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Biodiversità vegetale, un'eccellenza nel cuore del Parco Alpi Marittime

In Piemonte, il settore delle Alpi Liguri e Marittime è una delle aree in cui la conoscenza del patrimonio naturale è più all'avanguardia, grazie alla presenza dell'Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime che gestisce due Parchi naturali - il Marguareis e le Marittime - una serie di Riserve e delle Zone Speciali di Conservazione.  
In questo contesto è nata l'idea di creare un Centro per la Biodiversità Vegetale che contribuisce alla conservazione della biodiversità.

  • a cura di Loredana Matonti
  • Maggio 2018
Giovedì, 24 Maggio 2018
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Il Giardino fitoalimurgico al Parco del Marguareis, a Chiusa Pesio (Cn). Foto Archivio Parco del Marguareis Il Giardino fitoalimurgico al Parco del Marguareis, a Chiusa Pesio (Cn). Foto Archivio Parco del Marguareis

Sebbene faccia ancora fatica a entrare nel linguaggio comune, il termine 'biodiversità' è stato coniato nel lontano 1986, dall'entomologo Edward O. Wilson, in occasione di un Forum tenutosi a Washington in cui si discusse dell'importanza della diversità biologica propria del nostro Pianeta.

Generalmente, uno dei modi per dare la misura della biodiversità di una zona è quello di censire il numero delle specie presenti e - per dare un'idea della biodiversità terrestre – può bastare sapere che il numero di queste, attualmente descritto, è di quasi due milioni, ma si stima che più dell'80% sia ancora sconosciuto.

Quanta biodiversità vegetale abiamo sul nostro Pianeta?

Finora, i botanici hanno descritto all'incirca 250.000 specie vegetali e si pensa che oltre 50.000 siano in attesa di essere scoperte ufficialmente. La maggior concentrazione di specie si trova nelle zone tropicali e subtropicali, ma la flora italiana è la più ricca di tutto il continente europeo, enumerando 6417 specie vegetali e 1778 entità di rango subspecifico, per un totale di 8195 entità: oltre la metà della flora d'Europa, occupando territorialmente solo 1/30 della superficie complessiva.

Purtroppo, a questa florida situazione si contrappone la constatazione che il patrimonio naturale mondiale risulta in serio pericolo: sviluppo accelerato e sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali impongono interventi urgenti a tutela della salvaguardia della diversità biologica.

Tale urgenza si può comprendere più facilmente sapendo che più di 50.000 specie vegetali (circa il 20% di tutte le specie) corrono pericolo di estinzione o di grave erosione genetica nei prossimi 30-40 anni e - solo per citare il Piemonte - 18 sono le specie estinte, 19 minacciate, 62 vulnerabili e 206 considerate rare.

Un centro d'eccellenza nel cuore delle Alpi Marittime

In Piemonte, il settore delle Alpi Liguri e Marittime è sicuramente una delle aree in cui la politica di tutela, conoscenza e consapevolezza del patrimonio naturale è più all'avanguardia, grazie alla presenza dell'Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime che gestisce due Parchi naturali - il Marguareis e le Marittime - una serie di Riserve e delle Zone Speciali di Conservazione.

La biodiversità di questo territorio risulta elevata e da un punto di vista botanico, si impone tra le zone più prestigiose del continente europeo. La ricchezza floristica è eccezionale: nei circa 5.000 kmq di questo settore alpino, sono state segnalate 3137 entità vegetali, con una presenza di 107 endemiche, delle quali ben 26 esclusive e/o proprie del territorio in questione, concentrazione che non trova riscontro in nessun'altra zona delle Alpi.

In questo contesto è nata l'idea di creare un Centro per la Biodiversità Vegetale, all'interno dell'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime, operativo dal 2009, che contribuisce alla conservazione della biodiversità, in situ ed ex situ, all'approfondimento e all'aggiornamento delle conoscenze su queste tematiche, sia all'interno delle aree protette, sia nel più vasto territorio delle Alpi Liguri e Marittime, e che dialoga e collabora con tutti gli Enti ed organismi impegnati in questa battaglia, nel contesto europeo.

