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L'ippoterapia in ospedale, questo il sogno del Dottor Criniera

A cosa serve un parco? Anche a creare occasioni d'incontro tra animali, pazienti e operatori. È quanto succede grazie al 'Dottor Criniera', un progetto di interventi assistiti con animali nato all'interno del Parco La Mandria, alle porte di Torino. Una storia di speranza con cui vogliamo salutare i nostri lettori prima della pausa estiva. 

  • Emanuela Celona
  • Luglio 2019
Domenica, 28 Luglio 2019
L'ippoterapia in ospedale, questo il sogno del Dottor Criniera

«Equitare ti fa sentire, e sentire ti fa pensare». Così sintetizza l'ippoterapia Elvira Erica Poma, di professione 'imprenditrice' ma essenzialmente, nella vita, coadiutrice in interventi assistiti con gli animali, cavalli soprattuto.
Una terapia che fa star bene il paziente ma anche l'animale, o almeno questa è la tesi che sta alla base di 'Dottor Criniera', il progetto che Erica insieme al suo compagno, il veterinario Michelangelo Vaccarino, hanno introdotto - da poco più di un anno - nella Cascina Vittoria, all'interno del Parco naturale regionale La Mandria. L'ambizione del Dottor Criniera, però, va oltre: vorrebbe, infatti, travalicare il recinto dell'area protetta per rendere possibile la relazione con gli equini anche nelle strutture sanitarie del Piemonte.

Di solito, siamo abituati a terapie in cui è il paziente che va dall'animale. In questo caso, invece, sarebbe il cavallo ad andare dal paziente impossibilitato nel movimento o nel trasporto, per una qualsiasi ragione.
"Al Niguarda di Milano già succede, racconta Erica. Nel cortile del nosocomio lombardo è stata già allestita una scuderia permanente dove i piccoli pazienti vengono accompagnati dopo la terapia, quasi come premio per essersi sottoposti alle cure e per alleggerire i momenti più difficili".

L'idea di una ippoterapia senza confini è stata proposta al plesso di Druento che ha tra i propri studenti alcuni disabili: tra loro c'è chi ha già seguito il programma riabilitativo di Cascina Vittoria.
L'idea è nata da una collaborazione con Chiara Roccati, anche lei coadiutrice degli equidi e Sabina Sereno psicologa e - responsabile dei progetti di interventi assisititi con animali del dipartimento di salute mentale dell'ASL di Torino - che ha agevolato il coinvolgimento della struttura, in via sperimentale.

L'ippoterapia fa bene (anche) ai cavalli

Che l'ippoterapia sia benefica per i pazienti, se non altro come momento di svago e di libertà, è quasi scontato. Può essere, invece, più difficile convincersi che faccia bene anche al cavallo. Da qui l'idea di approfondire il tema in una tesi di etologia sul benessere animale impegnato in Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), seguita dal dipartimento Scienze Veterinarie – Università degli Studi di Torino.
"Lo studio si è concentrato sul monitoraggio e sulla valutazione delle reazioni degli animali a determinati stimoli, durante un ciclo di sedute di interventi assistiti", spiega Patrizia Ponzio, docente nell'ambito del Corso di Laurea Magistrale in Medicina Veterinaria. "La valutazione mediante la somministrazione di un test attitudinale delle reazioni conseguenti alla vista di oggetti (come ad esempio una stampella) proposti durante le sedute, oppure a manipolazioni tattili (come delle carezze sul dorso), associate alla misurazione dei livelli di cortisolo – importante marcatore dello stress di un animale – nella saliva permettono sia di scegliere il cavallo più idoneo da impiegare negli IAA, sia di evidenziare come questo impiego ausiliario non sia paragonabile a un lavoro per l'animale, e che tale attività non rappresenti una fonte di stress".

Il Dipartimento di Scienze Veterinarie di Torino da tempo studia il benessere degli animali (cani, asini e cavalli) impegnati in tali interventi.
A Cascina Vittoria, gli equini coinvolti nel progetto sono tre, ma l'obiettivo è allargare i numeri e considerare i primi risultati incoraggianti come trampolino di lancio per altri progetti. "Quello che è emerso dal monitoraggio condotto a Cascina Vittoria è che i cavalli mantengono una condizione di benessere, e se subiscono delle alterazioni fisiologiche durante l'attività, sono comunque reazioni positive", spiega la dottoressa.

Dovunque, negli interventi assistiti con gli animali le accortezze da seguire sono stringenti: sono, infatti, importanti le condizioni di sicurezza, soprattutto quando l'animale è di grossa taglia; un controllo sanitario stretto, per evitare possibili trasmissioni di patologie tra uomo e animale e viceversa, tutelando la salute di tutti i soggetti; ma anche controlli comportamentali serrati, proprio perchè non tutti gli animali si rivelano adatti allo scopo. Ovviamente, quando si decide di portare un animale in una struttura sanitaria, molto dipende dai rapporti instaurati con il personale medico ma comunque: "In nessun caso, l'animale 'portato' al paziente è visto come un esemplare in bella mostra'. Non è questo lo scopo. A noi interessa procurare benessere, ai pazienti e agli animali: obiettivo del lavoro di ogni buona equipe", afferma la Ponzio.

