Stampa questa pagina

Fiumi e laghi in salute contro i cambiamenti climatici

Preservare lo stato di salute dei fiumi e dei laghi piemontesi per diminuire il rischio di eventi distruttivi, come le alluvioni, e aumentare la resilienza del territorio ai cambiamenti climatici. Sono alcuni degli obiettivi che la Regione Piemonte intende perseguire con il "bando di riqualificazione dei corpi idrici" che consente il finanziamento e quindi la realizzazione di numerosi progetti sul territorio regionale, anche nelle Aree protette.

  • Alessandro Paolini
  • Dicembre 2021
Giovedì, 3 Febbraio 2022
La Lanca di San Michele, presso Carmagnola, area oggetto degli interventi finanziati dal Bando 2019 - Foto R. Ostellino La Lanca di San Michele, presso Carmagnola, area oggetto degli interventi finanziati dal Bando 2019 - Foto R. Ostellino

Dalla riqualificazione degli ecosistemi fluviali al ripristino della vegetazione circostante, dalla creazione di fasce arboree "tampone" alla conservazione o recupero di ambienti umidi: sono tredici i progetti ammessi al finanziamento del bando di riqualificazione dei corpi idrici 2021, per un totale di quasi tre milioni di euro. Dal 2018 ad oggi i fondi erogati per realizzare progetti di riqualificazione ammontano a circa 9 milioni di euro, una somma destinata a crescere ancora, in virtù dei circa 3 milioni che verranno stanziati per l'edizione 2022 del bando. Cifre importanti, che attestano l'attenzione della nostra Regione nell'affrontare le criticità di fiumi e laghi, individuate anche grazie al Piano di Tutela delle Acque, uno strumento di pianificazione fondamentale che era fermo dal 2007 e che ora, completamente revisionato alla luce dei cambiamenti climatici, è stato approvato dal Consiglio regionale.

Tutelare la "risorsa acqua" per difendere il territorio

"Il tema dell'acqua è uno dei più importanti, bisogna velocizzare questi interventi, fondamentali per prevenire quanto sta accadendo nel mondo, ma anche nella nostra regione, per effetto dei cambiamenti climatici" ha osservato l'Assessore regionale all'Ambiente Matteo Marnati lo scorso 24 novembre, nell'introdurre i lavori del webinar "Programma di interventi su fiumi e laghi" che ha presentato gli esiti del bando 2021 e l'edizione 2022.

Anche l'anno prossimo, dunque Comuni, Province, Città metropolitana ed Enti Parco - singolarmente o associandosi tra loro - potranno presentare progetti mirati a riportare l'ambiente fluviale e lacuale verso il recupero della naturalità, una condizione che insieme al miglioramento degli aspetti paesaggistici e di fruizione, consente la riattivazione di molti servizi ecosistemici necessari per affrontare in modo duraturo l'emergenza ambientale. Si pensi come un corso d'acqua che disponga di un sufficiente spazio e adeguati processi naturali di ricarica delle falde sia in grado di assorbire meglio le brusche alterazioni di portata che accompagnano gli eventi piovosi estremi o di contribuire alla ricarica delle falde per superare meglio periodi di siccità.

Le quattro edizioni concluse hanno permesso di realizzare quarantasei interventi tra i quali figurano l'adeguamento di opere idrauliche con scale per la risalita dei pesci, la gestione oculata della vegetazione perifluviale, il rimodellamento dell'alveo e delle sponde, l'automazione delle paratoie in corrispondenza di traverse ad uso irriguo accompagnata da installazione di strumenti di misura del prelievo per il rilascio del deflusso minimo vitale, il recupero di aree umide perifluviali quali laghi di cava, la ricostruzione di risorgive e lanche in progressiva scomparsa.

Nell'insieme si tratta di dare attuazione a una parte delle misure previste dai piani in materia di acque, quali il Piano regionale di tutela delle acque ed il Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po che indicano questi ed altri interventi necessari al raggiungimento del buono stato ecologico e chimico della risorsa acqua, obiettivo indicato dall'Unione Europea e di conseguenza impegno per tutti i Paesi Membri.

I numeri dell'edizione 2021

Tredici i progetti selezionati dall'apposita commissione tecnica e ammessi al finanziamento dalla Regione Piemonte, a conclusione del bando di riqualificazione dei corpi idrici del 2021. Si tratta di interventi che coinvolgono complessivamente trenta Comuni, sia singoli che associati, la Provincia di Asti e le Aree protette del Ticino e Lago Maggiore e del Paleontologico astigiano. Nello specifico le azioni riguarderanno le fasce boscate agroforestali lungo il torrente Scrivia, la riqualificazione dell'ecosistema fluviale dell'Orba da Casal Cermelli a Rocca Grimalda, la riqualificazione delle sponde del canale Roggia Molinara, con un approccio innovativo che permette di mantenerne il valore ecologico, il ripristino degli ambienti umidi perifluviali e l'apertura di nuovi rami fluviali, il miglioramento della biodiversità del lago d'Orta con il ripristino del canneto, il miglioramento della vegetazione lungo le sponde di fiumi nei centri urbani di Santo Stefano Belbo, Canelli, Venaria e Villafranca Piemonte con vantaggi anche paesaggistici e fruitivi.

