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Sulle ali dell'airone

Sulla riva del fiume - Cronache delle genti di Po di Marco Volpatto, ed. Angolo Manzoni
(t. 011 4730775) € 14.

  • Enrico Massone
  • Giugno 2011
Venerdì, 10 Giugno 2011

Saggio o romanzo? Presentazione critica di vicende storiche o sequenza di racconti emozionanti? Difficile rispondere, perché il libro ha diversi piani di lettura e mescola sapientemente le informazioni sulle condizioni di vita di una piccola comunità coi sentimenti della gente che la anima. Siamo nel tratto torinese del parco fluviale del Po, a Mezzi Po, frazione di Settimo Torinese, alla fine degli anni Cinquanta. C'è un grande fermento per il domani che si avverte diverso e si vuole migliore. Si cerca di dimenticare il passato, la guerra, le fatiche della ricostruzione per aprirsi al nuovo che avanza. Ma ogni rinnovamento si porta via qualche cosa in cui si è creduto: i valori, le abitudini, le relazioni, poco a poco si modificano e iniziano a sbiadire sul fondo. Il futuro che è ancora tutto da costruire, porta inevitabilmente allo scontro fra le generazioni, fra i diversi modi di intendere la vita: c'è chi gli va incontro con entusiasmo e chi gli si oppone con forza, come Condo Caciòt o Nonno Pinin, classe di ferro 1905 e un'irriducibile nostalgia monarchica. C'è anche chi, pensando di voltare le spalle a quelle opportunità nascenti, si spinge invece ancora più avanti, scegliendo di andare lontano, emigrare in America, dove scienza e tecnica sono all'avanguardia. Campagna e fabbrica, villaggio di provincia e metropoli, vecchi carretti, biciclette e prime automobili, sono le immagini del vecchio e del nuovo che s'intrecciano e si ostacolano. In realtà sono due facce di una stessa moneta che genera strappi e tensioni, momenti collettivi di festa e solidarietà. Anche la società riflette quel clima effervescente, ricco di stimoli e contraddizioni: il contrasto tra partiti di sinistra e azione cattolica s'inasprisce e lo stesso autorevole don Terenzio, è costretto a capitolare di fronte alla passione per la partita alle bocce, che nei soleggiati pomeriggi d'agosto, ipnotizza l'intera cittadinanza: "A Mezzi Po c'erano tre religioni monoteiste, alla stregua di Gerusalemme, soltanto un po' meno complicate tra loro: la prima era la confessione cattolica, poi veniva il gioco delle bocce , infine la caccia. L'adesione a santa madre chiesa era soltanto una fra le numerose confessioni praticate". L'ambiente geografico gioca un ruolo di primo piano negli episodi narrati, caricandoli di straordinaria originalità. Mezzi Po si estende sulla riva sinistra del Po, ma per secoli fu una breve striscia di terra nel bel mezzo del grande fiume e ogni contatto con le sponde, cioè col resto del mondo, era mediato dal "portonè", l'uomo che stava al porto e governava il barcone a fondo piatto. Una delle tante alluvioni dell'Ottocento, spostò molta terra, colmando un braccio del corso d'acqua e congiungendo gli uomini e le abitazioni dell'isola, alla riva sinistra del fiume. Ma, ancora per più di cent'anni (fino al 1959), la gente della frazione Mezzi Po continuò a utilizzare il traghetto, per raggiungere la sede del Comune di Gassino, sulla riva destra, a cui era stata aggregata. Perciò, l'abitudine all'isolamento ha lasciato segni profondi nella coscienza della minuscola comunità: da una parte la forte coesione tra i residenti, dall'altra l'atavico istinto difensivo contro gli estranei: "ladri, cani randagi, stranieri e forestieri".

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