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Dicono di noi

In occasione del numero 200 della rivista, abbiamo raccolto alcuni pensieri in libertà. Hanno risposto veramente in tanti! Per questo riportiamo solo alcuni degli interventi, che però continuano sul Web

  • La redazione
  • novembre 2010
Giovedì, 2 Settembre 2010

In occasione del numero 200 della rivista, abbiamo raccolto alcuni pensieri in libertà. Hanno risposto veramente in tanti! Per questo riportiamo solo alcuni degli interventi, che però continuano sul Web
Al mensile Piemonte Parchi, che dal 1983 si sofferma sul patrimonio naturalistico del nostro Paese, porgo in occasione del 200° numero le mie congratulazioni più vive, augurando successo anche per gli anni a venire. Il nostro Paese è ricchissimo di gioielli naturalistici: più di ottocento tra parchi, riserve, aree marine protette, nazionali, regionali e locali. Nessun altro Paese europeo può vantare una rete di tutela territoriale di tale estensione e, soprattutto, di tale pregio. Luoghi che devono diventare sempre più luoghi di culto naturalistico e che devono essere valorizzati all'insegna della sostenibilità. Per essere non soltanto una preziosa risorsa ambientale ma anche economica, culturale e turistica.
Stefania Prestigiacomo (ministro dell'Ambiente)
Tra ricordi e futuro. Nel 2000, per il numero 100 si fece una copertina regalataci da Colombotto Rosso. Un uomo color sanguigno che dipingeva un bisonte a Lascaux. E ora? A distanza di dieci anni, tra l'allarme per le vicissitudini in cui vivono i parchi, come ci ricordano puntualmente le rassegne stampa della Federparchi di Luigi Bertone e le note, sempre acute, di Renzo Moschini su Greenreport? La sfida è aprire spiragli di luce nelle tenebre dell'indifferenza, e conquistare sconosciuti lettori.
Gianni Boscolo (direttore della rivista dal 1990 al 2006)
Siamo giunti a un traguardo importante e significativo. Con il suo numero duecento Piemonte Parchi si conferma, di buon grado, uno strumento consolidato nell'informazione ambientale e un veicolo di documentazione di gran pregio in ambito naturalistico. Gli speciali, gli approfondimenti, i puntuali richiami sulle caratteristiche della flora e della fauna subalpina sono poi uno dei principali strumenti di promozione dei parchi piemontesi che, oltre alla naturale cadenza editoriale della rivista, spesso si possono considerare quali pregevoli numeri unici o monografie da collezionare. L'impegno che la Regione Piemonte vuole ora prendersi (anche quale augurio e auspicio per i prossimi duecento numeri), a fianco dell'importante ruolo conservativo del nostro territorio, è quello di diffondere ancora di più e in modo sempre più capillare la conoscenza e la fruibilità dei parchi, perché non siano solo vuoti musei ma possano divenire aree dinamiche e propositive dei territori in cui insistono. E Piemonte Parchi, grazie alla sua confermata solidità, saprà di certo essere strumento attivo e centrale di questa volontà.
William Casoni (assessore ai Parchi della Regione Piemonte)
Nel panorama dell'informazione naturalistica italiana non sempre passione, professionalità e chiarezza riescono a trovare il giusto equilibrio in modo da trasformare gli strumenti di divulgazione in messaggeri dei valori di rispetto per la natura, elemento base della fondazione delle aree protette. Piemonte Parchi ci è certamente riuscito con la sua opera di divulgazione naturalistica costante, avente per tema le aree protette della Regione Piemonte. È dal 1983 che l'opera di comunicazione attuata da questa rivista raggiunge la popolazione piemontese sviluppando in essa un forte sentimento di rispetto verso i parchi e una nuova consapevolezza delle tante attività e servizi che i parchi forniscono alla società.
Giampiero Sammuri (presidente Federparchi)
200! Un bel numero tondo tondo che dà speranza e fiducia nel futuro, della gente, della natura d'Italia, dei parchi regionali piemontesi e di quelli di tutto il Paese. Auguroni di cuore alla redazione e a tutta le "gente dei parchi" in Piemonte per il bel traguardo e le nuove mete che ci attendono. Una proposta per la Regione Piemonte: Piemonte Parchi potrebbe essere sempre più autorevole voce della conservazione della natura attiva e della ricerca di uno sviluppo compatibile, magari si potrebbe pensare di allargare il suo raggio d'azione a tutte le aree protette italiane, passando per la Conferenza Stato-regioni...
