Tutto comincia nel 2013 quando la signora Gabriella, da sempre appassionata di bricolage e costruzioni in miniatura, si mette all'opera per realizzare un villaggio degli gnomi: è così che fra le sue mani esperte prendono vita il municipio, la torre dell'orologio, il forno, il pozzo, la locanda, lo xilofono e persino la prigione dei Troll, tutti costruiti a mano e a regola d'arte, utilizzando pietre e legni del bosco.
Il piccolo villaggio trova l'ambientazione ideale fra gli alberi di un piccola borgata di montagna, sopra Salbertrand, una zona fino ad allora tranquilla e poco conosciuta, dove si trova la casa di villeggiatura della famiglia. L'intenzione è quella di offrire ai più piccoli un luogo magico da visitare e il sito viene battezzato con il nome di "Bosco degli gnomi" perché - dice la sua realizzatrice - "lo gnomo è una figura positiva, buona, pulita, forte e rispettosa della natura e del genere umano tutto"
Ma le notizie corrono veloci, si sa, tanto fra le piccole creature dei boschi quanto nell'umana comunità: ha inizio così un via vai di turisti e semplici curiosi che vogliono vedere di persona il paesello miniaturizzato e i piccoli gnomi, che da oggetto del desiderio dei bambini diventano a poco a poco ricercati speciali anche dagli adulti.
La borgata però è un po' fuori mano e il boschetto mal si presta ad accogliere un crescente numero di visitatori. La signora Gabriella se ne rende conto e ne parla dapprima con i suoi familiari, poi con i diretti interessati, vale a dire gli gnomi.
Sono questi ultimi che suggeriscono la soluzione: il "Bosco degli gnomi" verrà ufficialmente donato alla sede del parco. Così, a giugno di quest'anno, viene trasferito in un'area dedicata, nei pressi del moderno e recentemente rinnovato Centro Visita di via Fransuà Fontan 1.
Ora i visitatori possono percorrere un breve percorso autoguidato (grazie alla presenza di pannelli esplicativi) che, fra gnomi e farfalle, li conduce alla scoperta di specie vegetali spontanee, dalla lavanda alle piante aromatiche, dalle siepi ai fiori di campo, che crescono in un'area centrale sagomata a forma di cuore. Si tratta del giardino delle farfalle, nato dall'idea contenuta nella tesi di laurea di una studentessa: aperto tutti i giorni è accessibile anche ai disabili.
Il Parco Gran Bosco di Salbetrand
L'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie è un ente pubblico, istituito dalla Regione Piemonte nel 2012, per tutelare e gestire un vasto patrimonio naturale, paesaggistico e culturale che comprende quattro Parchi (Gran Bosco di Salbertrand, Val Troncea, Orsiera Rocciavrè e Laghi di Avigliana) e due Riserve naturali speciali (Orridi di Chianocco e Foresto). Ciascuna area naturale ha la sua sede: per quanto riguarda il Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, la sede è quella di Via Fransuà Fontan 1, a Salbertrand (TO). L'edificio, che dal 2005 ospita la Sede polifunzionale e il Centro Visite del Parco, offre tuttavia molto di più.
Oltre ad essere facilmente accessibile anche con i mezzi pubblici, consente di raggiungere facilmente i principali itinerari escursionistici che attraversano il Parco: Sentiero dei Franchi, Via Francigena, Grande Traversata delle Alpi, Glorioso rimpatrio dei Valdesi, Percorso ecomuseale e Sentiero didattico forestale, che tra boschi e prati raggiunge l'aula didattica nel bosco e i siti ecomuseali all'interno dell'area protetta.
La particolare architettura del Centro Visite ricorda il bosco, ambiente dominante del Parco, con quattro pilastri lignei e una scala in larice grezzo nostrano. All'interno sono allestiti vari diorami (vetrine in cui sono esposti l'avifauna del Parco, dai passeriformi ai rapaci, e l'ambiente Alpino, dalle praterie di alta quota al bosco, dagli arbusteti al greto del fiume) e una ricca esposizione di palchi di cervo e reperti vari. Un totem interattivo consente di ascoltare i versi degli animali selvatici.
Il centro accoglie anche un magnifico esemplare di lupo naturalizzato.
Un grande tronco interattivo, con sportelli e cassetti, permette di scoprire l'ambiente "bosco", gli alberi e i funghi, gli animali che lo popolano e le loro tracce, le leggende che lo animano e i giochi che lo illustrano. Nell'atrio è inoltre presente un punto informativo e di vendita di prodotti promozionali e il bookshop.
Dal Centro Visite è possibile accedere alla sala conferenze con 99 posti a sedere dove una serie di pannelli illustrativi guida il visitatore alla scoperta delle peculiarità dell'Area Protetta.
Nel 2008 è stata costruita una nuova ala di visita che ospita il Centro di Documentazione "Spazio Escarton": attraverso un plastico multimediale interattivo è possibile scoprire il territorio, i suoi ambienti, la storia, la lingua, l'architettura, le tradizioni, le iniziative legate all'esperienza storica della "Repubblica degli Escartons" (una circoscrizione territoriale autonoma e federata in cui, grazie alla Grande Carta delle Libertà, la popolazione locale dal 1343 al 1713 potè gestire in modo autonomo la vita amministrativa e fiscale del territorio, che ricadeva sotto il Regno di Francia).
Al di fuori della sede è poi possibile compiere una visita guidata (su prenotazione) all'Ecomuseo Colombano Romean. Si tratta di un museo diffuso composto da diversi siti posizionati in punti diversi di Salbertrand: si va dal Mulino idraulico alla Parrocchiale di San Giovanni Battista, dal Forno comunitario alla Cappella dell'Annunciazione di Oulme e all'Hotel Dieu o Ostello dei Pellegrini.
L'Ecomuseo è dedicato a Colombano Romean, figura tra storia e mito, ideatore e esecutore del Gran Pertus (grande buco in piemontese) di Toullie, una galleria lunga 433 metri posta sopra l'abitato di Chiomonte a circa 2050 metri s.l.m. che Romean scavò tutta a mano in sette anni - tra il 1526 e il 1533 - utilizzando uno semplice scalpellino, per convogliare in Val di Susa le acque della vicina Val Clarea. È tuttora funzionante, utilizzato per l'irrigazione, ma nei mesi di minore portata (da agosto a ottobre) il canale è traversabile a piedi con l'ausilio di torce, attrezzatura e vestiario adeguati: un'opera certo non ordinaria per lo sforzo ideativo e le difficoltà tecniche che dovette superare e per questo entrato a pieno titolo nella leggenda e nella tradizione orale locale.