Ogni cavallo ha il suo carattere

Nella corso della propria esperienza, il 'Dottor Criniera' ha lavorato con almeno una ventina di bimbi autistici che hanno fatto attività assistita con animali. I risultati sono stati positivi, anche per gli equini. «Non tutti i cavalli sono adatti allo scopo, spiega Erica Poma. Molto dipende dalla morfologia dell'animale e dal suo grado di empatia. In generale, i cavalli sono empatici: una caratteristica caratteriale che nel branco può salvare la vita a uno dei membri. I pony, in particolare, grazie alla loro stazza ridotta, possono essere un importante anello di congiunzione per portare l'ippoterapia in ASL o in ospedale. È infatti molto importante che i piccoli pazienti possano continuare a mantenere viva la relazione con il proprio cavallo: giova al paziente, ma anche all'animale".

I risultati raggiunti a Cascina Vittoria sono stati confortanti da più punti di vista: educativo, medico e terapico. Per questo i gestori della Cascina, mettendo a disposizione i propri animali, sono aperti a tutti i medici che vogliano sperimentare l'ippoterapia.
Una buona equipe di professionisti è ciò che sta alla base di questo lavoro: l'animale, il coadiutore, il medico veterinario e il medico specializzato devono perseguire lo stesso obiettivo, ovvero il benessere condiviso, anche perché ogni seduta che crea disagio è molto più di una delusione, è un progetto che fallisce.

Silvia, la giovane amazzone

Ascoltando i racconti di Silvia - una ragazza di 20 anni diversamente abile che quasi ogni giorno, da circa tre anni, si reca alla Mandria per cavalcare Luna, il suo cavallo, oppure Panda, un destriero dal temperamento più docile – si capisce immediatamente quanto benessere porti la relazione stabile con questi animali.

Lei, la Cascina Vittoria l'ha conosciuta per caso, durante una gita con la famiglia parco, ed è stato amore a prima vista. Qui ha deciso di lasciare il destriero regalatole dal padre, e qui ha deciso di continuare a montare. «Vado a cavallo da sempre, racconta. Prima alla Cascina del Mesino e ora nel Parco della Mandria». Il senso di libertà che ci descrive quando è in groppa al suo destriero non ha bisogno di commenti, perché lo si vede riflesso negli occhi che brillano di un verde intenso e nella fierezza che ha quando è in sella al suo destriero. Un senso di normalità davvero importante, per chi ne ha bisogno più di chiunque altro.
Tra di loro, Erica e Silvia, parlano in codice: «Vuoi carotare? Oppure preferisci melare?» Tradotto, significa dare carote o mele agli equini: «Accudire, coccolare e prendersi cura di un cavallo è un percorso importante per chi è portatore di handicap: significa essere in grado di prendessi cura dell'altro», spiega Erica.

L'ippoterapia è una relazione

Tutti i 32 cavalli ospitati nelle scuderie di Cascina Vittoria pascolano liberi all'aperto e anche i tre che lavorano per il 'Dottor Criniera' trascorrono comunque 23 ore al pascolo e soltanto un'ora al giorno al 'lavoro'. «Per questi cavalli, vivere in questo modo significa poter esprimere il proprio temperamento e, di conseguenza, adattarsi meglio alle relazioni», spiega Erica.
Le linee guida nazionali di ippoterapia approvate dal Ministero della Sanità nel 2015, recepite in Piemonte nel 2017, 'peccano' un po' in questo senso ma sono, invece, molto severe sulla squadra necessaria per ogni intervento assistito, obbligatoriamente composta da un coadiutore, un veterinario e un psicoterapeuta. Questo fa si che non tutte le famiglie possano permettersi un'attività piuttosto costosa. Un vero peccato, perché sono percorsi utili al benessere del paziente, ma anche dei loro famigliari, e propro in questo il parco è una forza. «Chi ci affida il proprio congiunto, non troverà difficoltà nel godere di uno scampolo di tranquillità, immerso nel verde. A volte, basta poco: una passeggiata sotto gli alberi, una sigaretta fumata in pace, un gelato gustato nel cortile della cascina», racconta la coadiutrice.

Sul dorso dei destrieri di Cascina Vittoria si sono alternati una ventina di ragazzi disabili. Sono i ragazzi a cui il 'Dottor Criniera' vorrebbe portare i cavalli in ospedale, in caso di ricovero. Oggi ci sono regioni all'avanguardia in tema di ippoterapia assistita in ospedale, come la Lombardia, il Veneto, la Puglia. Qui ai pazienti è permesso di non interrompere la loro relazione con il cavallo.
Perchè permettere a giovani pazienti di vederli dalle finestre di un nosocomio, anche solo per un saluto, a volte, può allungare la vita.

 

 

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