Nino Martino (presidente dell'Associazione italiana direttori e funzionari aree protette)
Duecento numeri per una rivista, nella società dell'informazione in cui viviamo, sono un traguardo importante. Ancor di più per una rivista che parla di Natura, argomento sicuramente di difficile approccio per il grande pubblico. Piemonte Parchi ci è riuscito perché ha saputo rinnovarsi, è stato in grado di vivere il presente aprendosi a nuovi scenari e a problematiche interdisciplinari e multiculturali, sempre riuscendo a informare in modo corretto, aprendo le sue porte a tutti i tipi di pubblico e contribuendo a far conoscere i diversi aspetti della biodiversità e i suoi molteplici significati.
Michele Ottino (Direttore Parco nazionale Gran Paradiso)
A mio parere Piemonte Parchi assolve due funzioni fondamentali nel panorama italiano. La prima consiste nel correggere o perlomeno integrare l'immagine del Piemonte che, a causa degli inevitabili stereotipi, viene visto soltanto come una delle regioni trainanti dell'economia, con l'accento posto sulla grande industria, sulla laboriosità degli abitanti, sul loro talento organizzativo, sull'abilità nel promuovere nel mondo i prodotti della terra, il vino in prima fila. La nostra rivista, con i suoi servizi, ha il merito di completare il quadro, facendo passare l'idea che la nostra regione protegge, tutela ed esalta le ricchezze naturalistiche: il Piemonte non è solo bravo, è anche bello. L'altra funzione consiste nel contrastare con efficacia l'idea che la tutela e la valorizzazione delle ricchezze naturali rappresentino solo un costo, da iscrivere nelle passività, dimostrando, un servizio dopo l'altro, che si tratta di un motore primario dello sviluppo e della ricchezza.
Bruno Gambarotta (giornalista e opinionista)
Piemonte Parchi raddoppia e fa 200: 10 anni fa, nell'ottobre del 2000, avevamo festeggiato il numero 100. Allora avevo concluso il mio messaggio augurale con la fatidica frase: «Altri 100 di questi numeri!». E ci siamo già arrivati... Dimostrazione, una volta di più, del successo di questa iniziativa editoriale: perché ci sono molti che lo amano e lo seguono! Il segreto? Una rivista accattivante e ben illustrata che tratta con rigore scientifico ma accessibile a tutti i temi della conservazione ambientale, da una prospettiva regionale ma con le dovute aperture globali. E questo con obiettività, senza posizioni di parte: lo testimonia il modo con cui è stata affrontata la "questione lupo", argomento che scatena sempre le posizioni più estremiste, sul quale la rivista ha informato senza giudicare. Piemonte Parchi è un diario che mi ha accompagnato in modo continuo nel lavoro quotidiano: a volte vi ho collaborato anch'io, ma tutti hanno contribuito a scrivere la storia di questa bellissima avventura che ha costruito qualcosa di positivo e concreto.
Patrizia Rossi (Direttrice Parco Alpi Marittime e presidente del Comitato di valutazione per la Carta del turismo sostenibile di Europarc)
A parlare di ambiente in Italia si è compatiti o ghettizzati, prima vengono crescita e posti di lavoro. Piemonte Parchi allora a chi si rivolge? A un pubblico maturo e affezionato. Il problema sono gli altri, quelli che non lo leggono. La sfida è aprire spiragli di luce nelle tenebre di indifferenti o pirati. Mandare copie a barbieri e dentisti, da abbandonare in sala d'aspetto al posto delle riviste di gossip e motori! E chiedere aiuto a voi lettori: seminate, regalate Piemonte Parchi in treno, bus, ufficio. Con un vostro messaggio nella bottiglia diretto al lettore sconosciuto.
Luca Mercalli (presidente della Società Meteorologica Italiana)
Si fa presto a dire boschi, parchi, animali. Comunicare la natura non è facile, il rischio è cadere nei cliché e nella zuccherosità, lasciando che immagini e parole si consumino, non significhino più nulla. Piemonte Parchi, grazie alla bravura di chi ci lavora, la dirige o l'ha diretta, ha resistito all'imperio della televisione e del Web, della superficialità e dell'ignoranza. Va conservata, accudita e ampliata come un'oasi che aiuta a vivere. Come quelle cose – scriveva Calvino nelle Città invisibili – da cercare e saper riconoscere in mezzo all'inferno di tutti i giorni: per "farle durare, e dargli spazio".
Carlo Grande (giornalista de La Stampa)
A fronte dell'incessante aggravamento della questione ambientale in Italia e nel mondo, la comunicazione e la divulgazione sono chiamate a svolgere un ruolo cruciale, anche se spesso sottovalutato o distorto. In quest'ambito, il contributo di Piemonte Parchi si caratterizza per alcuni aspetti di particolare interesse, in primo luogo l'orientamento – precocemente assunto e ora riscontrato a livello internazionale – a partire dai parchi per allargare lo sguardo all'ambiente, al paesaggio e al territorio integralmente inteso.
