Stampa questa pagina

La natura è un gioco da ragazzi

Avventura, relax e lavoro: per gli adolescenti un parco può rappresentare tutto questo. Tuttavia le aree protette piemontesi non nascondono la fatica spesa per intercettare questa fascia di utenza, delusioni comprese 

  • Elisa Rollino
  • Ottobre 2021
Martedì, 7 Dicembre 2021
Amache nel percorso sensoriale all'interno del Parco La Mandria | Foto E. Rollino Amache nel percorso sensoriale all'interno del Parco La Mandria | Foto E. Rollino

Se qualcuno ha imparato qualcosa dalla pandemia, lo hanno fatto gli adolescenti. E lo dimostrerebbe ciò che è accaduto al Parco La Mandria, nei mesi successivi al confinamento domestico obbligatorio per contrastare la diffusione del Covid-19. "Dopo il lockdown, il parco è stato riscoperto dai ragazzi, osserva Sara Scalco, referente per il segretariato scuola dell'area protetta. Prima infatti venivano prevalentemente nel fine settimana, ora invece frequentano il parco più sovente. Vengono qui per distarsi e godersi la natura: li vediamo accompagnati dalla musica, in bicicletta o a coppie di fidanzati". Una situazione che potrebbe essere favorevole per intercettare una fascia d'età che solitamente risulta più difficile intercettare, ma avvicinare gli adolescenti non è facile, come raccontano le buone pratiche che i parchi hanno messo in campo negli ultimi anni.

Quanta fatica per un follower su TikTok

Un anno fa, per interessare i più giovani, le Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore hanno scelto TikTok, il social media cinese estremamente popolare tra gli adolescenti. Ai ragazzi vengono offerte alcune "pillole" video realizzate su tre temi: "Le specie del parco, la cucina con l'utilizzo di prodotti del parco a km 0, il riciclo di materiale da recupero per costruire nuovi oggetti" spiega per l'area protetta, Monica Perroni.

A questi si aggiungono i quiz interattivi, sempre con l'obiettivo di raccontare i parchi e le buone pratiche messe in campo. Ma catturare l'attenzione dei ragazzi non è semplice: "Costa molta fatica coinvolgerli e anche se abbiamo diversi like ai contenuti che proponiamo, non è facile tradurli in follower costanti".

Il profilo su TikTok è stato aperto per colmare le distanze tra l'area protetta e gli adolescenti, problema che Perroni aiuta a inquadrare: "I più giovani si allontanano dal mondo delle aree protette non per colpa loro, ma perché le offerte didattiche nel mondo della scuola dell'infanzia e della scuola primaria sono numerose ma poco adiacenti al mondo naturalistico. Quindi, seppure è vero che in quella fascia d'età i ragazzi cambiano repentinamente e maturano interessi diversi e quindi sono in parte imprevedibili, tuttavia non si può ignorare che poco venga fatto dalle istituzioni scolastiche per mantenere l'interesse sui temi della natura".

Proprio per offrire ai ragazzi un'occasione in più, le Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore hanno ideato il progetto 'Parco Learning- Diventa un Piccolo Naturalista' in cui è inserito il lavoro sui social media e su TikTok. Per gestire i social si è deciso di ricorrere a chi è poco più grande dei giovani che si vogliono intercettare: i ventenni che partecipano ai percorsi di Servizio civile universale.

I consigli dei ventenni

Due biacchi si affrontano in video: si azzuffano o si accoppiano? Questo il contenuto che avuto più successo tra i TikToker nella primavera del 2020, quando le Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore sono approdate sul social. Ventiseienne, Luca Bresciani ha partecipato al lancio del video, assieme alla collega del Servizio civile universale, Azzurra Tomasino: "Non è facile coinvolgere gli adolescenti – ammette – perchè spesso sono più interessati allo sport, allo spettacolo, ai fatti che riguardano le celebrità". Tuttavia i video sono lo strumento utile per avvicinarli: "Bastano anche solo pochi secondi di video, ma fatti bene su comportamenti particolari e spiritosi degli animali, montati con la musica giusta, per attirare la loro attenzione". Così come la bellezza delle foto può fare presa sui ragazzi più grandi attraverso Instagram, i video su TikTok avvicinano quelli più giovani: "Meglio creare dibattito, come successo con il video sui biacchi. Sarebbe importante avere professionisti, veri videomaker, all'interno delle aree protette per stare al passo con le novità in questo settore", concludono i due volontari.

Ma non è solo una questione di tecnica: per raggiungere gli adolescenti è fondamentale adottare il giusto linguaggio. "Ai ragazzi vanno spiegate le cose 'alla mano', in modo 'sciallo'. Ed è meglio ricorrere ai giovani se si vuole spiegare le cose a loro coetanei, osserva Matteo Turrini, 25 anni, che insieme con Barbara Marino, in questi mesi si occupano del social media per le Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore, entrambi per il Servizio civile universale. Un'idea potrebbe coinvolgere gli 'opinion leader' dei ragazzi, tipo gli YouTuber: "Ce ne sono diversi che parlano di natura e viaggi. Per un parco finire nella top ten dei migliori luoghi del Piemonte, o vedere inserita una sua cima tra le migliori montagne da scalare, sarebbe utilissimo".

