendenti impiegati dall'Ente di gestione e quindi per tutti i parchi che ne fanno parte i citati Parco di Stupinigi e delle Riserve della Vauda, del Ponte del Diavolo e del Monte Lera. Ma tutto questo ben di Dio, oggi, ha un notevole costo per la Regione e quindi per la collettività: almeno 3 milioni di euro all'anno, oltre a circa 800 mila euro per la manutenzione ordinaria e 700 mila euro per il Centro del Cavallo, che piazza Castello ha in carico dal 2006. La Mandria è quindi una vera e propria "fabbrica" per promuovere e salvaguardare ambienti di qualità, salute, beni culturali e paesaggistici, istruzione, cultura, sviluppo sostenibile, lavoro e integrazione sociale, qualificazione dell'agricoltura, relax, divertimento, sport ma con costi elevati, che con le ristrettezze economiche di questi anni rischia pesanti ridimensionamenti. Ovvio quindi che una struttura così grande, complessa e ricca di potenzialità doveva essere messa a frutto, proprio nel suo stesso interesse che è tutt'uno con quello della cittadinanza, in modo da garantirle un futuro in tempi in cui le casse pubbliche chiuderanno inevitabilmente i rubinetti. Abbiamo quindi sentito il neo-commissario Roberto Rosso e il direttore Stefania Grella per farci raccontare come intendono muoversi in tal senso: "Dalla verifica delle strutture gestite dal Parco è emerso che almeno quattro di esse avevano le potenzialità necessarie a svolgere un servizio di accoglienza. La cascina Oslera a Robassomero, Casetta Remondino che si trova nelle aree parco giacente all'interno dei confini comunali di Druento e Pianezza poi la Cascina Comba, infine la casa del Parco di Lanzo che sorge presso la riserva vicino al famoso Ponte del Diavolo ma che dipende amministrativamente dai Parchi Metropolitani". La cascina Oslera è posta in una posizione strategica, vicino al muro di cinta che corre lungo la provinciale per Lanzo, in essa si intende realizzare un bar, ristorante, una foresteria per venti posti e altri servizi per i visitatori, la Provincia dal canto suo realizzerà una apposita rotatoria in grado di favorire flusso e deflusso da e per la provinciale dei visitatori o dei turisti che sosteranno nella cascina. "Anche a Casetta Remondino si prevede di realizzare un posto ristoro, alla cascina Comba invece si realizzerà un centro per la lavorazione della selvaggina che ogni anno deve esser abbattuta nel parco per tenere sotto controllo la densità degli ungulati che altrimenti danneggerebbero irrimediabilmente il territorio dovendosi moltiplicare in aree prive di nemici naturali o, in quanto portatori di patologie, non possono essere trasferiti altrove: si sta parlando di cinghiali, cervi e caprioli". In questo contesto un marchio ad hoc garantirà per i consumatori prodotti naturali provenienti da animali cresciuti in libertà allo stato brado nel parco e non in allevamento. La casa del Parco di Lanzo verrà data in gestione a una associazione di volontariato o a soggetti privati in grado di favorire la fruizione pubblica e il mantenimento di quelle zone particolarmente pittoresche. Se tutto questo è già stato bandito altre iniziative sono previste nei prossimi mesi: "verrà ulteriormente potenziato il Centro del Cavallo che diventerà uno dei più completi a livello nazionale dispone già di un recinti, stalle, e si prevede la possibilità di affittare box e organizzare manifestazioni equestri. La proposta ha suscitato interesse da parte di molti privati qualificati che operano nel settore da molti anni. Si prevede quindi un bando per la concessione pluriennale." Per il Borgo Castello si prevede invece di realizzare un elegante relais e centri benessere di pregio. Poco conosciuta al grande pubblico è la Villa dei Laghi che sorge nel cuore del parco che verrà resa fruibile al pubblico e sede per meeting o conferenze così come gli Appartamenti Reali, quelli che evocano la storia d'amore di Vittorio Emanuele e della Bela Rosin che, musealizzati e già da tempo aperti al pubblico, proprio per questo potranno diventare la location ideale per sposi che almeno nel giorno più bello della loro vita, vogliono provare anche l'illusione e l'emozione di essere una coppia... reale. Ma non