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Il bosco di Brusasco e il lago della biodiversità

Ecco un luogo dove è possibile trovare un punto di equilibrio tra esseri umani, animali e piante. 

  • Laura Succi
  • Settembre 2020
Sabato, 29 Agosto 2020
La foto panoramica sul Po a Brusasco è di Roberto Borra.  La foto panoramica sul Po a Brusasco è di Roberto Borra.

 

Tanti bimbi, colorati come i gruccioni che volano alti nel cielo rapidi sopra la loro testa, delle scuole elementari di Brusasco, di Cavagnolo e di Crescentino. Saltellano insieme ai loro insegnanti, ai guardiaparco e agli esperti dell'Arpa Piemonte e dell'Università di Torino (DBIOS), nel video 'A scuola di biodiversità' che racconta la loro impresa dell'anno prima, a celebrazione della giornata mondiale della biodiversità, il 22 maggio. Una visita effettuata in 'remoto' quest'anno, visto quello che è successo.

In quel luogo naturale l'Ente di gestione delle Aree protette del Po torinese, con fondi dell'Unione Europea assegnati dalla Regione Piemonte, ha creato tre nuovi stagni che si aggiungono al grande lago artificiale già presente, un tempo una cava di sabbia e di ghiaia. "Abbiamo ricreato degli ambienti che stanno scomparendo un po' ovunque per favorire il ritorno della rana di Lataste (Rana latastei) e del tritone crestato (Triturus carnifex), le due specie più a rischio nella zona" racconta Daniele Seglie, naturalista. Senza contare che una zona umida e boscosa di questo tipo favorisce la presenza di un'altra specie autoctona che è in seria diminuzione in tutta l'Europa occidentale, la Lycaena dispar, la piccola farfalla arancione delle paludi.

 

Guarda il video A scuola di biodiversità con le scuole elementari di Crescentino, Cavagnolo e Brusasco (TO).

Un ambiente in equilibrio

Il Comune di Brusasco ha condiviso l'iniziativa fin da subito e il pensiero del Sindaco porta a immaginare un luogo dove un punto di equilibrio tra esseri umani, animali e piante è possibile: "Il nostro Po è magnifico e poco conosciuto, è un luogo segreto nel quale ci si può addentrare, a piccoli passi, con occhi pieni di meraviglia" dice con trasporto il sindaco Luciana Trombadore. "Il nostro contributo è stato di riattivare, con l'aiuto di volontari, i percorsi pedonali e ciclabili che si addentrano nel bosco. Abbiamo creato un percorso che guida i visitatori dalla Chiesa Romanica di San Pietro (XI secolo) al Po, consultabile sulla pagina Facebook del Comune. L'intento è quello di coinvolgere turisti ma principalmente gli alunni e gli insegnanti dell'Istituto Comprensivo di Brusasco a cui fanno riferimento i comuni della collina per le scuole medie, che a loro volta porteranno a conoscenza le famiglie delle meraviglie presenti sul nostro territorio".

Per la rana sono stati plasmati degli stagni perenni con acqua di falda, in mezzo agli alberi, perché è una specie che ama il bosco di pianura. "Ha subito occupato gli stagni e si è riprodotta con successo: ha fatto tutto da sola, le è piaciuto il posto e si è sistemata" dice Seglie. "Al tritone è invece stato dato uno stagno temporaneo per impedire ai pesci, alle larve di alcune specie di libellula molto aggressive e ai gamberi della Louisiana, di introdursi e di cibarsi delle loro larve che non hanno strategie di difesa e che al momento della schiusa sono molto piccole e delicate".

E' andato tutto come da programma anche per i tritoni, hanno preso possesso del loro ambiente e ora si riproducono come natura vuole.

