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Le farfalle del Parco naturale del Ticino

L 'elenco delle specie di farfalle diurne presenti nel Parco del Ticino è aggiornato al 31 dicembre 2021, data alla quale si aveva notizia dell'osservazione di 87 specie. Tuttavia, 13 di queste non sono state ritrovate dopo il 2004 ed è probabile che si tratti di specie estinte.

  • Marco Ricci
  • Luglio 2022
Martedì, 26 Luglio 2022
Argynnis adippe  | Foto A. Serini Argynnis adippe | Foto A. Serini

Le 87 specie appartengono a tutte le sei famiglie che hanno rappresentanti sul territorio nazionale anche se la Hamearis lucina, che è l'unica specie europea della famiglia Riodinidae, diffusa soprattutto nell'America tropicale, è una delle specie oggi verosimilmente scomparse. Delle famiglie che compaiono nell'elenco, la più rappresentata è quella dei ninfalidi (Nymphalidae) con 35 specie pari al 40% del totale, seguita da quella dei licenidi (Lycaenidae) con 28 specie (32%), dai pieridi (Pieridae) e dagli esperidi (Hesperidae) con 10 specie (11%) ciascuna, dei papilionidi (Papilionidae) con sole 3 specie (3,4%) e, infine, delle Riodinidae con un'unica specie (1,1%).

Le conoscenze sulle farfalle del parco erano già state riassunte da Balletto e Cassulo in un lavoro redatto al termine di una serie di prospezioni durata dal 2002 al 2005 e nel quale erano citate 72 specie, sei delle quali verosimilmente erano già estinte a quell'epoca: Zerynthia polyxena, Satyrium acaciae, Brenthis hecate, Boloria selene, Melitaea britomartis e Coenonympha oedippus. Dopo il 2005 a questa lista si sono aggiunte numerose altre specie, per lo più grazie all'opera di Paolo Palmi. Recentemente, infine, grazie alla cortesia di Umberto Riboni, è emerso un elenco di specie che due specialisti novaresi, Giorgio Leigheb ed Ettore Riboni, avevano osservato sulle sponde novaresi del Ticino negli anni '50 e '60 del Novecento.

Complessivamente, la nuova checklist delle farfalle diurne del Parco Naturale del Ticino comprende 87 specie, 13 delle quali non più osservate dopo il 2005 e verosimilmente estinte; l'attuale comunità di farfalle del Parco include quindi 74 specie.

Di altre due specie (Spialia sertorius e Pieris mannii) sono disponibili osservazioni la cui documentazione non ne consente una determinazione inoppugnabile: queste specie non sono incluse nella checklist ma sono comunque discusse nel capitolo Altre specie.

La recentissima pubblicazione dell'Atlante delle farfalle del Parco Lombardo della Valle del Ticino  offre poi una preziosa opportunità per confrontare le popolazioni di farfalle dei due parchi del Ticino. Il parco lombardo (91.140 ettari, di cui 18.000 di aree urbane) è assai più vasto di quello piemontese (6.560 ettari) ma soprattutto comprende ambienti più diversificati. La sua checklist comprende 102 specie per 18 delle quali non sia hanno notizie di avvistamenti posteriori al 2010 e sono pertanto considerate estinte: la sua attuale comunità di farfalle comprende quindi 84 specie. Come largamente atteso, le farfalle del parco piemontese sono in massima parte presenti anche nel parco lombardo: le sole eccezioni sono rappresentate da Hamearis lucina, un tempo presente sulle sponde piemontesi del Ticino ma ormai estinta, e da Argynnis pandora che nel parco piemontese è stata osservata nel 2013, nel 2014 e poi ancora recentissimamente nel maggio 2022.

Farfalle che rischiano l'estinzione

Nel Parco del Ticino piemontese sono state segnalate quattro specie incluse in almeno uno degli allegati della direttiva ma per tre di loro mancano osservazioni negli ultimi decenni, tanto da far pensare che siano estinte nell'area protetta: Coenonympha oedippus, Zerynthia polyxena, Maculinea arion, Coenonympha oedippus. Queste sono riportate negli Allegati II e IV della Direttiva Habitat,ovvero la Direttiva n. 92/43/CEE approvata il 21 maggio 1992 che promuove il mantenimento della biodiversità negli stati dell'Unione Europea mediante la conservazione dei loro habitat naturali. 