finiscono ancora qui le iniziative di sviluppo e rilancio, un altro importante gioiello che affianca il Parco della Mandria e la Reggia della Venaria. Stiamo parlando di 118 mila metri quadri di superficie con 2 chilometri di percorsi per i visitatori, 80 ettari di giardini, 30 mila metri quadri di superfici coperte pavimentate. Ma il dato più interessante è che nell'ambito del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, manifestazione aperte il 17 marzo 2011 dal presidente della Repubblica sino al 28 gennaio 2012, in meno di un anno quindi sono stati venduti un milione di biglietti. Visitatori che andranno sommare a quelli della Mandria stimati fra i mille ed i 9 mila nelle giornate festive, ed in 500 mila ogni anno di cui 35 mila accompagnati in visite guidate. Evidente quindi la necessità, più che l'opportunità, di una joint venture fra i due gioielli che ne faranno uno dei centri di maggior bellezza e interesse a livello non solo nazionale, ma anche europeo, con uno slogan: Venaria da visitare e la Mandria da vivere. Naturalmente un progetto così impegnativo e incisivo come ogni grande cambiamento induce timori e paure, se ne sono fatti portavoce numerosi comuni che hanno evidenziato soprattutto i vincoli cui son soggette le aree preparco. Sotto questo profilo il Commissario e l'assessore Regionale hanno dato ampie disponibilità a lavorare insieme con il sistema territoriale interessato per costruire un futuro non solo al Parco ma anche ai territori circostanti. Il Parco e la Reggia infatti non devono essere un ostacolo ma una opportunità per tutti i territori circostanti, basta prendere esempio da tante altre realtà in Europa e nel mondo dove in contesti meno pregiati dei nostri, ma ben più valorizzati, hanno beneficiato vaste aree dei territori circostanti.

Certamente uno degli edifici meno conosciuti del parco è il Castello dei Laghi. Fa parte della "Tenuta dei Laghi" porzione del Parco direttamente confinante con la S.P n. 2 per Lanzo a nord e con i campi da golf ad ovest. Il "Castello dei Laghi" è ubicato al centro di tre laghi artificiali (Cristoforo, della Strada e Grande) inseriti in un'ampia macchia boschiva. Fino ad ora non è stata ancora individuata, con certezza la figura del progettista del Castello dei Laghi; si può invece attribuire la cura degli allestimenti interni dell'edificio all'ing. Domenico Ferri. I lavori di costruzione dell'edificio iniziarono nel 1861 e si conclusero nel 1863. Vittorio Emanuele II fece costruire il piccolo castello su una penisola protesa su un lago cuoriforme; i tre laghi che circondano la costruzione sono artificiali e furono realizzati per ricreare quello che, nell'immaginazione del committente, doveva essere un 'piccolo angolo di paradiso. Il Castello è costituto da un corpo centrale quadrato, con evidenti riferimenti classicheggianti, agli angoli del quale sono posizionate quattro torri, il tutto a riproporre un'idea romantica dei castelli medioevali. Oltre alle torri, altro elemento caratterizzante della costruzione sono le decorazioni pittoriche, una fitta vegetazione fiorita popolata di animali esotici, che ne ricoprono l'intonaco. Fin dalla metà dell'Ottocento è evidente la volontà di fondere il Castello con la natura. Nel 1882 la famiglia Medici del Vascello acquistò la Tenuta della Regia Mandria, e con essa anche il Castello dei Laghi. Durante la I guerra mondiale la Tenuta fu occupata in gran parte dall'esercito; in seguito i Medici intensificarono tutti i tipi di allevamento localizzati alla Mandria, tra cui quello di fagiani localizzandone gran parte presso il Castello dei Laghi. Il piano terreno dell'edificio fu utilizzato in questo periodo come incubatrice per le uova dei volatili. Nel 1963 la Regione dei Laghi, con il relativo Castello, fu acquistato dalla famiglia Bonomi Bolchini che affidò il progetto di ampliamento dell'edificio ottocentesco all'architetto Renzo Mongiardino, la cui formazione fu legata soprattutto al campo della scenografia cinematografica e teatrale, fu importante collaboratore del regista Franco Zeffirelli. Infine nel 1995 la Regione Piemonte acquista la tenuta.

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