Roberto Gambino (direttore Centro europeo di documentazione sulla pianificazione dei parchi naturali del Politecnico di Torino)
Se il mondo sta cambiando, quello dell'informazione sembra farlo un po' più in fretta. La Rete ha stravolto il panorama e le regole, investendo come un'onda di piena prima il fortino della carta stampata e poi quello della televisione. Una rivoluzione dal basso con milioni di protagonisti, dai bloggers alle comunità dei social network, che schiude orizzonti prima impensabili sollevando però nuovi problemi. Piccolo avveduto incrociatore in questo mare aperto, Piemonte Parchi non si nega all'avventura sotto le insegne della cultura, della curiosità, del senso di un patrimonio comune. Farle gli auguri è farli a tutti noi. Giulio Ielardi (Giornalista e fotografo free lance)
È davvero un piacere poter celebrare con la grande famiglia dei lettori di Piemonte Parchi il raggiungimento del numero 200. Nell'ambito dell'ormai sempre più asfittico panorama dell'editoria naturalistica italiana, la storia diPiemonte Parchi è quella di un successo che conforta e motiva tutti noi che nel settore dell'informazione naturalistica operiamo quotidianamente. Piemonte Parchi è stato un antesignano di successo nel suo genere di editoria naturalistica regionale ed è stato un esempio per altri costruttivi progetti analoghi. Avendo avuto la fortuna di essere un collaboratore della rivista, quale fotografo naturalista, fin dai primi numeri, non posso che congratularmi con tutta la redazione passata e presente della rivista per la qualità della testata ed esprimere le mie più sincere felicitazioni per l'ambito traguardo raggiunto. Ad majora! Renato Valterza (Fotografo free lance)
Fatico a ricordare il Piemonte Parchi degli inizi, tanto lontana nel tempo è la prima volta in cui mi capitò in mano. La sensazione è che ci sia sempre stato, come uno di famiglia. Quel che ricordo è che mi aveva perplesso la foliazione ridotta: una rivista sottile e nemmeno rilegata, a differenza dei periodici patinati che furoreggiavano allora nel settore ambientale. Quelle rivali oggi sparite o profondamente cambiate. Con il tempo l'ho vista evolversi, abbellirsi; migliorare invecchiando, come i vini forti delle terre di cui è alfiere. Una rivista che ascolta il respiro del suo territorio, messa insieme da persone gentili e animate dalla passione per il lavoro e la propria storia, con cui è un piacere collaborare.
Piemonte Parchi pare un alieno disceso nello sbiadito panorama editoriale del nostro Paese: istituzionale ma non prona, e impermeabile ai cambi di clima; rigorosa ma lieve, attenta all'attualità ma con radici ben piantate nella tradizione, mai sciatta. Senza pubblicità (il che ne spiega il volume), ma economica nel prezzo e puntuale nel pagare i collaboratori (e scusate se è poco). Certo, i soldi sono pubblici: ma non è forse questo il senso dell'essere uniti in comunità? E non è forse questo, uno degli utilizzi più alti delle risorse collettive?
Resta ancora un po' sottile, almeno per i miei gusti di lettore compulsivo, ma almeno nel suo caso è una snellezza di grande spessore. Vitantonio dell'Orto (Scrittore e fotografo)
Il patrimonio naturale è la grande ricchezza del nostro Paese, impreziosito da un bagaglio artistico e culturale che tutto il mondo ci invidia. Da oltre vent'anni Piemonte Parchi racconta ai suoi lettori queste ricchezze, accompagnandoli in viaggi alla scoperta della natura e del territorio, per radicare la consapevolezza che, tutelando quanto ci circonda, proteggiamo e arricchiamo le nostre stesse esistenze. È una rivista preziosa, indispensabile contributo alla costruzione di un sapere scientifico e di una coscienza ambientale che dovrebbero essere il fulcro della nostra cultura. Grazie per permettermi di essere parte di tutto questo.Claudia Bordese (Biologa e scrittrice)
2003: vent'anni di Piemonte Parchi. Gianni Boscolo, allora direttore della rivista, mi aveva offerto spunti per scriverne sul TsT della Stampa.
Ritrovo una riflessione: "La distribuzione in edicola comporterebbe un aumento di costi che potrebbero essere ammortizzati con la pubblicità: così fan tutti, ma un recente sondaggio ha svelato che il 40% dei lettori non vuole proprio questo, la pubblicità. Piemonte Parchi è una rivista amata perché sottile".
2010: esce il numero 200. Piemonte Parchi è ancora in piedi, sobria e sottile, affidata alla Regione e agli abbonati, senza pubblicità.
