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Una balena nell'astigiano

Continua la ripubblicazione dei pezzi più interessanti e degli autori più prestigiosi, in occasione dei 40 anni di Piemonte Parchi. In un articolo del 1995, il paleontologo Piero Damarco racconta il ritrovamento dei resti fossili di una balenottera avvenuto nel 1993 a San Marzanotto, nei pressi delle Aree protette dell'Astigiano.

  • Piero Damarco
  • Marco 2023
Mercoledì, 15 Marzo 2023
Resti fossili della Balenottera Tersilla - Foto P. Damarco Resti fossili della Balenottera Tersilla - Foto P. Damarco

Parlando di balene o di cetacei in genere viene subito da pensare alle immen­se acque oceaniche solcate da questi giganteschi e affa­scinanti mammiferi marini, co­sì come siamo abituati a ve­derli nei documentari filmati, ed appare ancor più impro­babile ricollegare il Piemon­te, regione non bagnata da alcun mare, con questi ani­mali.

Però non è sempre stato co­sì, infatti nel passato geolo­gico il territorio corrispon­dente all'attuale Piemonte è stato quasi sempre sommer­so da mari più o meno este­si e profondi. Questi mari, più caldi dell'attuale Mediterra­neo, erano abitati da svaria­tissimi organismi, che col passare di milioni di anni si sono diversificati, evoluti e tal­volta estinti. Tra questi vi e­rano anche i Cetacei, come provano le testimonianze fos­sili, che si rinvengono tuttora nei sedimenti terziari, che rendono il Piemonte una del­le regioni più importanti in­ternazionalmente per i ritro­vamenti dei fossili di questi a­nimali.

L'ultima "balena" è stata ri­trovata casualmente. come quasi sempre accade in que­sti casi, nell'autunno del 1993. nei pressi di S. Marza­notto. appena a sud della città di Asti. Il proprietario di alcuni terreni collinosi stava sistemando la strada in terra battuta che porta ad una sua vigna, livellandola con la pa­la meccanica, quando dalla terra smossa sono affiorate alcune ossa di grandi di­mensioni.

Incuriosito e consapevole di essere di fronte ad un ritro­vamento importante, questo signore ha interessato le au­torità locali che hanno prov­veduto ai sopralluoghi tecni­ci per le verifiche del caso. I resti ossei risultarono appar-

tenere ad un cetaceo fossile di età pliocenica (5-2 milioni di anni fa circa), anche se non era chiaro a quale spe­cie riferirlo.

Si dovette far trascorrere l'in­verno e nella bella stagione, d'intesa con la Soprinten­denza Archeologica del Pie­monte, avviare dei sondaggi preliminari per valutare l'en­tità dei reperti.

Con i primi scavi vennero al­la luce altre ossa fossili rap­presentative come: il cranio, mancante della parte ante­riore (rostro), quasi tutte le vertebre cervicali, alcune ver­tebre dorsali e numerose co­ste frammentarie.

Questi ultimi resti sono risul­tati fondamentali per capire in cosa consiste il reperto. Le ossa apparterrebbero ad un esemplare del genere Ba­laenoptera; eventualmente ri­feribile alla specie acutoro­strata, di circa 6-7 metri di lunghezza e seppur si pre­sentano disarticolate, indica­no che il punto di affiora­mento corrisponde alla re­gione cervico-toracica dello scheletro e che la parte po­steriore può essere probabil­mente ancora sepolta nel fianco della collina.

Lo stato di conservazione dei fossili è ottimo, ma i resti se­miaffioranti hanno subito dan­ni sia da antichi lavori agri­coli, sia durante l'ultimo in­tervento di sistemazione del­la strada.

Il ritrovamento di alcuni den­ti di squalo tra le ossa del ce­taceo potrebbe indicare una notevole attività da parte di questi animali che probabil­mente, approfittando della balenottera già morta, a­vrebbero smembrato parte della carcassa, clisarticolan­do le sezioni ossee e spo­standole anche ad una certa distanza.

L'azione delle correnti marine sembrerebbe trascurabile da quanto si può dedurre dalle particolari specie fossi­li di molluschi che sono e­mersi insieme con le ossa che confermano che queste sono state sepolte su un fon­dale fangoso in un ambiente di sedimentazione tranquillo. Dopo questi interventi preli­minari e concluse le formalità della procedura autorizzativa per avviare lo scavo definiti­vo, previsto per lo scorso au­tunno e rimandato per l'allu­vione in Piemonte, nel 1995 si dovrebbe concludere l'e­strazione dello scheletro, che si colloca tra i più interessanti del genere e l'eventuale re­cupero delle parti mancanti potrà renderlo tra i più im­portanti in assoluto. Conclusa l'estrazione, se­guirà una lunga fase di puli­tura e restauro dei resti fos­sili per permetterne la con­servazione ed infine potran­no essere esposti ad Asti in sale appositamente predi­sposte. La collina in cui si è scoperto questo fossile si col­lega naturalmente ad una va­sta area di rilievi che forma­no il circondario di Vigliano d'Asti. In questa zona sono stati ritrovati diversi resti di cetacei, tra cui il più impor­tante è lo scheletro quasi completo di Balaenoptera a­cutorostrata cuvierii (Balsa­mo & Criselta) rinvenuto nel 1959 a Valmontasca, che presenta notevoli analogie con l'esemplare in oggetto. La frequenza dei ritrovamen­ti di resti di Balenottere fa pensare che durante il perio­do pliocenico in corrispon­denza della parte centrale del "Bacino Pliocenico Asti­giano", il mare formava una zona in cui la tranquillità del­le acque e i bassi fondali, u­niti alla ricchezza di alimen­to, favorivano probabilmente il passaggio stanziale di gruppi di balenottere in oc­casione della stagione degli accoppiamenti o durante il periodo delle nascite. Certa­mente alcuni di questi ceta­cei conclusero la loro vita per cause naturali e i loro resti poterono cosi fossilizzarsi fi­no ai nostri giorni.

 

Piero Damarco  (22/9/1957 Alfiano Natta - AL) è laureato in Scienze Geologiche con indirizzo stratigrafico-paleontologico ed è responsabile per i Beni Paleontologici e Conservatore Museale presso il Museo paleontologico territoriale dell'Astigiano. Ha prestato la sua consulenza scientifica sia per il Comune di Asti che per l'Ente di Gestione delle aree protette del Parco paleontologico astigiano, seguendo in prima persona gli scavi seguenti ai ritrovamenti di molti dei fossili di balene e delfini attualmente patrimonio del Museo paleontologico territoriale dell'Astigiano.

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