Stampa questa pagina

Il crowdfunding si fa anche nei parchi, salvo complicazioni

Alcune storie di crowdfunding toccano il territorio delle Aree protette piemontesi coinvolgendo direttamente o indirettamente gli Enti che le gestiscono. Ma la generosità dei privati a volte si scontra con i limiti legati alla contabilizzazione delle entrate: e su questo ultimo aspetto, le istituzioni devono fare la propria parte. 

  • Elisa Rollino
  • Dicembre 2021
Mercoledì, 1 Dicembre 2021
Escursione-premio per i sostenitori del crowdfunding destinato ai video di Paolo Rossi e Nicola Rebora Escursione-premio per i sostenitori del crowdfunding destinato ai video di Paolo Rossi e Nicola Rebora

C'è chi ha acquistato il legname per ricostruire la passerelle sui corsi d'acqua della Val Gesso, spazzate via dalla tempesta Alex che lo scorso autunno si è abbattuta sulle Alpi Marittime. Chi, invece è riuscito a testimoniare sul grande schermo la presenza del gatto selvatico nei boschi dell'Appennino Ligure e Piemontese. Chi, la prossima primavera, riuscirà a regalare ai bambini in difficoltà momenti di serenità e crescita grazie alla natura del Gran Paradiso. Tutto grazie ai "piccoli" finanziatori delle Aree protette piemontesi.

Che si tratti di amanti della natura, escursionisti, persone sensibili ai temi sociali, lavoratori dei parchi o cittadini dei Comuni all'interno del territorio protetto, i motivi che spingono a donare denaro in nome di un'iniziativa  'verde' sono molteplici ma la richiesta è sempre la stessa: esserne, seppur a distanza, protagonisti. Così il crowdfunding – o finanziamento collettivo – diventa uno strumento a cui ricorrere per trovare le risorse economiche utili a concretizzare idee che nascono nella natura. Tuttavia le difficoltà degli Enti di gestione delle Aree protette nell'amministrare le piccole donazioni dei cittadini, spesso scoraggiano l'impresa.

Gran Paradiso: un nonno che vale quasi 4mila euro

Granpa è il nonno di bambini in difficoltà, pronto a guidarli alla scoperta della natura e di se stessi. Il personaggio è stato scelto dal team che ha seguito il crowdfunding attivato a novembre del 2020 al Parco Gran Paradiso per finanziare il lancio del progetto "Un Parco per Amico". "Il progetto è stato individuato dalla Fondazione Crt, nell'ambito del corso di alta formazione Talenti per il fundraising: un gruppo di studenti ha, quindi, lavorato con noi come supporto alla comunicazione per la campagna di raccolta fondi", racconta Andrea Virgilio dell'ufficio comunicazione del parco. In due mesi sono stati raccolti 3.623 euro attraverso la piattaforma on line Go Fund Me e 200 euro con bonifici. Ai donatori, oltre ai ringraziamenti, sono arrivati una serie di regali a tema, come le "Fiabe" e le "Ricette" del Granpa.

Le donazioni non sono ancora state spese ma verranno destinate all'avvio di attività con i bambini in difficoltà seguiti da due associazioni torinesi e proposte dalla Cooperativa di progettazione ambientale Arnica. "L'obiettivo è avvicinare i bambini alla natura del Parco Gran Paradiso, o portarla da loro, quando non possono spostarsi perché in cura. Le attività naturalistiche non sono solo occasione di svago, ma anche di crescita personale, di conoscenza di se stessi e degli altri", spiega per Arnica, Stefano Camanni. I piccoli coinvolti sono quelli seguiti da Ugi, l'Unione genitori italiani contro il tumore dei bambini, e Fondazione Paideia, che lavora con famiglie in situazione di difficoltà. "A causa della pandemia le attività non sono ancora partite ma contiamo di iniziare nella primavera del 2022 con quelle all'aperto – annuncia Camanni –. In futuro sarà tuttavia necessario trovare nuove risorse per dare continuità al progetto".

Il Parco Gran Paradiso non ha tocca denaro, perché le donazioni sono state gestite dalla Fondazione Comunitaria della Valle d'Aosta, ma ha guadagnato qualcosa: "La fidelizzazione dell'utente dell'area protetta, la possibilità di intercettare nuove persone interessate, come in questo caso, ai temi sociali, e il coinvolgimento della comunità del Parco" elenca Flavio Ballatore, project manager che ha collaborato con l'ente, seguendo anche la raccolta fondi.