Gli interventi nelle Aree protette

"Dal 2018 ad oggi i quarantasei progetti finanziati hanno interessato tre laghi, trenta corsi d'acqua e un canale" spiega Anna Maria Lanfranco, funzionaria del Settore Tutela delle Acque, Direzione Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte. "Gli interventi sono stati incentrati su riqualificazione morfologica, scale di risalita dei pesci, contenimento delle specie vegetali invasive e miglioramento della composizione forestale perifluviale, verifica del deflusso in alveo e costruzione di fasce tampone agroforestali per contenere l'inquinamento diffuso agricolo e sostenere le sponde". L'obiettivo è quello di comporre progressivamente negli anni un mosaico di interventi grandi e piccoli che insieme siano in grado di produrre effetti misurabili sulla qualità delle acque regionali." Si deve anche tener presente che la Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 prevede di ristabilire lo scorrimento libero di almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030, eliminando principalmente le barriere obsolete e ripristinando le pianure alluvionali.

Le Aree protette piemontesi si sono mostrate attente nell'usufruire di questa importante opportunità di finanziamento, partecipando ai bandi sia come capofila che come partners di altri enti.

Nel 2018 l'Ente di gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore è stato fra i promotori del progetto di riqualificazione delle fasce fluviali del fiume Sesia, mentre in occasione dell'ultimo bando approvato, quello 2021, ha proposto un intervento di riqualificazione della Roggia Molinara nei comuni di Bellinzago Novarese e di Oleggio con formazione di fasce tampone e nuove zone umide (le tradizionali marcite).

"Il progetto è finalizzato alla riduzione dell'inquinamento derivante dai nutrienti di origine agricola e dai pesticidi in agricoltura" spiega Monica Perroni, referente per l'Ente parco. "Prevede l'eliminazione della vegetazione alloctona invasiva insediata sulle sponde e nelle zone prossime agli interventi, l'integrazione delle opere di difesa spondale già presenti con l'applicazione di criteri di miglioramento ecologico con la formazione di gabbionate spondali riempite con materiale ciottoloso e di fasce tampone costituite da vegetazione autoctona arbustiva e arborea. Verranno inoltre realizzate nuove aree umide, in particolare le marcite, nelle zone di radura erbosa".

Anche l'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime si è dimostrato attivo su questo fronte. Nel 2020, infatti, è stato promotore di ben due progetti: il primo, in partenariato con il Comune di Demonte, realizzerà interventi di miglioramento del fiume Stura in Località Podio, con la realizzazione di un passaggio per i pesci, mentre il secondo, presentato come capofila, intende migliorare gli habitat acquatici Natura 2000, ripristinare la fascia arborea e arbustiva sulle superfici boscate degradate e creare nuove aree idonee alla riproduzione di anfibi.

Nel 2019 hanno presentato progetti anche l'Ente di gestione delle Aree protette dei Parchi Reali (lavori di miglioramento biologico ed idrologico del torrente Casternone), le Aree protette del Po piemontese (riqualificazione e riattivazione della Lanca di San Michele per incrementare la biodiversità e migliorare la funzionalità fluviale), quelle delle Alpi Cozie (rinaturalizzazione di un tratto artificializzato della sponda del lago grande di Avigliana) e quelle del Monviso (riqualificazione di aree demaniali nei comuni di Faule e Casalgrasso). Nell'ultimo bando del 2021, infine, da segnalare anche il progetto presentato dall'Ente di Gestione del Parco Paleontologico Astigiano, relativo a "La nuova foresta di Belangero".

"In un'area situata a pochi chilometri a sud della Città di Asti, interessata negli anni da un forte sfruttamento antropico per coltivazioni agronomiche e di cava, dove i boschi ripariali risultano spesso degradati e frammentati si è voluto creare un progetto incentrato sulla rinaturalizzazione e riqualificazione della piana esondabile" spiega Beatrice Demeglio, il tecnico forestale dell'Ente parco che ha seguito il progetto. 

"La progettazione della nuova foresta di Belangero ha previsto il miglioramento boschivo tramite il recupero di boschi tipici della piana esondabile, considerati habitat di interesse comunitario, come ad esempio gli alneti di ontano nero, l'aumento di superfici forestali ecologicamente evolute, grazie all'inserimento di specie come farnie, frassini e carpini, la realizzazione di aree arbustive di transizione tra gli ambienti aperti e forestali, con valore ecotonale, il controllo e l'eradicazione delle specie vegetali invasive e, infine, la rimozione del legname morto fluitabile, cioè che galleggia. Gli interventi proposti riguardano una superficie di circa 35 ettari e le zone interessate dal progetto ricadono per la quasi totalità all'interno di aree protette e nello specifico della Zona di Salvaguardia di Revigliasco, della Riserva naturale degli Stagni di Belangero e della Zona Speciale di Conservazione degli Stagni di Belangero. A sottolineare la valenza di questo progetto c'è il fatto che la progettazione è concorde con il Piano di Gestione del Sito Rete Natura 2000 Stagni di Belangero e gli obiettivi del progetto LIFE Insubricus" conclude Demeglio.

Potrebbe interessarti anche...

In questa primavera dal caldo anomalo, si va alla ricerca di luoghi in cui trovare un po' di ombr ...
Come ogni anno, nel mese di gennaio, nelle Aree protette del Po piemontese si è svolto il censim ...
Il paesaggio è dominato dalla presenza del complesso monumentale della Basilica di Superga, capo ...
E' possibile contemperare la tutela della fauna selvatica con la fruizione turistica all'interno ...