Stampa questa pagina

La valle dei due parchi

Nelle immediate vicinanze di Torino i parchi di interesse Provinciale dei Tre Denti e Freidour e del Monte San Giorgio rappresentano due importanti aree di "loisir" e di protezione della natura ai margini della pianura fortemente antropizzata

  • Aldo Molino
  • agosto 2010
Mercoledì, 1 Settembre 2010

Chisola: tra i fiumi piemontesi non è certamente uno di quelli più conosciuti.
Dalle prealpi pinerolesi dove nasce, al Po di Moncalieri dove termina, sono una quarantina di chilometri di tortuoso e faticoso percorso tra urbanizzazioni, aree industriali e campi di mais.
Poco più che un ruscello per buona parte dell'anno, e come capita, in questi casi poco rispettato; di guai, a leggere gli annali, invece ne procura quanto basta. Infatti è sufficiente qualche temporale in montagna per trasformarlo in una minaccia per le aree agricole circostanti e se piove un po' di più il Chisola esonda portandosi via anche ponti che ne intralciano il cammino: come nel 2002, quando ha allagato buona parte del comune di None. Le sorgenti del fiume, due fresche polle, si trovano sulla montagna di Cumiana alle pendici del Monte Freidour e dei Tre Denti. Nel suo corso, raccoglie le acque della val Lemina, del Noce e del Sangonetto di Piossasco, quest'ultimo drenante il versante orientale del Monte San Giorgio.
Tre Denti e San Giorgio costituiscono anche due distinte aree protette provinciali che nonostante la vicinanza, si trovano infatti una di fronte all'altra, presentano caratteri geologici e ambientali molto diversi.
Il Monte San Giorgio
Una cappella in cima alla montagna risalente all'anno mille, una leggenda che parla di un drago che ne infestava le pendici. Più che l'alito malefico del perfido animale sono stati però gli uomini a distruggere l'originaria vegetazione per farne legna o per pascolarvi gli armenti. Agli inizi del secolo scorso era una landa piuttosto desolata tanto da rendere opportuni intensi lavori di rimboschimento. L'essenza prescelta perché di veloce accrescimento, il pino nero, è però specie esotica, non troppo adatta a questi ambienti e soggetta all'attacco della micidiale processionaria, una farfalla notturna che così protegge nella stagione invernali i suoi bruchi.
Bruchi da cui è bene tenersi alla larga perché possono provocare allergie e urticazioni. Nel 1999 un devastante incendio ha azzerato buona parte del patrimonio forestale e rimesso in parte le cose a posto, nel senso che abbandonati gli interventi artificiali invasivi, la vegetazione originaria seppur lentamente ha iniziato a ricostituirsi.
Il Parco provinciale si estende per circa 4 chilometri quadrati nel comune di Piossasco (387 ha) e oltre all'omonima montagna comprende anche il vicino Rubatabò.
Simbolo del parco è un fiore stilizzato di peonia, pianta rarissima in Piemonte che sul Monte San Giorgio vanta una delle poche stazioni regionali.
Dal punto di vista geologico queste montagne presentano caratteri radicalmente diversi dal dirimpettaio. Qui le rocce fanno parte del massiccio ultrabasico di Lanzo, le stesse del Musinè; sono soprattutto peridotiti e susseguenti alterazioni. Anche il clima ha una sua specificità. Grazie alla sua mitezza permetteva in passato la coltivazione dell'ulivo e un'estesa viticoltura. La scarsa antropizzazione e la vicinanza dalla pianura agricola e dalla città ne fanno un ambiente ideale per gli uccelli. In un'area abbastanza limitata, si contano oltre 50 specie nidificanti tipiche di ambienti molto diversi. Specie proprie delle foreste di conifere e altre più marcatamente mediterranee convivono.
Alzando gli occhi al cielo non è difficile individuare le evoluzioni di qualcuna delle sette specie di falconiformi presenti, tra cui il biancone e il falco pellegrino.
I Tre Denti e il Monte Freidour
È la sagoma dei Tre Denti e del Freidour, riconoscibile anche a grande distanza a caratterizzare il paesaggio del Parco Provinciale (istituito con legge regionale nel 2004), che abbraccia parte della testata del bacino del torrente Chisola e una piccola parte del bacino del Sangone.