Un grande schermo per i boschi della Val Borbera

Per La vendetta del lupo monco chiedeva 2.000 euro, ma ne ha raccolti 2.945; per Felis. Gatto sarvægo puntava a 4.000 euro ma gliene sono arrivati 5.405. Infine, per Sopravvissuti all'Homo sapiens si era posto l'obiettivo dei 7.7500 euro, ma le donazioni dei suoi sostenitori hanno raggiunto la cifra di 9.890 euro. Paolo Rossi, documentarista e fotografo genovese - il primo ad aver filmato la presenza del gatto selvatico sull'Appennino tra Pimonte e Liguria, assieme al collega Nicola Rebora - attraverso la piattaforma di crowdfunding Produzionidalbasso, solitamente supera l'obiettivo proposto. Per lui, la raccolta fondi tra privati, è un mezzo per continuare a svolgere l'attività in modo libero, senza condizioni: "Non mi fa diventare ricco – sottolinea Rossi –, ma mi permette di rimanere libero dai condizionamenti degli sponsor: il mio lavoro, in questo modo, dipende solo dai miei sostenitori".

Appassionato di fauna selvatica e in particolare delle specie più elusive, Rossi ama la Val Borbera ed è orgoglioso che l'alta valle sia diventata Area protetta proprio nell'anno in cui lui e Rebora hanno individuato la presenza del gatto selvatico anche nei suoi boschi. Era il 2019, i due fotografi avevano catturato con le video trappole le immagini che testimoniavano la presenza dell'animale e la sua riproduzione e, con legge regionale  veniva istituito nel territorio alessandrino il Parco Naturale e Area Contigua dell'Alta Val Borbera, affidato dall'Ente di gestione delle Aree Protette dell'Appennino Piemontese.

"I filmati sugli animali selvatici sono un'ottima cassa di risonanza per l'attività di conservazione di un parco: si tratta di documenti importanti sia dal punto di vista scientifico che emotivo", spiega Lorenzo Vay, dell'ufficio comunicazione dell'Ente. Il cortometraggio Felis. Gatto sarvægo, per il parco è stata un'occasione per farsi conoscere: "Le immagini dei paesaggi, delle piante e degli animali hanno avuto un effetto promozionale, così come le interviste alle persone del posto, hanno messo in luce la cultura locale", continua Vay. L'Area protetta ha, quindi, promosso l'attività di Rossi, sostenendo la partecipazione del suo ultimo film documentario - Sopravvissuti all'Homo sapiens - all'edizione di Attraverso festival 2021 che si svolge tra Langhe, Monferrato, Roero e Appennino Piemontese.

Le prime prove che il Gatto Selvatico si riproduce sull'Appennino Ligure from Paolo Rossi Wolves Photographer on Vimeo.


Alex, la tempesta che ha sconvolto le coscienze sulle Alpi Marittime

Sulle Alpi Marittime non si ha ricordo di un evento di tale portata: la tempesta Alex, del 2 e 3 ottobre 2020, ha colpito quest'area con una violenza che ha spazzato via strade, ponti e passerelle, sentieri. L'impegno economico per la ricostruzione delle infrastrutture distrutte è ingente. Da una parte e l'altra del confine tra Italia e Francia, la tempesta però ha scosso anche le coscienze di cittadini, escursionisti, proprietari di strutture ricettive che si sono attivati nella raccolta fondi per contribuire alle spese, con la campagna 'Retrouvons le Mercantour' su territorio francese e con donazioni importanti anche nelle Aree Protette Alpi Marittime.
Qui l'associazione Ecoturismo in Marittime - composta da operatori turistici - a pochi giorni dalla catastrofe, attivò la campagna #forzavallegesso, arrivando a raccogliere circa25mila euro: "L'Ente ha accolto positivamente lo slancio di generosità e la volontà degli imprenditori locali di contribuire alla ricostruzione della rete sentieristica del territorio su cui si fonda buona parte dell'economia turistica della valle, dichiara Giorgio Bernardi, dell'ufficio comunicazione dell'ente. Abbiamo concesso il patrocinio all'iniziativa contribuendo alla comunicazione dell'avvio e dello svolgimento della campagna di raccolta fondi che si è svolta attraverso la piattaforma on line Go Fund Me e con versamenti diretti sul conto bancario dell'associazione Ecoturismo in Marittime".

La somma raccolta da Ecoturismo in Marittime è già stata messa a frutto: "Ha coperto parte delle spese di progettazione e costruzione di una nuova passerella sul Rio Gesso della Valletta che dà accesso al frequentatissimo sentiero per i Laghi di Fremamorta. La struttura sarà posizionata appena a completamento dell'iter autorizzativo, al posto dell'attraversamento provvisorio del corso d'acqua, realizzato la primavera scorsa dal Parco", spiega Bernardi.

