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Scontri silenziosi ai piedi del Re di Pietra

Considerato l'interesse suscitato dall'argomento, torniamo a parlare degli incidenti stradali che coinvolgono la fauna selvatica raccontandovi di un progetto avviato dal Parco del Monviso. 

  • Debora Barolin, Marco Rastelli
  • Gennaio 2021
Lunedì, 7 Febbraio 2022
Scontri silenziosi ai piedi del Re di Pietra

Lunga e diritta correva la strada"... veloce il rospetto saltava... ma la morte il rospetto aspettava. Parafrasando una vecchia canzone del '68, torniamo a parlare di incidenti stradali che coinvolgono la fauna selvatica.
Secondo l'Osservatorio di ASAPS (Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale) in Italia, nel corso del 2020, il 4 % degli incidenti ha interessato anche animali selvatici.

Cercando di guardare gli accadimenti da un'angolazione inconsueta potremmo chiederci: "Sono gli animali selvatici ad attraversare le strade oppure sono le strade che attraversano gli habitat delle specie che con noi condividono la vita sulla Terra?". Di certo, fauna e umani sovente faticano a interagire nel rispetto della conservazione di ambienti e specie e, anche per questa ragione, è bene tentare di analizzare come ciò avvenga, quando e come. 

Monviso Roadkill

Sono trascorsi due anni e mezzo dal lancio del progetto iNaturalist "Monviso Roadkill", con il quale il Parco del Monviso ha iniziato a indagare l'incidenza del traffico veicolare sulla mortalità di fauna selvatica nel territorio della Riserva MaB "Man and Biosphere" Monviso Unesco e lungo la sua rete stradale.

In questo periodo, sono 120 le osservazioni raccolte (camera-2112207 960 720): un buon numero, che ci rivela come nell'area di indagine siano state coinvolte in incidenti stradali fatali 41 diverse specie animali. Quella maggiormente colpita risulta essere il Riccio comune, seguita da Rospo comune, Volpe, Tasso, Minilepre, Piccione comune e Tortora dal collare. La raccolta di dati ha tuttavia evidenziato che negli incidenti sono coinvolte anche molte altre specie che penseremmo più relegate a una vita lontana dalle strade, come Marmotta, Fagiano comune, Gallinella d'acqua, Peppola, Picchio Rosso Maggiore, Civetta, Gufo comune, Faina, Martora, Donnola e Puzzola, Quercino, Scoiattolo comune, Gheppio, Poiana, Talpe, diversi insetti e serpenti e l'endemica Salamandra di Lanza, abituale frequentatrice delle alte valli intorno al Re di Pietra.

Il progetto, arricchito di dati di anno in anno e tuttora in corso, permetterà di evidenziare sempre meglio quali sono le aree a maggiore criticità per l'attraversamento della fauna selvatica e sin da ora ci insegna che ogni attività umana ha degli impatti sulle specie selvatiche: nel caso specifico, un semplice progetto di citizen science sta dimostrando come la rete stradale interrompa la continuità degli habitat naturali delle specie che, spostandosi per esigenze alimentari, riproduttive o per la semplice ricerca di un rifugio, si scontrano con una barriera che può diventare spesso insuperabile.

Cosa possiamo fare

Per aiutare lo svolgimento dell'indagine e comprendere meglio questo fenomeno, chiunque può contribuire alla raccolta dati: lo si può fare inviando una segnalazione attraverso la piattaforma INaturalist, dedicata al progetto Monviso Roadkill oppure mediante l'app INaturalist su smartphone (maggiori informazioni alla pagina https://www.parcomonviso.eu/attivita/i-monitoraggi-scientifici/road-kill ).

 

PS. Se qualcuno non avesse riconosciuto la canzone di cui si parlava all'inizio dell'articolo, si trattava di "Canzone per un'amica" di Francesco Guccini, pubblicata dal cantautore nel 1967 nel suo primo album e poi interpretata magistralmente anche dai Nomadi (e successivamente da molti altri artisti).

 

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