La superficie complessiva è di 821 ettari situati interamente nel comune di Cumiana con un altitudine compresa tra i 500 e i 1.500 metri.
Le rocce che affiorano sui versanti della conca del Chisola sono costituite principalmente da gneiss formati da feldspato potassico, quarzo e plagioclasio, con quantità subordinate di mica ed epidoto. Esse appartengono all'unità strutturale del Massiccio del Dora-Maira composta da diverse rocce metamorfiche, alcune di origine sedimentaria, altre magmatiche, sia intrusive che effusive, formatesi molto prima del sollevamento delle Alpi e successivamente coinvolte nell'orogenesi della catena alpina, durante la quale hanno subito trasformazioni più o meno intense.
La vegetazione è costituita principalmente dal bosco, un ceduo invecchiato in seguito all'abbandono di castagno e faggio ma con la presenza di altre specie interessanti. Oltre alle specie arboree tipiche dell'ambiente di transizione tra collina e montagna quali betulla, tiglio, acero, maggiociondolo, sorbo montano e sorbo degli uccellatori, rovere, ontano nero e nocciolo, si ritrovano anche esemplari di specie mediterranee.
Numerose sono le specie faunistiche che si possono rinvenire: gallo forcello, sparviero, falco pellegrino, gufo comune, civetta, picchio rosso, picchio verde, picchio nero, scoiattolo, donnola, faina, tasso, volpe, camoscio, capriolo e cinghiale.
Tra le specie floristiche si annovera la presenza del giglio di San Giovanni, del giglio martagone e della endemica Campanula elatines esclusiva delle montagne piemontesi.
Nella zona di Pradera a monte dei Picchi, dove si trova uno dei tanti rimboschimenti di pino nero effettuati negli anni trenta del secolo scorso, la vecchia e abbandonata casermetta forestale è in fase di trasformazione in Sede Operativa e punto di riferimento per le attività didattiche "sul campo".
Le vaste bancate rocciose, non comprese nell'area del parco, che caratterizzano il versante sud ovest, costituiscono una nota e frequentata palestra di arrampicata: la celebre "Rocca Sbarua", dove si sono formate generazioni di alpinisti torinesi non è che un risalto del Monte Freidour e da qualche mese ospita alla sua base Casa Canada, il prefabbricato originariamente realizzato in piazza Valdo Fusi a Torino in occasione delle Olimpiadi e in seguito donato al CAI che ha provveduto al suo trasferimento.
La fruizione
I parchi offrono la possibilità di belle passeggiate ed escursioni in MTB a due passi dalla città, quindi con ridotti spostamenti. Dei molti sentieri presenti nella zona alcuni sono stati oggetto recentemente di ripristino e di segnalazione, altri sono ancora in fase di completamento. Benché gli itinerari si svolgano in bassa montagna non vanno comunque sottovalutati. Il percorso di maggior respiro e meglio individuabile sul territorio è il sentiero D. Bertrand che ha come simbolo un falco pellegrino stilizzato e che si snoda per 33 Km da Roletto a Piossasco di cui 9 all'interno dei due Parchi provinciali. Salite classiche sono quelle al Monte San Giorgio da Piossasco o la traversata del Monte Tre Denti e del Freidour dal Col Rumiano a Prà l'Abbà. Il periodo migliore per le escursioni è sicuramente la mezza stagione, ma sul versante sud-ovest e sulle montagne di Piossasco non ci sono problemi anche d'inverno. Sulla cima orientale dei Tre Denti e sulla sottostante Rocca Due Denti si trovano piccole cappelle che costituiscono altrettante interessanti e classiche mete.
Alla Pradera di Cumiana sulle sponde del torrente Chisoletta e nella zona del campo di Tiro di Piossasco due aree attrezzate per il pic-nic sono a disposizione dei meno ardimentosi.

Potrebbe interessarti anche...

Come ogni anno, nel mese di gennaio, nelle Aree protette del Po piemontese si è svolto il censim ...
Il paesaggio è dominato dalla presenza del complesso monumentale della Basilica di Superga, capo ...
E' possibile contemperare la tutela della fauna selvatica con la fruizione turistica all'interno ...
Un progetto finanziato con fondi europei prevede la raccolta dei semi di piante erbacee e la ...