Stampa questa pagina

Guardie Ecologiche Volontarie, sentinelle dell’ambiente

La protezione del patrimonio naturale e paesaggistico e la conservazione della biodiversità richiedono l'impegno di ciascuno di noi. Le Guardie Ecologiche Volontarie sono tra coloro che hanno deciso di dedicare una parte del loro tempo libero alla salvaguardia dell'ambiente, a vantaggio di tutti.

  • Alessandro Paolini
  • ottobre 2019
Giovedì, 26 Settembre 2019
Foto Archivio CMT Foto Archivio CMT

Sono conosciute come GEV, Guardie Ecologiche Volontarie e sono tra coloro che hanno deciso di dedicare parte del proprio tempo libero alla salvaguardia dell'ambiente. Del resto, la protezione del patrimonio naturale e paesaggistico, così come la conservazione della biodiversità richiedono l'impegno di noi tutti ma, da quest'estate, la Città Metropolitana di Torino può contare su 76 nuove GEV con funzioni di vigilanza del territorio e divulgazione didattica. E' questo il numero di coloro che hanno superato le impegnative prove di esame previste al termine del corso di reclutamento, organizzato dalla ex Provincia di Torino, che ha contato 216 candidati iniziali.

Dopo circa 100 ore di lezione in aula più prove pratiche sul territorio, a cui sono seguiti gli esami finali - scritti e orali - nel corso dell'estate gli allievi ritenuti idonei hanno intrapresoun tirocinio semestrale sul campo, suddivisi in gruppi e affidati al coordinamento di Guardie Ecologiche esperte.

Ma chi sono e cosa fanno le GEV? Lo abbiamochiesto a Massimo Ramello, da molti anni guardia ecologica e coordinatore del corso di formazione e a Riccardo Porcellana, una new entry che ha superato la selezione.

Massimo, che compiti svolgono le Guardie Ecologiche Volontarie?

Principalmente svolgiamo un'attività di vigilanza sul territorio della Città metropolitana di Torino, quindi sia nelle aree extraurbane che in quelle più prossime alla città, con un occhio di riguardo alle prime, soprattutto quando si tratta di parchi e di Siti d'Interesse Comunitario (SIC). Inoltre ci occupiamo di divulgazione didattica nelle scuole primarie e garantiamo il supporto amministrativo nella sala operativa della sede della Città metropolitana. Alcuni nuovi volontari si occupano anche della manutenzione dei sentieri.

Qual è il profilo "tipo" di una guardia ecologica?

E' difficile stilare un "identikit" preciso di chi decide di intraprendere quest'attività: si tratta di persone di età, professione e formazione molto diverse. Dal punto di vista anagrafico, la maggior parte è in età "matura" (tra i 30 e i 60 anni), con una quota di giovani e di "anziani" - già in pensione - intorno al 10% del totale. Sono comunque tutte persone accomunate da una spiccata sensibilità ambientale e da una forte motivazione.

Quanto è impegnativa questa attività?

A ciascuna guardia è richiesto di prestare un minimo di 15 servizi all'anno, ciascuno di almeno quattro ore. Ma in realtà l'impegno è maggiore perchè al di fuori delle ore passate "sul campo" occorre aggiornarsi e informarsi costantemente per essere preparati e autorevoli. Questo perché i compiti di vigilanza implicano anche interventi finalizzati a dissuadere le persone dall'assumere comportamenti sbagliati o addirittura illeciti, e la divulgazione didattica nelle scuole richiede una solida preparazione teorica.

Riccardo, tu sei una "nuova GEV" ma anche un giornalista professionista. Come riesci a conciliare queste due attività?

Sì, il mio "vero" lavoro è quello del comunicatore: sono addetto stampa del Museo Egizio e seguo le relazioni esterne per Lingotto Fiere, con passate esperienze, fra le altre, anche in Regione Piemonte. Ma lo faccio come libero professionista e ciò mi permette di gestirmi i tempi di lavoro in autonomia, ritagliandomi spazi per cose in cui credo, come l'attività di guardia ecologica volontaria.

Perchè hai scelto di dedicare parte del tuo tempo alla tutela dell'ambiente?

Sono da sempre legato al tema della natura e ne sono un appassionato "fruitore": da escursionista in alta montagna, cercatore di funghi nei boschi o pescatore di trote lungo i torrenti. Il crescente degrado ambientale a cui assistiamo e l'emergenza climatica in atto devono far riflettere generazioni come la mia, cresciute negli Anni '70 e '80 con stili di vita che hanno "stressato" l'ambiente: atteggiamenti spesso anti-ecologici, per quanto inconsapevoli, frutto di un modello di società dei consumi priva di una coscienza ambientale. Mi riferisco, ad esempio, all'eccessivo sfruttamento delle risorse, all'uso esagerato della plastica, alla cattiva gestione dei rifiuti: insomma, di tutti quei comportamenti che fanno "male" al nostro pianeta. Oggi ne paghiamo le conseguenze e, benché l'attenzione al tema sia aumentata, c'è ancora molta strada da fare. Ecco perché, anche come genitore, avverto l'esigenza morale di restituire alla comunità qualcosa di quello che è stato tolto e ho deciso di farlo donando parte del mio tempo alla tutela ambientale. Grazie al corso e al tirocinio ho appreso nozioni, approfondito aspetti normativi e, soprattutto, sviluppato la consapevolezza del bisogno di agire con competenza e in modo mirato, elementi che cercherò di trasmettere anche alle nuove generazioni negli incontri che faremo con gli studenti.

GEV, pubblici ufficiali a tutti gli effetti

Le Guardie Ecologiche Volontarie sono previste negli artt. 36 e 37 della L.R. 2 novembre 1982, n. 32 (Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale). La loro attività è dettagliatamente disciplinata da un regolamento regionale (n.5 del 1983 e successive modifiche apportate con regolamento n.3 del 1995). Al termine del tirocinio, gli allievi ritenuti idonei vengono nominati Guardie Ecologiche Volontarie con decreto della Prefettura. Vengono loro consegnati il tesserino di riconoscimento, i segni distintivi, la divisa e l'equipaggiamento previsto. Entro 30 giorni dalla nomina, la Guardia deve prestare giuramento innanzi al Prefetto o a un suo delegato. Va ricordato che le GEV sono volontari che offrono il loro servizio a titolo gratuito, non sono un'associazione di volontariato ma sono coordinati dalle Città Metropolitane, in relazione ai territori interessati, di cui sono "dipendenti onorari" pur non avendo con l'Ente un vero e proprio rapporto di lavoro. Non sono armati e ricevono la qualifica di Guardie Ecologiche perché hanno il compito di vigilare, prevenire e verificare il rispetto delle leggi in vigore a protezione dell'ambiente. Nell'esercizio delle proprie funzioni sono pubblici ufficiali.

Per saperne di più è possibile consultare il sito della Città metropolitana di Torino e il sito della Regione Piemonte.

Potrebbe interessarti anche...

Come ogni anno, nel mese di gennaio, nelle Aree protette del Po piemontese si è svolto il censim ...
Il paesaggio è dominato dalla presenza del complesso monumentale della Basilica di Superga, capo ...
E' possibile contemperare la tutela della fauna selvatica con la fruizione turistica all'interno ...
Un progetto finanziato con fondi europei prevede la raccolta dei semi di piante erbacee e la ...