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A cosa serve un parco? A far tornare (anche) lupo e gipeto

Il gipeto è tornato a sorvolare i cieli delle Alpi Marittime e il lupo a ripopolare quelle montagne. Queste sono solo alcune delle specie tutelate dall'Ente parco, impegnato a conservare la biodiversità del luogo e a diffondere una cultura rispettosa dell'ambiente naturale, ma non solo. Ce lo spiega Giuseppe Canavese, direttore dell'Ente parco Alpi Marittime, in questa Video-intervista.

  • Stefano Viazzo
  • Settembre 2018
Lunedì, 3 Settembre 2018
 Foto Pixabay Foto Pixabay

Giuseppe Canavese, lei è il direttore delle Aree Protette delle Alpi Marittime: quante realtà comprende l'Ente parco?

L'ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime comprende due parchi naturali, il Parco Naturale delle Alpi Marittime e il Parco Naturale del Marguareis e sette riserve naturali: la Riserva Juniperus foenicia, la Riserva delle Grotte del bandito, le Grotte di Bossea, la Riserva dei Ciciu del Villar, la Riserva naturale di Benevagienna, l'Area archeologica, l'Oasi di Crava Morozzo e l'area delle Sorgenti del Belbo.

 

Da tanti anni lavorate alla reintroduzione del gipeto?

Il progetto di reintroduzione del Gipeto, finisce proprio quest'anno, perché ha avuto successo. Il Gipeto ha ricolonizzato le Alpi e ormai è presente con molteplici nascite in natura su tutto l'arco alpino. Questo progetto, che ci ha visto iniziare qui in Italia come primo sito di rilascio, oggi si porta a compimento con questo grande risultato: il gipeto è ritornato sulle Alpi.

 

E da quanti anni siete impegnati nel centro uomini e lupi?

Ormai sono vent'anni. Quando sono arrivato, il 24 dicembre nel 92, ero nel Boreon (Francia) e lì constatammo la presenza dei lupi. Due anni dopo è arrivato in Italia e poi rapidamente si è diffuso in tutte le Alpi. Il parco è un po' pioniere delle attività legate a questo animale.
Il nostro ruolo è stato molto importante per riuscire a mettere subito in atto delle agevolazioni per queste attività.
C'è stato quindi uno sforzo di oltre vent'anni per lavorare con i pastori e le categorie interessate e recentemente abbiamo fatto un convegno conclusivo a Trento sul progetto Life Wolf Alps, che ci ha permesso di lavorare con tutti i parchi delle aree alpine cercando di perseguire il livello più alto possibile di convivenza tra questa specie e l'uomo.

Quali Paesi sono coinvolti nel Progetto Life?

Ci sono tutte le Regioni italiane, e la Slovenia. Adesso c'è un'ipotesi per continuare a lavorare su questa specie coinvolgendo altre nazioni tra le quali la Francia, la Svizzera e l'Austria. Adesso in Italia è in corso di approvazione il piano nazionale di azione del lupo di cui si sente la mancanza per coordinare le azioni tra le diverse regioni.

Ci sono iniziative intraprese dal parco per la salvaguardia di altre specie animali?

Il Parco delle Alpi Marittime ha avviato alcuni anni fa il progetto di un inventario biologico generalizzato, ovvero l'inventario delle specie che sono presenti nel suo territorio o all'interno di un'area protetta. È un progetto ambizioso che durerà molti anni.
È un'esperienza che arriva dagli americani del Parco Nazionale delle Smoky Mountains. Solo in questo breve periodo abbiamo individuato 15 nuove specie.
Adesso c'è un progetto in relazione alle specie minacciate dal cambiamento climatico, soprattutto le specie di alta montagna come la pernice bianca, il gallo forcello e la lepre variabile.

 

Oltre a quella che ha appena menzionato, quali sono le altre specie che avvertono gli effetti del cambiamento climatico?

Tutti i galliformi alpini sono specie molto sensibili ai cambiamenti climatici e dobbiamo iniziare a capire veramente cosa sta avvenendo a questa specie. Il progetto clima ci aiuterà anche perché qui siamo in una area in cui troviamo un ghiacciaio a 35 km dal mare. Si tratta quindi di una condizione quasi unica anche a livello mondiale dove c'è la contemporaneità di ben sette fasce climatiche diverse.

Vi affianca qualche istituto di ricerca italiano in questo lavoro?

Lavoriamo moltissimo con tanti istituti universitari, anche con istituti americani, sul clima stiamo lavorando con ARPA Piemonte. La ricerca deve essere aperta a livello mondiale, è confronto tra le diverse tesi e oggi è sempre più specialistica. Il parco è un'area pilota per la ricerca.

 

Il Parco nazionale del Mercatour è solo dall'altra parte nella linea spartiacque: quali sono le iniziative che avete in comune?

Questa collaborazione nasce nel 1987 con la firma del primo accordo tra i due parchi. Da allora abbiamo sviluppato 17 progetti europei per 28 milioni di euro. È stata l'eccellenza.
Abbiamo avuto la capacità di aggregare enti e organizzazioni diverse per lavorare insieme e oggi è un aspetto importante che ci porta risorse. Ormai oggi le risorse le troviamo solamente in Europa.
Sempre insieme ai francesi e al Principato di Monaco abbiamo promosso un grande progetto al fine di includere il territorio del Parco Europeo Marittime Mercantour, un nuovo ente di diritto europeo, nel Patrimonio Universale Unesco. Ai 268.000 ettari compresi nelle Alpi Marittime si aggiungerà inoltre il santuario dei cetacei Pelagos, tra la Corsica e le coste liguri.
Per noi sono molto importanti la gestione sostenibile del territorio e il coinvolgimento delle economie locali, al fine di far ricadere sul territorio quelli che possono essere i benefici del turismo sostenibile. Negli anni scorsi abbiamo costituito due cooperative, una in campo forestale e la seconda che gestisce tutti i nostri servizi turistici, come il centro turistico uomini e lupi.

 

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