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Piemonte Parchi

Casale, la città che ha riscoperto il suo fiume

Con questo articolo iniziamo un viaggio che, nelle intenzioni, vuole fare conoscere di più e meglio - ai lettori di Piemonte Parchi - i progetti e le iniziative realizzati dalle Aree protette regionali che hanno avuto ricadute positive per il territorio e per la popolazione. Un mondo, quello degli Enti di gestione delle aree protette, che si contraddistingue per la volontà e la capacità di "fare", una qualità importante che cercheremo di fare emergere attraverso un "tour" in dieci tappe, una per ciascun ente. Cominciamo dal Po piemontese e dal progetto "Vivere il Po a Casale Monferrato".

  • Alessandro Paolini
  • Febbraio 2023
Giovedì, 25 Maggio 2023
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Da sx in alto in senso orario: Il Po nei pressi di Casale, Occhio di pavone, Bosco di Pastrona e Lycena dispar - Foto Arch. EGAP Po piemontese Da sx in alto in senso orario: Il Po nei pressi di Casale, Occhio di pavone, Bosco di Pastrona e Lycena dispar - Foto Arch. EGAP Po piemontese

"Vivere il Po a Casale Monferrato" è il titolo, di per sè eloquente, del progetto promosso nel 2020 dall'allora Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese - alessandrino, in partnership con il Comune di Casale Monferrato e realizzato in tre anni grazie al cofinanziamento della Compagnia di San Paolo, sui fondi del bando "Restauro Ambientale Sostenibile".

Piemonte Parchi se ne era già occupato, proprio nel 2020, con un articolo di presentazione di Raffaella Amelotti. Oggi torniamo a parlarne, a progetto concluso, per capire quali risultati siano stati raggiunti.

"Se devo individuare il risultato più importante penso al riavvicinamento della popolazione di Casale Monferrato al fiume Po, non più visto come un semplice elemento del paesaggio, a volte un po' scomodo, ma come una risorsa e un'opportunità" racconta Maria Teresa Bergoglio, referente del progetto per l'attuale Ente di gestione delle Aree protette del po piemontese, insieme al collega Luca Cristaldi.

Le linee guida del progetto

Il progetto si inserisce all'interno di un quadro internazionale, quello degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile indicati dalle Nazioni Unite nell'Agenda 2030, di cui intendeva realizzare, in particolare, il 15° "goal", denominato "Vita sulla terra", attraverso due linee di intervento: la riqualificazione delle aree naturali o di connessione lungo i sette chilometri di fiume che attraversano la città e la costruzione di una nuova relazione tra il Po e la città di Casale Monferrato.

Obiettivo riuscito, possiamo dire oggi: nei tre anni di durata sono stati investiti oltre 600mila euro, bonificando e riqualificando zone marginali, lascito di attività industriali e dell'espansione urbanistica della città, che ora sono aree dedicate alla fruizione, allo svago e oasi di naturalità.

"Si è trattato di una vera e propria inversione di tendenza: le aree marginali della città sono diventate un punto di forza. Oggi i cittadini si sono riappropriati del loro fiume che sfruttano per passeggiare e come luogo di ritrovo, soprattutto d'estate, grazie anche alle numerose iniziative culturali e di svago organizzate da diversi enti o soggetti" prosegue Bergoglio.

"Sul fiume sono tornate canoe e barche, e per loro è in fase di realizzazione, da parte del comune, un nuovo pontile galleggiante. Ma l'aspetto importante di questo progetto è che riqualificazione e fruizione sono andate a braccetto, e l'una è stata il presupposto dell'altra. Se oggi il pubblico può godere di aree naturali più ampie e fruibili è grazie alla riqualificazione del capitale naturale, con interventi di contenimento delle piante alloctone e di potenziamento delle varietà autoctone, il recupero di aree marginali come quella nei pressi dell'ex area mercatale; qui è stato "liberato" un viale alberato di querce grazie all'abbattimento di un muro, che ha permesso la nascita di un'area verde con affaccio sul Po, che collega il fiume alla città. Tutti interventi che si vanno ad aggiungere alla sistemazione di aree e alla manutenzione dei sentieri e che in prospettiva consentiranno il collegamento delle ciclabili con la ciclovia VENTO, che passa nelle vicinanze".

