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Progetto Areté, ovvero ripristiniamo ecosistemi!

Lavorare insieme, superando i confini regionali, per ripristinare ecosistemi favorevoli alla biodiversità: è uno dei risultati del progetto Areté, che accomuna le aree protette del Ticino in Piemonte e Lombardia.

  • Alessandro Paolini
  • Marzo 2022
Mercoledì, 2 Marzo 2022
Bosa in estate - Foto M. Perroni Bosa in estate - Foto M. Perroni

Insieme è meglio

La collaborazione fra il Parco piemontese del Ticino e Lago Maggiore e il suo "cugino" lombardo, il Parco della Valle del Ticino, è un bell'esempio di come la tutela della biodiversità possa (e debba) essere perseguita scavalcando i confini regionali, perché la natura è unica.

"I nostri due parchi lavorano insieme da anni su diversi progetti, dagli Interreg ai Life, proprio come se fossimo un parco unico, e può capitare che vi sia uno scambio di buone pratiche e di competenze a seconda delle esperienze di ciascuno" spiega Valentina Parco (nomen omen!), responsabile del Settore Gestione Siti Natura 2000 del Parco della Valle del Ticino.

Dove c'è acqua c'è vita

Areté è un termine che per gli antichi greci significava virtù, ovvero "ciò che rende la vita umana degna di essere vissuta, ricca di significato ed esempio per gli altri". Ora è il nome di un progetto che accomuna numerosi soggetti pubblici e privati del Piemonte e della Lombardia (oltre ai due enti parco citati) e che si propone di valorizzare gli ecosistemi naturali e agricoli di una zona molto vasta ed eterogenea. L'area interessata dal progetto è un'ampia fascia di territorio a cavallo delle due regioni, che ha il suo fulcro nella Valle del Ticino e che comprende un sistema interconnesso di Parchi, Riserve e altre Aree protette.

Il progetto "Aretè – Gestione virtuosa della risorsa idrica e degli agroecosistemi per l'incremento del capitale naturale" prende in considerazione tre aspetti, collegati fra loro: le aree boscate, gli agro-ecosistemi e il reticolo irriguo.

Nei boschi, oggi minacciati dalla presenza massiccia di specie esotiche invasive, sono previsti interventi di restauro forestale, con rimozione delle infestanti e rinfoltimenti con essenze autoctone, allo scopo di ricostituire il più possibile la vegetazione forestale originaria

Con il termine agro-ecosistemi s'intendono invece le marcite, le bose, i prati sommersi ed altri ambienti agricoli tradizionali che hanno visto negli ultimi anni un progressivo abbandono e che tornano ora a rivivere, costituendo l'habitat ideale per molti animali. Il reticolo irriguo, infine, attraverso interventi mirati dovrebbe garantire una migliore circolazione dell'acqua, un approvvigionamento idrico adeguato e sostenibile e un diffuso aumento della biodiversità.

Gli interventi al Ticino piemontese...

"Al Ticino e Lago Maggiore siamo intervenuti nell'ambito del progetto Areté per recuperare due antiche pratiche della tradizione agricola locale, vale a dire le marcite e le bose" spiega Monica Perroni, referente del progetto per l'ente parco piemontese. "Nel 2021 abbiamo pubblicato per il terzo anno un bando, destinato ad aziende agricole e altri soggetti privati e pubblici, che prevede la concessione di finanziamenti fino a duemila euro per ciascun progetto selezionato e approvato dall'ente. Tra gli interventi ammissibili ci sono il recupero e il ripristino di bose abbandonate, la realizzazione di recinzioni protettive in legno, la piantumazione di essenze vegetali autoctone, la realizzazione di strutture e accessori per l'accoglienza e il tempo libero come pergolati, tavoli, panchette, pannelli descrittivi. Alla scadenza del 25 novembre abbiamo ricevuto quattro domande relative ad altrettante bose".

"Le marcite consistono nell'allagamento invernale dei campi con acqua in movimento, che non ghiaccia e consente la crescita dell'erba. Questa tecnica permetteva in passato di ovviare alla siccità e ottenere fino a due tagli in più di erba all'anno. Il fieno così ricavato diventava foraggio per le mucche che producevano un tipo di latte ricco di principi nutritivi ma di colore leggermente giallognolo, un elemento che sul mercato odierno lo penalizzerebbe.

Le bose, invece, sono delle buche di raccolta dell'acqua piovana tipiche dei vigneti del novarese e si trovano in zone fuori dai confini del parco ma che rientrano nella Riserva Mab Unesco. Questo il valore aggiunto che devono avere i parchi: esportare e disseminare le pratiche ambientali anche fuori dai confini; l'obiettivo è la salvaguardia ambientale. In passato erano utilizzate come riserve idriche e per la preparazione del verderame e durante l'estate offrivano ristoro ai contadini e alle loro famiglie che consumavano i pasti intorno a questi specchi d'acqua. Oggi tornano ad essere popolate di fauna di piccole dimensioni come anfibi e libellule".

