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Cani nei parchi? Possono entrare, ma attenzione alle regole

L'accesso e la circolazione dei nostri amici a quattro zampe nelle Aree Protette del Piemonte sono generalmente consentiti ma rispettando alcune regole che tutelano sia i nostri animali che la fauna selvatica.

  • Alessandro Paolini
  • Ottobre 2019
Venerdì, 5 Giugno 2020
 Foto Pixabay Foto Pixabay

Passeggiare in un parco è fonte di salute e benessere e, se abbiamo la fortuna di avere con noi il nostro amico Fido, camminare "a sei zampe" è ancora meglio!

E' un piacere ineguagliabile vederlo correre e saltare felice su un prato, cercando di catturare le farfalle che gli volteggiano attorno, oppure allontanarsi per seguire odori della natura che spesso noi non riusciamo neppure a percepire. Tutto deve però avvenire nel rispetto delle regole, laddove esistono.

Così come nell'ambiente urbano, anche all'interno delle aree naturali protette dobbiamo rispettare le norme che disciplinano l'ingresso dei cani e la loro conduzione.

Regolamenti diffusi ma poco conosciuti

Sia i parchi regionali che quelli nazionali si sono dotati di regolamenti che stabiliscono una serie di indicazioni destinati alla fruizione, e i nostri amici a quattro zampe non ne sono esenti. Anche noi, quindi, dobbiamo adottare quelle precauzioni atte a evitare che il cane arrechi disturbo agli escursionisti o alla fauna locale e non rischi, a sua volta, di farsi male o di contrarre malattie.

Volendo individuare un "minimo comune denominatore" si può affermare che, se non è previsto diversamente, i cani possono entrare nella maggior parte dei parchi ma devono essere condotti sui sentieri o nelle aree segnalate al guinzaglio: regola che – seppur in apparenza costrittiva - rappresenta in realtà una forma di tutela del nostro animale che, diversamente, potrebbe allontanarsi e trovarsi in situazioni pericolose come, ad esempio, imbattersi in incontri con della fauna selvatica poco incline a socializzare.

E' senz'altro consigliabile, prima di programmare uscite con i nostri amici quadrupedi, consultare i siti web degli Enti di gestione delle Aree Protette per avere informazioni dettagliate. Alcuni parchi aggiornano la mappa dei percorsi consentiti ai cani anche perché gli stessi itinerari possono essere fruibili solo in determinati periodi dell'anno e vietati in altri. Sul territorio – soprattutto presso punti di ritrovo, parcheggi, aree picnic e inizio itinerari – solitamente si trovano cartelli di avviso che ricordano agli escursionisti le prescrizioni da seguire.

Ma quali sono le regole in Piemonte?

Il principale riferimento normativo delle aree naturali piemontesi è la legge regionale n. 19 del 29 giugno 2009  (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità). Pur non pronunciandosi in modo univoco – le realtà territoriali sono molto differenti tra loro - all'articolo 24 stabilisce tuttavia che "i soggetti gestori delle aree protette adottano il regolamento che disciplina le attività e i comportamenti consentiti all'interno di ciascuna area protetta (...)".

Dunque la regolamentazione in materia rientra nei poteri degli Enti di gestione che si dotano di un regolamento di fruizione che può contenere indicazioni in materia.

La conseguenza è che le regole possono variare da parco a parco e la situazione – è il caso di dirlo – è "a macchia di... dalmata"!

Vi sono Aree Protette in Piemonte dove l'accesso ai cani è vietato. Il Parco della Mandria  a Venaria Reale è uno di questi, perché all'interno dei suoi 35 chilometri di recinzione sono presenti cervi, daini, conigli e lepri ai quali i cani recherebbero disturbo. Inoltre, il nostro amico a quattro zampe potrebbe trasmettere o contrarre malattie infettive e parassitarie venendo a contatto con gli animali selvatici.

Se mantenuti sotto controllo dal padrone, i cani possono invece sgambettare tranquillamente sui sentieri delle altre aree protette dei Parchi Reali, così come su quelli delle Alpi Marittime dove, dal 1° luglio 2018, pur restando sempre obbligatorio l'utilizzo del guinzaglio si è giunti alla stesura di un quadro dettagliato per ogni singola area. E' possibile scaricare gli elenchi e le cartine dei sentieri percorribili con i cani al guinzaglio sul sito internet dell'ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Marittime che sta inoltre provvedendo a installare un'apposita segnaletica sul territorio, in particolare alla partenza dei sentieri.
Il cane va sempre tenuto con sé, al guinzaglio. Raggiunta la propria meta, che sia un lago, un pianoro o un rifugio, si deve sostare nelle immediate vicinanze della sede del sentiero. Al momento le infrazioni sono punite con una multa di 40 euro ma con l'entrata in vigore del nuovo regolamento,saranno più salate.

Analoghe regole (cani sì, ma sotto controllo e sui sentieri segnalati) si applicano anche nelle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore e in quelle dell'Appennino piemontese.

