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Il futuro dei parchi è su due ruote

Sui sentieri delle aree naturali protette sono arrivati nuovi ciclisti e qualche parco si sta impegnando in proposte turistiche ad hoc. Ma l'avvento delle e-bike spinge gli enti a regolare in modo stringente (e diverso) l'attività. Vediamo come. 

  • Elisa Rollino
  • Maggio 2022
Mercoledì, 1 Giugno 2022
 Foto p.g.c. Christian Bosio Foto p.g.c. Christian Bosio

Sono aumentati negli ultimi decenni e il loro numero sembra destinato a crescere ancora. I guardiaparco li vedono percorrere i sentieri esistenti e aprirne di nuovi, anche su terreni impervi. Dopo l'esperienza del confinamento domestico a causa della pandemia, hanno cominciato a muoversi in gruppi, soprattutto famigliari, inoltrandosi nei parchi più vicini ai grandi centri urbani.

Non si tratta dell'invasione di una nuova specie animale, ma dell'aumento consistente di una categoria di fruitori delle aree protette piemontesi: i ciclisti. La crescita della loro presenza è diventata sempre più evidente - stando alle testimonianze di chi lavora per gli enti parco - e ciò accresce la popolarità delle aree protette ma apre la strada anche a problemi legati alla convivenza tra fruitori e alla compatibilità di tale attività con le esigenze di tutela della flora e della fauna.

Meno grigliate e più ruote, alle Vallere le famiglie vanno in bici

"Dopo il lockdown causato dalla pandemia, abbiamo visto nascere un nuovo interesse per le attività all'aria aperta e in particolare per l'utilizzo della bicicletta all'interno del parco" spiega Michol Bramardi, tecnico delle Aree protette del Po piemontese. Le presenze sono aumentate soprattutto nell'area attrezzata Le Vallere, alla confluenza del Torrente Sangone nel Po, tra Moncalieri e Torino.

A invogliare gli amanti dell'attività all'aria aperta nella scelta dei quei sentieri è stato anche un cambiamento nella regolamentazione della fruizione del territorio: "Dare un limite alle possibilità di accedere fuochi per le grigliate, ha reso l'ambiente più gradevole per questo tipo di fruitori che, a mano a mano, hanno cominciato ad aumentare" sostiene Alberto Tamietti, guardiaparco del Parco del Po.

Per rispondere al nuovo interesse, nel 2020, è arrivato anche a Le Vallere il servizio di noleggio delle biciclette: "È stato un modo per rispondere all'esigenza nata dopo il lockdown, quando per le strade del parco hanno fatto la loro comparsa nuove famiglie che percorrevano le strade in bici", conferma Bramardi. La flotta è composta da 150 mezzi a metà strada tra bici da città e mountain bike, ed è gestita dall'azienda Rent Bike che si occupa del servizio anche a Cascina Prato Pascolo nel Parco La Mandria.

Al Parco La Mandria i ciclisti sono del posto

Alla Mandria, nelle Aree protette dei Parchi Reali, i punti per il noleggio di biciclette sono ormai tre. Rent Bike, di Stefano Martino, gestisce quello di Cascina Prato Pascolo (ingresso di Venaria Ponte Verde) che conta un gran numero di mezzi a disposizione tra cui due handbike, che permettono anche alle persone con disabilità di muoversi su due ruote sfruttando la forza delle braccia. "Con 500 bici, qui a La Mandria, siamo il più grande noleggio con sede fissa", dichiara Martino. La sua azienda, come altre del settore, ha risentito economicamente del periodo di confinamento domestico legato alla pandemia, ma ha visto anche nascere un nuovo interesse per questo tipo di fruizione: "Dopo il lockdown c'è stato un aumento di gradimento per questo tipo di proposta, aggiunge Martino. E l'età di chi sceglie la bici per percorrere il parco è eterogenea".

A Cascina Oslera, sempre nel Parco La Mandria, l'idea di ciò che sta succedendo è chiara: "Il numero delle persone che noleggia i nostri mezzi è rimasto stabile negli ultimi anni, ma vediamo arrivare più gente in bici nell'area protetta, spiega Giorgio Girardi, che gestisce il punto di accoglienza vicino all'ingresso di Robassomero e che mette a disposizione, da 7 anni, 150 biciclette. "La nostra impressione è che la nuova ondata non sia composta da cicloturisti, quanto da ciclisti della zona" aggiunge.