 

 

...e quelli in territorio lombardo

"Anche il Parco regionale della Valle del Ticino sta continuando l'azione di recupero e valorizzazione delle marcite e, inoltre, ha in atto azioni di ripristino degli ecosistemi forestali che consistono nel recupero di specie vegetali autoctone di pregio ed eliminazione di quelle esotiche invasive, anche grazie a tecniche innovative come i tagli ripetuti dei ricacci, che verranno proseguite oltre il termine del progetto Areté" spiega ancora Valentina Parco.

Tra le specie interessate dalla reintroduzione ci sono la farnia, il ciliegio selvatico e la sanguinella.

"Interveniamo anche al di fuori del territorio del parco, in altre aree protette come il Parco del Roccolo, ad esempio, che è di interesse sovracomunale, o all'Oasi di Vanzago, ma molti interventi coinvolgono aziende agricole che aderiscono ai bandi proposti del Parco e percepiscono dei contributi per realizzare interventi e buone pratiche seguendo le indicazioni del nostro ente. La validità del progetto risiede nel fatto che il territorio coinvolto è molto vasto, se consideriamo che, ai parchi regionali del Piemonte e della Lombardia, si aggiungono anche altre aree protette e campi coltivati".

Gli effetti positivi sulla fauna

Dal 2019, anno di avvio del progetto, sono stati effettuati numerosi monitoraggi dello stato di salute della biodiversità acquatica nelle aree interessate. Tra i pesci, ad esempio, sono stati censiti l'alborella, la lasca, la sanguinerola e lo scazzone.

Fabio Casale ha effettuato, insieme ad altri ricercatori della Società di Scienze Naturali del Verbano Cusio Ossola (FB: @scienzenaturalivco), il monitoraggio faunistico sulle due sponde del Ticino ed è quindi la persona giusta per un bilancio degli effetti del progetto.

"Il ripristino delle marcite ha avuto riscontri immediati, come l'aumento dell'avifauna acquatica svernante. Sono tornati il beccaccino e passeriformi in forte declino a livello europeo come la pispola, che nidifica nel nord europa ma trascorre l'inverno in pianura padana, e il fanello, che scende in questa stagione dalle montagne. Sono presenti anche ardeidi come l'airone bianco maggiore e la garzetta, anch'esse specie di interesse europeo. In una marcita in Lombardia abbiamo censito fino a un massimo di duecentocinquanta esemplari di pavoncella. Le bose invece sono gli habitat ideali per la riproduzione di anfibi e libellule, di cui sono state contate più di venti specie. Tra gli anfibi più rari ci sono il tritone crestato e quello punteggiato, oltre alla rana di Lataste. endemica della pianura padana. Sulla sponda lombarda si è ripetuta una sperimentazione già effettuata in Svizzera e Gran Bretagna, e cioè l'allagamento autunnale di campi di stoppie, risultanti dal taglio del mais o del grano. Sono così arrivati numerosi uccelli migratori autunnali, che partono dai Paesi del nord e che hanno bisogno di aree di sosta per riposarsi e mangiare. Ad esempio il piovanello pancia nera, la pivieressa e il falco di palude, e più in generale i limicoli, che si nutrono di lombrichi e invertebrati che vivono nel sottosuolo. In un solo campo ho visto ben diciotto beccaccini!" conclude Casale.

Dalle piscine per rane agli scivoli per i caprioli

In Lomellina, terra di risaie, la biodiversità si è ridotta negli anni, soprattutto a causa della semona in asciutta del riso, ma la rete irrigua può ospitare molte specie animali e vegetali. Nell'ambito del progetto Areté, due consorzi di bonifica e irrigazione, Est Ticino Villoresi e l'Associazione Est sesia, hanno messo in campo degli interventi per valorizzare i canali realizzando dei piccoli ambienti a disposizione degli animali, soprattutto di anfibi, rettili e invertebrati, che possono così svilupparsi in un habitat idoneo alla loro vita. Sono nate così le Frog Pool.

I canali, però, possono costituire un pericolo per altri animali, come i caprioli, che in caso di caduta rischiano l'annegamento. Anche in questo caso è stata trovata una soluzione: sono stati creati degli scivoli che permettono alla fauna di uscire dai canali e riguadagnare la terraferma, come quello del video qui pubblicato.

 

 

Per approfondimenti:

Progetto Areté

Pagina Facebook del Parco Ticino e Lago Maggiore, video sulla realizzazione di una bosa

Allagamento invernale dei campi del Ticino e Lago Maggiore

Flora del Progetto Aretè

 

 

 

 

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