Per il Parco naturale delle Capanne di Marcarolo si rimanda a quanto prescritto nella Legge regionale n. 65 del 4 settembre 1996, (Norme per l'utilizzo e la fruizione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo) all'articolo 15 (Introduzione di cani) dove si stabilisce che l'introduzione di cani al guinzaglio è consentita esclusivamente sulle strade, sui percorsi appositamente segnalati dall'Ente di gestione, nelle aree attrezzate e negli appositi recinti, e che le violazioni comportano la sanzione amministrativa "da euro 12,00 a Euro 129,00".

Nei Parchi naturali dell'Alpe Veglia e Devero e dell'Alta Valle Antrona, che fanno parte delle aree protette dell'Ossola, è consentita l'introduzione di cani al guinzaglio. In attesa dell'adozione del regolamento di fruizione si applicano le sanzioni previste dalle ordinanze comunali oppure, dove non presenti, dall'ordinanza del Ministero della Salute del 18/7/2019. Nell'ambito del progetto Resicets è prevista un'attività di sensibilizzazione e l'individuazione di aree con regolamentazione particolare per l'accesso dei cani.

Nelle Alpi Cozie vigono ancora i regolamenti di fruizione precedenti la LR 19/09, con alcune difformità da parco a parco: se nel Gran Bosco di Salbertrand occorre il guinzaglio e l'accesso ai cani è esplicitamente consentito solo "nelle aree attrezzate", presso l'Orsiera Rocciavré il cane deve essere tenuto solo "sotto stretto controllo" (quindi anche senza guinzaglio) e può percorrere e anche allontanarsi dai sentieri. 

Per quanto riguarda le aree del Po torinese, il "vecchio" regolamento di fruizione delle Vallere, che era più rigido in materia di gestione dei cani, è stato superato con la citata Legge regionale del 2009 e oggi, sia all'interno del Parco di Superga che delle riserve del Po, l'accesso dei cani è libero e deregolamentato e non c'è alcun obbligo specifico di guinzaglio o museruola.

Resta il fatto che, se un cane libero non ubbidisce al padrone e insegue la fauna, il suo padrone può essere sanzionato; nel caso in cui il cane morda altre persone, si configurerà invece una responsabilità civile in capo al suo proprietario.

Sempre al Parco delle Vallere si trova un recinto per cani di 5mila metri quadrati che richiama ogni giorno - e tutto l'anno - un numero notevole di fruitori provenienti da tutta la città. E' un servizio al pubblico molto apprezzato perché si trova in una riserva naturale inserita in un contesto urbano. Al Po vercellese e alessandrino invece, in attesa del nuovo regolamento di fruizione, è consentito l'accesso con i cani solo se al guinzaglio, così come avviene nelle Aree protette del Parco Paleontologico astigiano, dove vige un divieto assoluto di accesso in Valle Botto, se non accompagnati dal personale autorizzato. 

Continuando nella nostra rassegna, ci sono parchi dove le norme restrittive per i cani sono dettate dall'altitudine e dalla stagionalità: nel Parco nazionale del Gran Paradiso, per esempio, nel periodo estivo, l'accesso è consentito solo lungo alcuni sentieri stabiliti dal Regolamento di fruizione, il cui elenco può essere trovato sul sito del parco. Si tratta di percorsi che si trovano sotto una certa quota per non recare disturbo a stambecchi e camosci e per evitare la trasmissione di malattie virali.

Perchè l'uso del guinzaglio è auspicabile anche nei parchi

C'è da considerare un altro aspetto importante nell'uso del guinzaglio, a prescindere dalle regole vigenti nei parchi: se ci sono persone che hanno timore dei cani non dobbiamo indagare sul perché di questa paura, ma semplicemente rispettarla conducendo il nostro amico peloso al guinzaglio anche se, come padroni, il nostro istinto ci porta sempre a pensare che il nostro cane sia bravo e "non farebbe male a una mosca".

Nei parchi dove sono presenti greggi al pascolo, inoltre, è opportuno evitare che il cane importuni gli animali o abbia incontri ravvicinati con i cani da pastore.

Per quanto riguarda la museruola, è consigliabile portarla con sè, magari dentro allo zaino: anche se non ne è prescritto l'uso, in casi limitati, l'autorità competente (il guardiaparco, ad esempio) potrebbe farne richiesta.

Altro aspetto che vale la pena citare è quello delle deiezioni: anche se non siamo in città, la loro raccolta negli appositi sacchettini è un segno di di civiltà a patto che, come segnalatoci dal personale delle Aree protette Alpi Cozie, gli stessi sacchettini non vengano poi abbandonati o gettati nei boschi!

Recentemente l'Ente di gestione dei Parchi Reali ha organizzato delle passeggiate con educatori cinofili lungo i sentieri consentiti (ma non di interesse per gli escursionisti tradizionali) che erano specificatamente rivolte ai possessori di cane. Oltre ad imparare a conoscere l'ambiente naturale, i proprietari hanno imparato come gestire l'esuberanza dei loro animalii, il perché dei divieti e altro ancora, e l'iniziativa ha riscosso un buon successo.

Il panorama fin qui descritto non vuole essere un elenco esaustivo delle regolamentazioni in vigore in tutte le aree protette piemontesi: è infatti sempre auspicabile fare riferimento ai siti istituzionali degli enti di gestione per avere informazioni complete e dettagliate. Quindi, con un occhio attento alle regole... buona passeggiata!

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