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I parchi che non si amano abbastanza

Un tiepido abbraccio. Così si potrebbe sintetizzare l'accoglienza che Torino ha riservato alla prima edizione di 'Parchi da Amare', la fiera del turismo green organizzata da EXIBITO s.r.l., AIAV Associazione Italiana Agenti di Viaggio, CNA Turismo in partnership con Lingotto Fiere.

  • Emanuela Celona
  • Novembre 2018
Mercoledì, 28 Novembre 2018
I parchi che non si amano abbastanza

In effetti c'era da rimanere un po' sgomenti, venerdì scorso 23 novembre, nel vedere flotte di persone uscire dalla fermata 'Lingotto' della Metro di Torino e dirigersi di gran carriera all'OttoGallery in nome del black-friday, anziché 100 metri più avanti dove la fiera 'Parchi da Amare' ha aperto i battenti – dal 23 al 25 novembre scorsi - in contemporanea con il venerdì del maxi sconto.

Un green day, quello proposto da 'Parchi da Amare', che non è riuscito a raccogliere la preferenza dei torinesi neppure il sabato e la domenica successivi dedicati ai saldi fuori stagione, lasciando il Padiglione 1  espositivo piuttosto sguarnito in termini di affluenza.

I parchi in fiera

Pensare che gli espositori, seppur non numerosissimi, ci hanno provato a rappresentare una parte del nostro territorio naturale: spaziando tra aree naturali protette terresti e marine, insieme con enti e associazioni che si occupano di turismo verde.
Da nord a sud, è stata rappresentata un po' tutta l'Italia: a partire dal Piemonte, presente con il sistema delle Aree naturali protette regionali nello stand istituzionale della Regione e con il Parco nazionale Gran Paradiso, unito in un sodalizio espositivo con il Parco nazionale dell'Arcipelago toscano che ha promosso tutte le isole che lo compongono: Giannutri, Pianosa, Gorgona, Giglio, Capraia, Montecristo. Per continuare con la Liguria e i Parchi di Portofino, dell'Aveto, di Monte Marcella Magra, il Parco Alpi liguri e dell'Antola; e ancora l'Abruzzo e il Molise con il parco nazionale omonimo, a detta di molti, lo spazio espositivo più bello della fiera (tra l'altro interamente costruito dagli operai dell'ente parco), il Parco nazionale della Majella e del Gran Sasso, l'Area Marina Protetta di Torre del Cerrano e il Parco regionale del Sirente Velino. E poi ancora, il Lazio con il Parco dei Castelli romani, quello dei Monti Ausoni e Lago di Fondi, il Parco regionale dei Monti Simbruini e il Parco di Veio; la Basilicata, con il Parco nazionale dell'Appennino Lucano e i prodotti tipici del parco talmente buoni da innescare una sana competizione con le tipicità piemontesi ospitate nello spazio regionale, grazie alla disponibilità dei produttori aderenti al progetto 'Parchi da gustare'.
Al Lingotto di Torino c'era anche un po' di Puglia, con il Parco nazionale del Gargano e la Campania con un parco poco famoso ma spettacolare nella sua bellezza, come quello sommerso di Gaiola. Non è mancata neppure la Sicilia presente con la più giovane area marina protetta istituita in Italia, il Parco nazionale di Pantelleria.

Un protocollo per il turismo sostenibile nei parchi

Patrocinato da Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione Piemonte, Città di Torino, UNCEM Piemonte, ANCI Piemonte e Federparchi, la rassegna ha avuto l'ambizione di condividere e diffondere la salvaguardia dell'ambiente: obiettivo perseguito anche attraverso la sottoscrizione del protocollo d'intesa per il turismo sostenibile nelle Aree protette siglato per promuovere, diffondere e sviluppare la fruibilità turistica del patrimonio ambientale, naturale e culturale dei parchi con modalità improntate al rispetto della sostenibilità e delle compatibilità ambientali, con il coinvolgimento di: istituzioni locali e nazionali, comunità, territori, operatori del settore, centri di ricerca.
A tale scopo, i firmatari – Federparchi, AIAV, WWF Travel, Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, CNA Torino, Weec Italia - si sono impegnati alla diffusione della Carta Europea per il turismo sostenibile, e a creare sul tema un Forum nazionale e un Osservatorio permanente per il turismo sostenibile nelle aree protette, in collaborazione con tutti i soggetti già attivi e competenti in materia.

Un patrimonio naturale importante

Durante la tre giorni non sono mancati gli stimoli per comprendere l'importanza del nostro patrimonio naturale che, a partire dalle aree protette nazionali, riguarda il 12% del territorio e il significato di una parola che fatica ancora, purtroppo, a essere di moda: biodiversità. Che non è la lista delle specie, ha spiegato Piero Genovesi - ricercatore dell'Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - in un seminario inserito nel programma della rassegna, ma bensì sintetizza le relazioni ecologiche degli ecosistemi, nel loro insieme. Un sistema di relazione che è in forte crisi , nonostante l'importante lavoro svolto dalle aree naturali protette. Secondo il terzo rapporto della Direttiva Habitat, l'Italia è un Paese ricco di biodiversità con il 30% delle specie endemiche animali e il 50% vegetali di interesse comunitario. Eppure, per tutelare questo patrimonio biodiverso il nostro Paese spende pochissimo, nonostante siano molte le minacce che lo mettono a repentaglio. A partire dai cambiamenti climatici per proseguire con le specie esotiche invasive che - solo loro - costano all'Unione europea oltre 30 milioni di euro l'anno per essere contenute.

Turismo e parchi, una relazione su cui investire

Se biodiversità è una parola che non va ancora di moda, 'turismo esperienziale' invece sì. Che significa un turismo attento, etico sperimentato da chi vuole portarsi a casa un'esperienza intensa, emozionate e sostenibile.
Alla voce 'turismo' oggi registriamo, in Europa, un fatturato di 40 milioni di euro l'anno e in Italia un coinvolgimento di oltre 40mila imprese. In questo contesto, quale ruolo hanno i parchi? E soprattutto, quelli italiani, possono fare la differenza in un settore in cui l'Italia potrebbe giocare un ruolo da protagonista?
In Italia ci sono 1.136 aree protette che coniugano la tutela dell'ambiente con il turismo, generando 27 milioni all'anno di visitatori. Su una superficie tutelata di circa 3 milioni 776 mila ettari, ovvero quasi il 22% del territorio nazionale, sono ospitate la metà delle specie animali e vegetali di quelle presenti in Europa; si contano 2.700 tra centri visita, strutture culturali e aree informative e oltre 10.000 chilometri di sentieri attrezzati. I parchi italiani ospitano anche realtà produttive ed imprenditoriali di eccellenza, capaci di creare un flusso virtuoso fra ambiente, economia e turismo: un ambito che include 105mila posti di lavoro per un valore di 5,5 miliardi. Una ricchezza immensa che non aspetta altro che essere valorizzata.

 

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