Nel 1948 l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha istituito la Lista Rossa delle specie, spesso indicata come Red List, in cui si valuta il rischio di estinzione di migliaia di specie e sottospecie animali e vegetali del pianeta e che costituisce il più ampio database di informazioni sul loro stato di conservazione. Da allora sono state elaborate molte liste rosse regionali dedicate agli organismi, o a un gruppo di essi, di una determinata area geografica.

Ogni lista rossa assegna le specie prese in esame a una categoria di rischio indicata da una sigla che è uguale per tutte le liste mondiali. Le categorie in cui ricadono le farfalle del parco sono quattro:  

  • Endangered - In pericolo
  • Vulnerable -Vulnerabile
  • Near Threatened - Quasi minacciata
  • Least Concern – Minore preoccupazione

Nella checklist sono incluse le categorie di rischio cui le varie specie sono state assegnate dalle liste rosse consultate: tuttavia, per meglio evidenziare le criticità riscontrate, non è stata indicata alcuna sigla quando la specie è assegnata alla categoria LC (Minor preoccupazione). Le liste rosse utilizzate sono quella delle farfalle diurne d'Italia e d'Europa. Quest'ultima fornisce due indicazioni distinte: la prima relativa all'Europa geografica (dall'Islanda agli Urali e dalla Terra di Francesco Giuseppe al Mediterraneo), l'altra relativa al territorio dei 27 stati che, all'epoca della sua redazione, aderivano all'Unione Europea (in gran parte gli stessi che ne fanno parte oggi ma mancava la Croazia, che avrebbe aderito nel 2013, e c'era invece ancora il Regno Unito che ha lasciato l'Unione nel 2020).

Tra le farfalle del Parco, il Cacyreus marhalli, non è valutato nelle liste rosse perché alloctono e non considerato parte della fauna italiana o europea.

Categorie di rischio per cambiamenti climatici

Nel 2008 è stata pubblicata una poderosa valutazione del rischio di estinzione che molte specie di farfalle europee corrono a causa degli imponenti cambiamenti climatici in atto. L'obiettivo di questa valutazione era quello di produrre conoscenze e previsioni su cui impostare politiche europee per arrestare, o comunque minimizzare, la perdita di biodiversità.

La metodologia adottata è assai complessa. Fondamentalmente, l'intero territorio europeo è stato suddiviso in maglie di 50 km di lato e, di ognuna di esse, è stato descritto il clima ricorrendo a una lunga serie di indicatori.
È stato così possibile riconoscere come la distribuzione di molte specie di farfalle fosse limitata ai territori che condividevano determinate caratteristiche climatiche. A questo punto sono stati scelti tre distinti scenari per l'evoluzione del clima continentale e, per ognuno di essi e per ogni specie, è stata valutata la percentuale del territorio attualmente occupato che potrebbe diventare inospitale. Al termine di questa valutazione, è stato possibile suddividere molte specie in cinque categorie. 

I modelli climatici elaborati non sono però in grado di spiegare in maniera soddisfacente la distribuzione di tutte le farfalle europee. È stata definita, pertanto una sesta classe che raccoglie le specie la cui distribuzione non può essere predetta sulla base dei modelli climatici e che, in via prudenziale, sono state definite potenzialmente a rischio. Nella checklist delle farfalle del parco, nella colonna dedicata all'indicazione del rischio per i cambiamenti climatici, non è stata indicata alcuna sigla per le specie assegnate a quest'ultima categoria.

Tra le farfalle del Parco, l'unica assegnata alla più alta categoria di rischio (HHHR) è il Cacyreus marshalli che è anche l'unica specie alloctona.

Per saperne di più

Scarica qui lo studio propedeutico all'Atlante delle farfalle del Parco naturale del Ticino piemontese 

 

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