I risultati di queste raccolte fondi hanno rivelato al parco le potenzialità dello strumento: "L'Ente sta valutando di utilizzare il crowfunding per interventi e azioni diverse – annuncia il direttore, Luca Gautero – anche sulla base della positiva esperienza della campagna 'Retrouvons le Mercantour'; con l'area protetta francese siamo gemellati dal 1987 e abbiamo costituito il GECT Parco europeo Alpi Marittime Mercantour".

Una generosità difficile da gestire

Come si costruisce una campagna di crowdfunding di successo? Possono riuscire i parchi piemontesi a coinvolgere i cittadini nel finanziamento delle proprie attività? 

"Non basta una piattaforma on line di crowdfunding per riuscire nell'impresa, è necessario raccontare l'idea in modo semplice e trasparente ai possibili finanziatori. Il parco quindi, in questi frangenti, deve abbandonare la comunicazione istituzionale per adottarne una di tipo più diretto, consiglia Flavio Ballatore. Inoltre, va mantenuto un dialogo con i privati che hanno finanziato l'idea, anche attraverso i social media o le news letter: è importante aggiornarli con continuità sulle fasi del progetto. I finanziatori possono trasformarsi seguaci, in modo da dare continuità ai progetti, così come è successo a Paolo Rossi. Ma è necessario percepire il senso di responsabilità nell'averli coinvolti, come fa il regista del gatto selvatico: "Cerco di incontrarli uno per uno, ad esempio durante le conferenze, le presentazioni dei miei lavori e le escursioni. Bisogna essere sensibili, empatici ed ascoltarli». Per tenere il filo del discorso con i donatori lui utilizza anche il sito - www.paorossi.it - e il profilo Instagram.

Le Aree protette in questi anni hanno intuito le potenzialità della raccolta fondi tra privati, come spiega il direttore del Parco Gran Paradiso, Bruno Bassano: «Le risorse così raccolte hanno una doppia valenza, oltre a quella economica, creano un legame tra Ente e sostenitore che ha un risvolto di tipo comunicativo. Le donazioni sono infatti 'personali', a differenza dei fondi derivanti da progetti europei, trasferimenti statali o da bandi, creano un legame per il quale i donatori si aspettano, giustamente, una rendicontazione diretta, non solo dal punto di vista finanziario, ma che renda visibile l'impegno nell'utilizzo delle proprie risorse. Creando affezione inoltre, è più semplice coinvolgere il donatore su determinati argomenti legati alla mission del parco, rendendolo partecipe». Seppure l'obiettivo economico sia secondario, le donazioni che arrivano da crowdfunding cominciano ad avere una rilevanza nel quadro delle entrate dell'ente: "Dal punto di vista quantitativo, hanno un'importanza non trascurabile, sebbene annualmente di non cospicua entità, soprattutto come sostegno alle attività di monitoraggio e di ricerca scientifica", dichiara Bassano. Tuttavia non così è facile incassare i soldi così destinasti agli enti, tanto che c'è chi - come il Gran Paradiso - ha trovato l'escamotage di ricorrere a una fondazione per raccogliere le donazioni di 'Un Parco per Amico': "Partiamo dal presupposto che tutte le entrate sono linfa per le casse dell'Ente e quindi utili per l'equilibrio di bilancio, che siano ordinarie, straordinarie o donazioni. Ci sono però difficoltà oggettive nella gestione di queste ultime, in particolare se legate a progetti di crowdfunding, e sono dovute a una eccessiva frammentazione degli importi, generalmente di modesta entità ma con numeri elevati di versamenti", spiegano dal Servizio Amministrazione dell'Ente di gestione del parco.
Al momento, all'interno degli uffici, l'attivazione di campagne potrebbe creare problemi: "Il personale a disposizione e la struttura amministrativa non permettono una gestione di questo tipo dal momento che per ogni entrata è necessaria una procedura amministrativa laboriosa e ad hoc per poter introitare ogni singolo versamento, spiegano. Una soluzione potrebbe essere il raggruppamento dei versamenti in modo da ridurre al minimo il numero di procedure, fermo restando un adeguato studio preventivo del progetto di crowdfunding".

 

Potrebbe interessarti anche...

In questa primavera dal caldo anomalo, si va alla ricerca di luoghi in cui trovare un po' di ombr ...
Come ogni anno, nel mese di gennaio, nelle Aree protette del Po piemontese si è svolto il censim ...
Il paesaggio è dominato dalla presenza del complesso monumentale della Basilica di Superga, capo ...