Nel mese di maggio, il noleggio bici di Cascina Rampa (ingresso Tre Cancelli di Venaria) compie un anno ed è l'unico a mettere a disposizione anche e-bike. L'impressione del gestore, Paolo Bernardi, è simile a quella del suo collega: "Circa il 95% di chi noleggia è italiano, si vedono pochi turisti invece" spiega. A disposizione ci sono 13 e-bike, 15 biciclette tradizionali e 10 da bambino, e d'estate tali mezzi vanno a ruba: "In quel periodo lavoriamo quasi al completo, nei mesi invernali invece c'è poco movimento" spiega.

Alpi Marittime e Po piemontese al lavoro per attirare nuovi ciclisti

Intanto c'è chi sta lavorando per attirare i cicloturisti nelle aree protette. A marzo, alla Fiera del cicloturismo di Milano, il Comune di Cuneo ha portato l'e-book 'Cuneo e dintorni in bicicletta', uno dei volumi nati dalla collaborazione tra diverse aree protette. "L'e-book è una guida scaricabile dal sito Bikeitalia.it, e realizzata grazie al progetto Patrim che vuole incentivare lo sviluppo della destinazione eco-turistica delle Alpi del Mediterraneo" spiega Giorgio Bernardi del servizio fruizione e promozione, comunicazione delle Aree protette Alpi Marittime. Patrim ha previsto la realizzazione di un'altra guida scaricabile in rete: 'Le Alpi del Mediterraneo in bicicletta'.

Il progetto rientra nell'ambito del Piano Integrato Territoriale Alpimed, cofinanziato dall'Unione Europea con il Programma Interreg VA Italia Francia Alcotra 2014-2020. "La realizzazione degli e-book è stata coordinata dal Parco fluviale Gesso e Stura, con la collaborazione nostra e del Parco nazionale del Mercantour" dettaglia Bernardi.

Il Parco del Po piemontese, invece, ha portato chi si occupa di cicloturismo direttamente nell'area protetta con la prima Bike Esperienze che si è svolta sabato 9 e domenica 10 aprile a Le Vallere. Nei due giorni 3.943 persone hanno potuto visitare gli stand di 35 espositori e partecipare alle attività proposte. "La manifestazione è il lancio delle attività con le bici che faremo Le Vallere in primavera e in autunno e il nostro obiettivo è riproporla ogni anno, in apertura della nuova stagione di iniziative" spiega Michol Bramardi che ha seguito l'organizzazione.

L'idea di riportare l'attenzione su questo tipo di attività, attraverso una fiera, è nata proprio da Bramardi e da Alessandro Ippolito, socioUisp e dell'associazione Torino Bike Experience, che ha co-organizzato la manifestazione. I due ne avevano parlato la prima volta durante un sopralluogo per rilanciare la fruizione cicloturistica di Corona Verde, la grande cintura che abbraccia Torino attraverso campi, aree verdi, reti fluviali e residenze reali.

Le date della prossima edizione sono già state fissate al 15 e 16 aprile 2023 e gli organizzatori auspicano di replicare i buoni risultati raggiunti. Oltre ai visitatori classici dell'area protetta - famiglie e amanti dell'attività all'aria aperta - la Bike Experience ha portato infatti a Le Vallere, fruitori nuovi, ciclisti tecnicamente preparati, che hanno apprezzato l'alto livello della proposta.

Ma quale valore aggiunto di un parco per i ciclisti? "Il cicloturismo in un'area protetta è più piacevole perché si svolge fuori dal centro cittadino ma in un'area comunque gestita e in un ambiente naturale intatto" risponde Alessandro Ippolito. L'associazione sta ora lavorando al prossimo trail che toccherà anche i territori dei parchi piemontesi: la Nord Ovest Devide in partenza il 17 giugno dalle Cascate del Toce, ai 1.675 m s.l.m. in Val Formazza, nelle aree protette dell'Ossola, per arrivare a Laigueglia. "Ma il nostro obiettivo è creare un percorso ad hoc per i parchi piemontesi" rivela Ippolito. Intanto la scelta delle Vallere non è caduta a caso: "Per i ciclisti è una location interessante, proprio di qua passa infatti l'Euro Velo 8, una grande arteria cicloturistica d'Europa, che partendo dallo stretto di Gibilterra arriva fino a Cipro – spiega Ippolito –. Inoltre è collegata ad Alba e con Chieri attraverso il progetto Blue Way". Rimane intanto da completare il collegamento con La Mandria attraverso Corona Verde e quello che permetterà di raggiungere l'area cuneese del Parco.

