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Come migrano gli uccelli acquatici

A inizio anno, tecnici, guardiaparco, guide escursionistiche ambientali (ma anche volontari appassionati di ornitologia) si sono dedicati al censimento degli uccelli acquatici delle Aree protette del Po piemontese. Per una settimana hanno lavorato nei siti di svernamento o nei punti strategici per eseguire il monitoraggio. Il racconto di questa esperienza anche per annuciare che, il 9 maggio, è la Giornata mondiale degli uccelli migratori.

  • Raffaella Amelotti
  • Marzo 2021
Venerdì, 7 Maggio 2021
Coppia di germani reali in volo - Foto I. Zuccolo Coppia di germani reali in volo - Foto I. Zuccolo

Il censimento invernale degli uccelli acquatici delle Aree protette del Po piemontese si inserisce in un programma coordinato su scala internazionale avviato addirittura nel 1967, quando l'International Waterfowl & Wetlands Research Bureau (IWRB), oggi Wetlands International organizzò per la prima volta i censimenti invernali denominati International Waterfowl Count (IWC).

Anche i risultati dei censimenti del Parco del Po piemontese, raccolti nella banca dati nazionale, periodicamente confluiscono nel database di Wetlands International per contribuire all'analisi su scala globale riguardo l'areale di svernamento delle diverse popolazioni ornitiche. L'osservazione di questi dati consente di definire una sorta di classifica dei siti studiati e di comprendere l'andamento numerico complessivo e lo stato di conservazione delle popolazioni: la cooperazione internazionale si dimostra un valido strumento per il monitoraggio delle specie che attraversano più di un continente durante il loro ciclo annuale.

Studiare i risultati del monitoraggio e confrontarne l'andamento nel corso degli anni, inoltre, è indispensabile per determinare lo stato di salute di una zona umida: la presenza di uccelli acquatici e le variazioni annuali sono lo specchio della qualità delle aree umide.

L'IWC opera in ben 143 Paesi per raccogliere informazioni sul numero di uccelli acquatici. All'incremento delle banche dati contribuiscono oltre che i professionisti, che svolgono gran parte del lavoro sul campo, anche migliaia di birdwatchers volontari in tutto il mondo.

L'IWC prende in considerazione ogni tipo di zona umida naturale e artificiale, e le specie di uccelli acquatici che vi si possono abitualmente incontrare: anatre, oche, svassi, folaghe, gabbiani, gru, aironi, garzette, ibis, cormorani, oltre che rapaci, e altri uccelli, come il martin pescatore, la cui sopravvivenza dipende in gran parte dalle risorse alimentari di questi habitat.

La situazione in Italia 

In Italia, i primi censimenti degli acquatici migratori svernanti sono stati realizzati nel 1974 per volontà dell'allora Ministero dell'Agricoltura e Foreste; a partire dal 1985, il coordinamento è passato all'Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina, poi Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (I.N.F.S.), confluito nell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).

Nel parco del Po Piemontese i primi rilevamenti, seppur parziali, sono stati effettuati a partire dal 1991. Fino al 1994, solo gli Anatidi e le Folaghe sono stati oggetto di conteggi, con graduali ampliamenti al cormorano, agli Ardeidi e ai Limicoli. Dal 1995, seguendo le direttive dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, sono iniziati i censimenti di tutte le specie "acquatiche", con non poche difficoltà: l'attività era impegnativa, e i primi anni di monitoraggi sono stati un banco di prova soprattutto in riferimento alle specie e ai siti non considerati negli anni precedenti. Dopo un paio di anni di rodaggio, nel 1997, la macchina dei censimenti ha iniziato a lavorare a pieno regime e i dati emersi si sono dimostrati adeguati per studiare l'andamento delle popolazioni della maggior parte delle specie. Il superamento delle prove di abilitazione per rilevatori di uccelli acquatici IWC, promosso dall'ISPRA, volto a qualificare in modo oggettivo i censitori, ha dato ulteriore impulso al perfezionamento di metodi e strategie del conteggio.

La prova per l'abilitazione dei rilevatori IWC consiste nella proiezione di 52 foto di uccelli acquatici da identificare ciascuna entro 15 secondi, e si considera superata con meno del 25% di errori.

In Italia, il censimento degli uccelli acquatici avviene nel mese di gennaio tramite un conteggio per ogni sito individuato, con le stesse modalità ogni inverno, in modo da rendere efficaci i raffronti dei conteggi di anno in anno. Si è scelto il periodo non riproduttivo, poiché è il momento in cui le varie specie di uccelli acquatici sono scarsamente mobili e tendono a concentrarsi in zone idonee a trascorrere la stagione fredda. Ciascun rilevatore, o ciascuna squadra, controlla ogni anno i medesimi siti, frequentando le aree anche in altri periodi dell'anno, in modo da avere una buona conoscenza del territorio e individuare eventuali specie rare o nuovi "dormitori". I conteggi diretti, ossia quelli effettuati con l'utilizzo di binocoli e cannocchiali, sono svolti cercando di mantenere la massima simultaneità dei rilevamenti, per ridurre al minimo il rischio di doppi conteggi. Per le specie che tipicamente si raggruppano per la notte, si effettuano i conteggi ai dormitori: è il caso, ad esempio, del cormorano (Phalacrocorax carbo sinensis) e degli Ardeidi.

Ma cerchiamo ora di capire quali dati sono emersi dall'ultimo censimento.

I dati del Parco del Po piemontese

Nelle Aree protette del Po piemontese, sono state registrate oltre 17.000 presenze complessive, per lo più concentrate nel tratto compreso tra Valenza e Casale Monferrato, dove è presente un dormitorio che ospita circa 1500 gru svernanti, e nel tratto tra la confluenza del Po con il Tanaro e la confluenza del Po con la Scrivia.

Analizzando i dati per aree emerge che, in queste due zone, sono presenti oltre 10.000 uccelli (ben di più del 50% del totale), e che le specie più numerose sono germani reali e alzavole.

Il germano reale (Anas platyrhynchos), la specie svernante di anatide più diffusa anche al di fuori del periodo di svernamento, si concentra soprattutto nelle aree meno disturbate e nelle Riserve Naturali. Lo scorso inverno, i censitori hanno contato 5700 esemplari di alzavole (Anas crecca).

L'ultimo censimento (gennaio 2021) ha visto coinvolti 15 rilevatori, che hanno individuato ben 45 specie: un bel campionario di biodiversità in cui spiccano anche specie rare come il tarabuso e la cicogna nera.

I dati confermano il valore naturalistico in termini di biodiversità delle Aree protette del Po piemontese e la loro importanza come sito di svernamento per l'avifauna acquatica e, nello stesso tempo, sono il punto di partenza per la pianificazione dei futuri interventi di conservazione degli habitat.

Sull'argomento:

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