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Rapaci nei cieli dell'Ossola

Il gipeto e il grifone sono tornati nei cieli delle Alpi e, anche dove solo poco tempo fa era difficile scorgerli, oggi è molto più facile vederli. Per questo, se ne osservate qualcuno e avete tempo di fotografarli, immortalateli in uno scatto e inviatelo al parco. 

Mercoledì, 18 Novembre 2020
A sinistra, un gipeto in volo; a destra, un grifone. | Foto R. Bionda A sinistra, un gipeto in volo; a destra, un grifone. | Foto R. Bionda

Fino a pochi anni fa gli avvistamenti di esemplari di Gipeto nelle Aree protette dell'Ossola sono sempre stati scarsi. Vederne uno all'anno era già un successo. Ma a partire dall'anno scorso si è assistito a un aumento degli avvistamenti decisamente importante.

La popolazione alpina di questo maestoso avvoltoio sta aumentando sempre più e le possibilità di osservazione aumentano di conseguenza. Ma non basta, ci sono anche osservatori più attenti, che riescono a documentare con una fotografia i loro avvistamenti, e questo ci consente di verificare le osservazioni. Attualmente sulle Alpi sono presenti 57 coppie, una di queste nidifica molto vicino al Parco dell'Alta Valle Antrona, ma sull'altro lato dello spartiacque che segna il confine con la Svizzera.

Sulle Alpi, il gipeto ha vita facile anche in inverno

Mentre per la maggior parte degli animali che vivono sulle Alpi l'inverno è la stagione più difficile, per il gipeto non è così. Questi uccelli sono infatti perfettamente adattati per sfruttare le condizioni ambientali (ed alimentari) offerte dalle Alpi in inverno.

A differenza dei grifoni, non necessitano di correnti ascensionali per volare senza fatica e sono in grado di sfruttare qualsiasi tipo di brezza. Mentre i giovani continuano i loro vagabondaggi, gli adulti territoriali iniziano una nuova stagione riproduttiva. Tra dicembre e gennaio avviene la deposizione delle due uova che verranno covate per circa due mesi e i pulcini nascono alla fine dell'inverno, quando la disponibilità di carcasse di camosci e stambecchi è massima.

Se vi capita di vedere la sagoma di un grosso uccello, cercate di riconoscerlo e di fotografarlo, e poi mandate lo scatto al parco! 

Il grifone se la passa meglio in estate

Questa estate non è stata caratterizzata solo dai numerosi avvistamenti di gipeti, ma nei Parchi dell'Alpe Veglia e Devero e dell'Alta Valle Antrona alcuni osservatori attenti (e fortunati) hanno potuto osservare un altro grande avvoltoio: il grifone.

Il grifone è il classico avvoltoio con la testa e il collo senza piume, con un'apertura alare paragonabile a quella del gipeto (poco meno di 3 m.). Lo si vede nidificare in colonie, oppure in gruppi numerosi.

Nonostante nelle Aree Protette dell'Ossola gli avvistamenti siano ancora un evento raro, negli ultimi anni l'aumento delle colonie presenti nelle Prealpi francesi ha spinto un numero sempre maggiore di questi avvoltoi a passare l'estate sulle Alpi, dove sono presenti molti ungulati selvatici e grandi greggi di pecore.

Come il gipeto, il grifone è uno "spazzino", infatti si nutre delle carcasse di animali trovati già morti. Mentre il gipeto si nutre soprattutto di ossa e cartilagini, il grifone mangia la carne e i tessuti molli.

Quando in montagna muore uno stambecco (o una pecora), prima arriva il grifone a ripulire "il grosso", e poi il gipeto conclude l'opera iniziata. Si può, invece, affermare che entrambi giocano un ruolo fondamentale nel mantenere sano l'ecosistema alpino.

In questo periodo dell'anno, invece, quelli che hanno frequentato le Alpi occidentali durante l'estate se ne tornano nell'area prealpina francese, da dove proviene la maggior parte di loro. Ora che le mandrie di bestiame hanno abbandonato i pascoli alpini, le Alpi diventano poco interessanti per questi uccelli, che probabilmente sono anche sfavoriti dal clima freddo che in questa stagione non favorisce la formazione delle correnti ascensionali e quindi non crea le condizioni migliori per il volo.

(Fonte: Ente di gestione delle Aree protette dell'Ossola)

 

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