In collina il decalogo del buon ciclista

Ma che cosa accade quando nel parco aumentano i ciclisti? Spesso il loro flusso rischia di compromettere la convivenza tra i fruitori dell'area protetta e la salvaguardia della flora e della fauna. Ne sanno qualcosa direttori e funzionari dei parchi dove le mountain bike hanno cominciato a sfrecciare decenni or sono. "Sulla collina l'aumento di mountain bikers è costante da 20 anni e, soprattutto nei primi tempi, siamo stati testimoni di tensioni non solo tra i fruitori di sentieri ma anche con gli agricoltori e con chi in questa zona fa legna" racconta Enrico Castello, guardiaparco Parco del Po piemontese, il cui ente di gestione si occupa anche del Parco naturale della Collina di Superga. Ciò è accaduto in un territorio dal grande valore naturalistico, riconosciuto a livello europeo. È inserito, infatti, Rete Natura 2000 come Zona Speciale di Conservazione e fa anche parte della Riserva della Biosfera MaB Unesco CollinaPo. Lì, la rete sentieristica è fitta, non tutta mappata, e ripercorre in parte la vecchia viabilità forestale.

"Con gli anni chi vive sul territorio si è abituato alla presenza delle mountain bike e il livello dello scontro è sceso, ma con l'avvento delle e-bike la situazione è diventata di nuovo critica perché è ulteriormente aumentato il numero di ciclisti", rivela Castello. Per questo motivo, ad aprile dello scorso anno, il Parco del Po piemontese ha formulato un decalogo assieme alle associazione di mountain bikers, per l'utilizzo corretto dei sentieri del parco. "Si tratta di un appello ad adottare comportamenti corretti. Il problema da affrontare consiste soprattutto nella tendenza ad aprire percorsi nuovi, accentuata dalla disponibilità di bici a pedalata assistita che hanno ampliato la capacità di accesso" racconta Dario Zocco, ex direttore dell'ente di gestione del parco, ora in pensione.

Con le e-bike si può arrivare in aree che una volta si percorrevano solo a piedi, rischiando di disturbare la fauna e danneggiare la flora, oltre che compromettere la qualità dei sentieri: "Al rischio per l'ambiente naturale si aggiunge quello per l'integrità dei sentieri: questo tipo di mezzi tende a smuovere le pietre aumentando l'esigenza di manutenzione dei tracciati".

'Rispetta la natura, pianifica le uscite, resta sul sentiero, evita i sentieri in caso di fango, non modificare il sentiero, guida con prudenza, rispetta gli altri e modera la velocità, annuncia il tuo arrivo, dà la precedenza a chi cammina o occupa il sentiero per lavori forestali, sorpassa con prudenza': queste le regole del decalogo illustrate nei cartelli sui sentieri della collina. L'iniziativa è nata per salvaguardare la natura, ma anche le persone: "Volevamo evitare che i proprietari dei terreni fossero esasperati e ricorressero ad atteggiamenti pericolosi come tirare fili di ferro attraverso il sentiero", rivela Zocco.

Stop alle bici sui sentieri delle Aree protette dell'Ossola

Spesso chi va in bici nei parchi non conosce alcune regole di base, come spiega Zocco: "Pochi sanno che non è possibile aprire nuovi sentieri a meno che non si siano presi accordi con i proprietari dei terreni e con l'ente di gestione dell'Area protetta che deve garantire che venga salvaguardata flora e fauna".

Buona parte dei parchi piemontesi si sta però dotando di uno strumento in più per definire ciò che è possibile fare o meno all'interno del loro territorio. Il regolamento delle aree protette, in molti casi in fase di approvazione, potrà infatti definire limiti stringenti all'utilizzo della bici in alcune zone.

Il documento viene adottato dal consiglio dell'ente di gestione, sentita la consulta per la promozione del territorio, ed è approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale. Disciplina le attività e i comportamenti consentiti ed eventuali integrazioni o deroghe ai divieti. "Regola tutte le attività compreso il transito in bici perché, benché non sia l'attività prevalente sui territori montani come il nostro, con l'avvento delle e-bike, negli ultimi anni c'è stata esplosione delle presenze" dichiara Daniele Piazza, direttore delle Aree protette dell'Ossola. Il loro regolamento è già stato adottato a dicembre dello scorso anno e in fase di approvazione in Regione. "Finora non abbiamo riscontrato problemi particolari sui sentieri, ma visto la veloce evoluzione del settore delle bici a pedalata assistita, abbiamo agito in maniera preventiva individuando gli unici tracciati percorribili" annuncia Piazza. Quelli non inseriti nel regolamento, quindi, non saranno accessibili a ciclisti: "In montagna i sentieri sono stretti, soggetti a continua manutenzione, non è possibile consentire il passeggio contempo di pedoni e ciclisti – spiega -. Rimarranno a disposizione di questi ultimi solo i percorsi carrabili e le piste agro silvo pastorali". Il regolamento prevede però un'eccezione: "Abbiamo previsto di consentire la circolazione lungo l'anello dell'Alpe Devero perché comunque è molto battuto dalle mountain bike".

 

 

 

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