Ogni anno regalo l'abbonamento a una persona diversa, se gli piace lo rinnoverà: passaparola vincente.Caterina Gromis di Trana (Giornalista e divulgatrice naturalista)
Piemonte Parchi raddoppia e fa 200: 10 anni fa, nell'ottobre del 2000, avevamo festeggiato il numero 100. Allora avevo concluso il mio messaggio augurale con la fatidica frase: «Altri 100 di questi numeri!». E ci siamo già arrivati... Dimostrazione, una volta di più, del successo di questa iniziativa editoriale: perché ci sono molti che lo amano e lo seguono! Il segreto? Una rivista accattivante e ben illustrata che tratta con rigore scientifico ma accessibile a tutti i temi della conservazione ambientale, da una prospettiva regionale ma con le dovute aperture globali. E questo con obiettività, senza posizioni di parte: lo testimonia il modo con cui è stata affrontata la "questione lupo", argomento che scatena sempre le posizioni più estremiste, sul quale la rivista ha informato senza giudicare. Piemonte Parchi per me è un diario che mi ha accompagnato in modo continuo nel lavoro quotidiano: a volte vi ho collaborato anch'io, ma tutti hanno contribuito a scrivere la storia di questa bellissima avventura che ha costruito qualcosa di positivo e concreto. Una bella soddisfazione per chi, come me, dopo 30 anni di lavoro è giunto alle soglie della pensione: anche se è probabile che non vi scriverò più, consentitemi di augurare - a me e a Piemonte Parchi, di poter giungere al numero 300!
Patrizia Rossi (Direttrice Parco Alpi Marittime e presidente del Comitato di valutazione per la Carta del turismo sostenibile di Europarc).
Quando Piemonte Parchi nacque il mondo della comunicazione non era la realtà importante di oggi per due motivi: primo, perché i mezzi e la pervasività del comunicare erano meno presenti, e per parlare di parchi era sufficiente una rivista; secondo, non si pensava, come oggi, al carattere strutturale che il processo del comunicare ha nella vita della società contemporanea. Il ruolo che oggi Piemonte Parchi può assumere deve fare i conti con queste novità, per essere qualcosa in più che un semplice strumento di documentazione di esperienze. Per questo è importante saper raccontare i parchi non per il numero di specie che proteggono, ma per la loro capacità di essere un nuovo soggetto territoriale in grado di mettere in moto le leve per garantire la salvaguardia delle specie. Nei contenuti si deve trovare, poi, maggiore efficacia nel trasmettere le singole esperienze dei parchi piemontesi, oggi non adeguatamente rappresentate, diventando uno strumento di dibattito, spunto per seminari, incontri, confronti. Ippolito Ostellino (Direttore Parco del Po torinese)
Duecento numeri per una rivista, nella società dell'informazione in cui viviamo, sono un traguardo importante. Ancor di più per una rivista che parla di Natura, argomento sicuramente di difficile approccio per il grande pubblico. Piemonte Parchi ci è riuscito perché ha saputo rinnovarsi, è stato in grado di vivere il presente aprendosi a nuovi scenari e a problematiche interdisciplinari e multiculturali, sempre riuscendo a informare in modo corretto, aprendo le sue porte a tutti i tipi di pubblico e contribuendo a far conoscere i diversi aspetti della biodiversità e i suoi molteplici significati. Michele Ottino (Direttore Parco nazionale Gran Paradiso)
Celebrare questa ricorrenza di Piemonte Parchi ha per me un sapore particolare. I 27 anni compiuti a novembre 2010 ne fanno quasi una mia coetanea professionale. In un percorso parallelo che, ancora oggi, rispecchia la realtà in cui operiamo. Dalla piccola Garzaia di Valenza, descritta sull'ormai introvabile n° 2 – di quelli con la cornice gialla – al grande Parco del Po. Dalle poche pagine di ciò che sembrava un nidiaceo implume rispetto alla (allora) blasonata rivista Airone , al mensile strutturato che 200 numeri dopo è un segno distintivo della Regione Piemonte. Con l'augurio che continui a raccontare la crescita delle aree protette piemontesi. Dario Zocco (Direttore del Parco Fluviale del Po e dell'Orba)
Anche riviste importanti che svolsero in anni lontani un ruolo d'avanguardia come Airone non hanno retto alla prova. Non riuscirono a superare quella linea di confine che impedì di 'immettere' i temi ambientali e di tutela della natura e del paesaggio in quel disegno sistemico nazionale - e poi comunitario - delineato dalla legge quadro e rimasto purtroppo oggi in larga misura inattuato. Piemonte Parchi quella linea di confine è riuscita a superarla, innovandosi, allargando - ad esempio - il suo sguardo dal Piemonte ad altri territori. Oggi lo fa anche battendo strade 'monografiche' e interrogandosi spregiudicatamente sul perché i parchi non fanno notizia. Inutile dire che questa allarmante caduta di riviste naturalistiche accresce - e non poco - la responsabilità di questo giornale e di quei pochi che resistono. Renzo Moschini (Curatore della collana ETS sulle aree naturali protette)

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