Tra soddisfazioni e delusioni: l'esperienza di Cascina Brero

Come sia difficile coinvolgere gli adolescenti lo sanno bene al centro didattico di Cascina Brero, nel Parco La Mandria. "Nell'estate appena trascorsa c'è stato il boom dei centri estivi, ma il trekking di più giorni, pensato proprio per loro, non ha avuto successo" racconta Elisa Bottero della cooperativa Arnica che si occupa del centro. Tra bambini, ragazzi e accompagnatori dei centri estivi sono 680 le persone che hanno visitato nei mesi scorsi il percorso a piedi nudi 'La foresta in punta di piedi', realizzato nell'ambito del progetto transfrontaliero 'Nat.sens_Naturalmente, a spasso con i sensi': "Pochi quelli in età da nido: 15 tra bambini e accompagnatori, mentre più numerosi gli altri gruppi di età: 184 in età da scuola dell'infanzia, 130 in età da primaria, 92 in età da secondaria di primo grado e, infine259 inoltre in gruppi misti tra primaria e secondaria di primo grado", dettaglia per Arnica Francesca Oliaro. Le scuole secondarie, invece, si vedono soprattutto a inizio anno scolastico quando, si recano al parco per le attività di team building: "Realizzarle in natura aiuta gli studenti a rilassarsi e quindi a far emergere la propria personalità, spiega Bottero. Vengono richieste, in particolare, le attività di orientamento in bicicletta".

Anche il percorso da fare a piedi nudi viene proposto per attività di team building ed è stato pensato come attrattiva adatta ai ragazzi: "Abbiamo voluto intercettare una moda, spiega per Arnica, Stefano Camanni. E tale è quella del barefooting, cioè il camminare a piedi scalzi: una pratica di benessere psicofisico". Sul percorso 'La foresta in punta di piedi' slackline e amache piantate tra gli alberi richiamano un ambiente che strizza l'occhio allo stile di vita degli adolescenti, che però nella natura non cercano solo di rilassarsi: "Avventura e senso di libertà: è questo ciò che un'area protetta gli può offrire" conclude Bottero.

Studenti dietro le quinte

Per i giovani, il parco può essere anche un'occasione per avvicinarsi al mondo del lavoro. Alessandra Fassio, naturalista e responsabile della didattica del Parco paleontologico astigiano, segue i percorsi di alternanza scuola-lavoro che da anni vengono attivati nell'area protetta: "Siamo partiti da subito, da quando è nata la possibilità di ospitare studenti per l'alternanza scuola-lavoro" spiega. Provenienti dal Liceo scientifico statale F. Vercelli e dall'Istituto d'istruzione superiore V. Alfieri, il numero degli studenti coinvolti è aumentato con la pandemia: "Solitamente si attivavano in media 4 o 5 percorsi all'anno. Ma con la pandemia, diminuendo i nostri impegni con la didattica e le scolaresche in visita, è stato possibile aumentare il numero dei ragazzi ospitati".

Per l'anno didattico in corso, 2021/2022, ci sono già numerose prenotazioni di visite didattiche, soprattutto di classi terze delle elementari, segnale di ripresa per il settore. Tuttavia non verranno abbandonati i percorsi di alternanza scuola-lavoro da fare con i più grandi: "In passato li abbiamo coinvolti proprio nella conduzione di laboratori didattici, ricorda Fassio, ma attualmente prestano la loro attività nel museo paleontologico: si occupano di classificazione e catalogazione dei reperti fossili".

Gli studenti delle scuole superiori forniscono un aiuto importante per mettere ordine negli affollati depositi del museo. Depositi preziosi per il Parco paleontologico astigiano, come ricorda Fassio: "Si tratta di un grande patrimonio paleontologico composto da miglia di molluschi e almeno 15 reperti di cetacei". Ciò che guadagnano i ragazzi è invece un'immersione nel modo del lavoro: "Gli adolescenti fanno esperienza del dietro le quinte di tutto quello che c'è da fare in un museo", conclude l'intervistata.

 

Potrebbe interessarti anche...

In questa primavera dal caldo anomalo, si va alla ricerca di luoghi in cui trovare un po' di ombr ...
Come ogni anno, nel mese di gennaio, nelle Aree protette del Po piemontese si è svolto il censim ...
Il paesaggio è dominato dalla presenza del complesso monumentale della Basilica di Superga, capo ...
E' possibile contemperare la tutela della fauna selvatica con la fruizione turistica all'interno ...