Il circolo virtuoso innescato dal progetto

Ma i benefici derivati da "Vivere il Po a Casale Monferrato" non sono finiti qui, si moltiplicano grazie all'innesco di una sorta di circolo virtuoso, ed è ancora Maria Teresa Bergoglio a raccontarli.

"Abbiamo avviato una collaborazione fattiva con il mondo della scuola. Ente parco e Università degli Studi di Torino conducono infatti un'attività di monitoraggio degli impollinatori, grazie alla creazione di assegni di ricerca, che si propone di studiare cause e rimedi della diminuzione del numero di questi insetti così importanti per la nostra esistenza. Un altro aspetto, che mi sta personalmente a cuore, è il coinvolgimento presso le nostre aree protette di volontari nell'ambito del progetto europeo European Butterfly Monitor Scheme (EBMS) che riunisce migliaia di persone in tutta Europa nel conteggio delle specie di farfalle, seguendo un metodo condiviso. Si tratta di un'attività che si è già svolta nel 2021 e 2022 proprio nei siti interessati dal progetto con buoni risultati, e che ripartirà anche quest'anno, coinvolgendo anche gli studenti. 

"Un'altra importante collaborazione in corso è quella con l'Università del Piemonte orientale nel monitoraggio dei chirotteri e dei rondoni. Sono stati realizzati anche momenti di formazione e divulgazione per la scuola e uscite di osservazione sul territorio. Inoltre a breve verrano posizionate delle batbox e delle casette per uccelli, per accogliere e proteggere questi animali" conclude Bergoglio.

 

Un itinerario nel Parco del Po tutto da provare

La Regione Piemonte (con la L.R. n. 19/2009 e successive modifiche) aveva istituito la Riserva naturale delle Sponde fluviali di Casale Monferrato, riconoscendo così i risultati già raggiunti in termini di bonifiche o riqualificazioni di aree un tempo ai margini e oggi trasformate in zone di fruizione per tutti.

E' possibile compiere un interessante itinerario nel Parco del Po, che parte dal Bosco della Pastrona e arriva al "Parco EterNot" alla scoperta di ambienti di partecipazione collettiva a vantaggio dell'ambiente.

Un bosco golenale, un bosco urbano, una riserva naturale: tutte questo è il Bosco della Pastrona che si sviluppa lungo la sponda destra del Po, che in quel punto attraversa Casale Monferrato. Un'area verde che rientra nella Riserva naturale delle Sponde fluviali di Casale Monferrato, gestita dall'Ente di gestione delle aree protette del Po piemontese. In questo bosco è possibile seguire un percorso ad anello che consente una facile passeggiata di 5 chilometri durante la quale è possibile fare osservazioni naturalistiche, ma anche provare i percorsi "Kintana", itinerari per mountain bike, curati dall'associazione Fiab Monferrato Bike, o fare una gita sull'acqua a bordo del barcè, tipica imbarcazione fluviale a fondo piatto (per info: www.amicidelpocasale.it), unirsi a una salutare camminata con i soci di Cai-Casale cammina o - ancora - collaborare alle attività del Circolo Verdeblu di Legambiente.

"Il progetto realizzato in quest'area è stato per il Parco un'esperienza pilota. Sarà fondamentale, in futuro, il contributo di attività, proposte stimolanti, cura e collaborazione che verrà da cittadini e associazioni" sottolinea la Direttrice dell'Ente-Parco, Monica Perroni. "Si tratta di un tassello della Foresta condivisa, importante progetto che coinvolge tutto il Parco del Po piemontese, con grandi potenzialità per la fruizione, in primis per l'educazione ambientale. Un approccio che rimanda alla filosofia dei siti Unesco e una buona pratica da esportare" conclude Perroni.

Per approfondimenti:

Un parco in città e una storia d'acqua e di "polvere"

In bici nei parchi

Sito Aree protette del Po piemontese

 

 

 

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