I tre nuovi stagni

Gli stagni sono stati realizzati in questo modo: un escavatore ha modellato il terreno, sono state tagliate le piante esotiche e impedita la loro ricrescita con successive trinciature. Queste specie sono vigorose e tenaci, tra queste l'Acero americano e il Falso indaco, entrambe di origine americana, che alle nostre latitudini prendono il sopravvento sulle specie locali e impediscono loro di crescere e di diffondersi. Poi è stata creata una cintura di protezione intorno allo stagno del tritone su un terreno messo a disposizione dal Comune: sono state messe a dimora delle piante native come i cornioli, i prugnoli selvatici, i biancospini e i viburni e poco oltre tanti alberi, aceri campestri, tigli, ontani neri, pioppi bianchi, cerri e frassini, la loro ombra contribuirà a ostacolare la colonizzazione delle specie esotiche.

E su questa arca di Noè si spera salirà anche la testuggine palustre europea: il Comune di Brusasco si è candidato al Bando della Regione Piemonte di riqualificazione dei corpi idrici creare una zona di rifugio per la Emys orbicularis un'altra specie del territorio rara e da proteggere.

Il Parco del Bric

A Brusasco c'è anche il Parco del Bric e il suo fondatore, Attilio Alessio, è arrivato lì anche lui dal cielo un po' come un gruccione. Dal suo campo volo per aeroplani ultraleggeri di Montiglio Monferrato un giorno di tanti anni fa ha raggiunto le sponde del Po cavalcando una corrente d'aria, prima conosceva questi boschi solo dai racconti dei suoi amici Buschini che avevano lì una cava. "L'ho visto per la prima volta dall'alto e mi sono detto 'perché non vado a respirare l'aria di quei posti dove non c'è nessuno? Non sono mai stato in ambienti di quel genere, di certo in quel modo posso ricevere nuovi stimoli e trasmetterli a mia volta ad altri".

Alessio è la mente del Parco del Bric. A Montiglio ha il suo quartier generale, la sua attività principale è la ristorazione, e a Brusasco ha voluto un'area collegata al Centro di Cultura Naturalistica (C.C.N.), parte integrante del suo progetto di vita. Col Parco del Bric Alessio vuole essere di esempio, sicuro che il suo messaggio diventerà virale. Tra l'altro nel 2017 è pure stato insignito del titolo di Alfiere del paesaggio dall'Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l'Astigiano.

Alessio racconta che "la prima volta che vidi i funzionari dell'Ente parco mi fecero il terzo grado, mi dissero 'guardi che lì non si fanno attività sportive, niente sci nautico sul lago, e poi non pensi di comprare quei terreni per farci cose strane, quella è un'area protetta e un Sito di Interesse Comunitario, è un luogo che va tutelato'. Risposi che ne ero perfettamente cosciente e che l'avevo comprato proprio per fare conservazione; ma a loro questa cosa non quadrava, non riuscivano a crederci, tra me e me sorridevo ma li capivo, è difficile pensare che hai davanti uno che vuole comprare un'area naturale per proteggerla. Poi col tempo ci siamo capiti. Nel 2014 ho comprato i 15 ettari di terreno che comprendono il lago Buschini, ora Lago degli Aironi".

Con il gruppo di bambini delle scuole c'era anche l'insegnante Maria Antonella Dassano, ora assessore alla cultura di Crescentino che racconta come i bambini alla fine della giornata erano stravolti ma felici: "Coi loro cappellini, gli zainetti, gli scarponcini, hanno camminato e trafficato parecchio con l'acqua e con la terra, hanno sollevato i ciottoli per scovare i tricotteri e altri macroinvertebrati, si può proprio dire che hanno messo le mani in pasta: in questo modo sono diventati a pieno titolo dei messaggeri della natura, oggi nei confronti delle loro famiglie, e in futuro di chi incontreranno sul loro cammino".

In autunno arrivano pure le Gru cenerine (Grus grus) che nidificano nei paesi nordici e svernano al Sud, sempre di più anche nella nostra regione. Lo spettacolo è sontuoso mentre il Po a Brusasco è in fermento, brulicando di vita.

 

 

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