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L'astore torna a volare libero nei cieli delle Alpi Cozie

Molti lettori ci hanno scritto, chiedendo di conoscere il destino dei due animali recuperati dai guardiaparco delle Alpi Cozie domenica 26 marzo, raccontati nell'articolo "Maschere e mascherine".

Ecco la prosecuzione della loro storia. 

  • Luca Giunti
  • Aprile 2020
Lunedì, 20 Aprile 2020
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Momento della liberazione | Foto L. Giunti Momento della liberazione | Foto L. Giunti

Come si ricorderà a Bardonecchia un giovane cervo era caduto da un muraglione di 4 metri dentro l'alveo asciutto e pietroso della Dora, mentre un astore adulto aveva sbattuto contro una vetrata a Oulx.
Con i servizi ridotti a causa dell'emergenza virus, solo i guardiaparco erano stati in grado di intervenire, ancorché fuori dai confini giurisdizionali delle aree protette di competenza. Il cervo era stato ricoverato presso il Consorzio forestale di Oulx, dotato un piccolo stazzo adatto, mentre il falco era stato consegnato a Grugliasco al C.A.N.C. il centro universitario per il recupero degli animali non convenzionali.

Purtroppo, il cervo aveva riportato fratture non rimarginabili alle zampe e il veterinario ASL ha dovuto praticargli una iniezione mortale di Tanax per evitargli una dolorosa agonia.
L'astore ha avuto maggiore fortuna ed è tornato a volare libero nei cieli delle Aree Protette delle Alpi Cozie.

Vediamo come.

Nel pomeriggio di sabato 18 aprile i guardiaparco delle Aree Protette delle Alpi Cozie hanno liberato nei boschi di Oulx un Astore. Si tratta della conclusione positiva dell'operazione di salvataggio svolta venti giorni fa. Il rapace (Accipiter gentilis) aveva probabilmente sbattuto contro una vetrata o un altro ostacolo, abbagliato o disorientato, ma non aveva riportato lesioni gravi o fratture. Era stato recuperato dagli stessi guardiaparco su richiesta del C.A.N.C. (Centro Animali Non Convenzionali) di Grugliasco, al quale era stato affidato al più presto. La radiografia ha certificato una lussazione dell'articolazione dell'ala destra che è quindi stata bendata per venti giorni.

Le cure, il riposo, l'alimentazione regolare e soprattutto la dedizione e la competenza dei veterinari del centro hanno rimesso in forma il falco. Quando ha cominciato a svolazzare liberamente e a nutrirsi da solo all'interno delle voliere di riabilitazione, i sanitari hanno avvisato il servizio di vigilanza dell'Ente Parco che ne ha organizzato velocemente la liberazione (a nessun guarito piace rimanere ancora in ospedale quando è pronto per essere dimesso...).

I guardiaparco hanno scelto con cura la zona del rilascio: poco disturbata, lontana dal territorio di un'altra coppia di Astori nidificanti, comunque poco distante dal luogo dell'incidente, con una visuale abbastanza ampia ed alta per agevolare il primo volo e anche per individuare rapidamente l'astore nel caso in cui fosse ricaduto a terra e si rendesse necessario ricatturarlo. Ben protetto in una scatola di cartone forata, lo hanno trasportato con un bastino fino alla piana di San Domenico (Oulx) e, dopo le fotografie di rito, lo hanno liberato. Il falco ha gridato ed ha subito lasciato le mani del Guardiaparco volando sicuro e infilandosi velocemente al riparo del bosco, suo habitat d'elezione.

Come già accaduto durante le manovre di recupero, gli agenti di vigilanza hanno operato seguendo scrupolosamente le disposizioni di sicurezza contro un eventuale contagio da virus. Non è semplice maneggiare animali selvatici con guanti e mascherine, ma la soddisfazione per il lieto fine, almeno in questa occasione, ripaga di ogni disagio.

Alcuni momenti della liberazione (Foto L. Giunti)
Alcuni momenti della liberazione (Foto L. Giunti)
Alcuni momenti della liberazione (Foto L. Giunti)
Alcuni momenti della liberazione (Foto L. Giunti)

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