Cosa fa il Centro per la biodiversità

I compiti del Servizio di conservazione e gestione ambientale del centro sono molteplici, e vanno dallo studio della flora piemontese, in particolar modo di quella rara, minacciata e/o protetta alla costituzione di una base di informazioni omogenee e condivisibili; dalla promozione di studi, censimenti e monitoraggi con metodologie comparabili in tutta la Regione al fornire agli organi regionali preposti alla tutela e alla gestione dell'ambiente, il maggior numero di informazioni indispensabili allo svolgimento dei loro compiti istituzionali.

Compito del Centro per la biodiversità è fornire agli studiosi e ai floristi "dilettanti" piemontesi strutture, strumenti, metodologie e deontologie che possano valorizzare e indirizzare le loro ricerche botaniche; favorire lo scambio di informazioni su studi, attività, azioni e interventi in tema di conservazione; uniformare la raccolta, la classificazione, l'implementazione e la gestione della base di dati a disposizione del Centro, integrabile alla Banca dati floristico-vegetazionale della Regione Piemonte e collaborare con altri Enti e Organizzazioni nazionali e internazionali in progetti comuni.

Una visita sul campo: il giardino fitoalimurgico

Nel Parco del Marguareis, a Chiusa di Pesio in provincia di Cuneo, su proposta del Centro Regionale per la Biodiversità Vegetale (CBV), l'Unione Europea ha consentito tramite il progetto Seminalp di allestire un giardino fitoalimurgico dove raccogliere gran parte delle piante alimurgiche usate in Piemonte.

Si tratta di una specie di "orto" in cui sono ospitate specie vegetali spontanee di interesse alimentare e dedicato a Oreste Mattirolo, noto medico e naturalista piemontese, che scrisse la "Phytoalimurgia pedemontana" ossia il "Censimento delle specie vegetali alimentari della Flora spontanea del Piemonte". Laboriosa ricerca pubblicata integralmente, nel 1918, nel volume sessantunesimo degli Annali dell'Accademia. Proprio uno dei tecnici del parco, il botanico Bruno Gallino, ha rivisto nel 2001 tale opera, ristampata dalla Regione Piemonte (ristampata da BLU Edizioni), integrando e talvolta completando le descrizioni di Mattirolo con indicazioni di carattere ecologico-storico-bibliografico.

Delle specie trattate nel testo oltre 80 si possono ritrovare nel giardino fitoalimurgico, appartenenti alla flora autoctona alpina, rappresentano anche gli insoliti e gustosi ingredienti alla base di molti piatti locali come prelibate minestre, frittate, risotti.

Situato sul tetto della "Sala Incontri" presso la sede del Parco naturale del Marguareis, è suddiviso in aiuole tematiche che riproducono i diversi ambienti dove è possibile rinvenire la specie in natura, la maggior parte sono molto comuni e si incontrano facilmente in una passeggiata nel parco.

L'area coltivata offre al visitatore anche suggestioni di carattere artistico grazie ad aiuole circolari che ricordano i piatti e ad installazioni che utilizzano il cerchio, simbolo che ricorda il ciclo perenne della vita.

"Abbiamo avviato un'iniziativa, gli "orti da preservazione" - afferma Bruno Gallino, curatore del giardino – creando una piccola rete, per ora informale, con la cooperativa sociale di Ormea, i comuni di Gaiola e Mondovì, privati di Legambiente e della Compagnia del giardino, il Comizio Agrario di Mondovì, altri privati con orti urbani in Cuneo. Nel giardino ci sono specie spontanee sia fitoalimurgiche che piante "CWR", ovvero piante progenitrici delle piante coltivate come la Lactuca alpina, parente stretta della più nota lattuga coltivata che mangiamo normalmente, nonché piante segetali o "messicole" ovvero quelle che crescevano attorno alle colture come il papavero o il fiordaliso. L'idea è quella di preservarle grazie anche alla collaborazione di volontari che hanno un orto, coltivandole e quindi salvando specie come i Phyteuma o le campanule che cominciano a scomparire. Inoltre il nostro centro, avendo le tecniche per moltiplicare questi semi, può distribuirli e dare delle indicazioni su come coltivarli. Anche col vivaio forestale regionale abbiamo già moltiplicato delle piante da distribuire".

Ivan Pace, biologo e consulente del parco, aggiunge: "Oltre alle piante commestibili, nel giardino si possono trovare anche piante aromatiche usate in cucina e per confezionare liquori come l'Arquebuse e i vari succedanei del the che si usavano un tempo."
E' doveroso ricordare però che nel cimentarsi col "foraging", la buona conoscenza di ciò che si raccoglie non è da trascurare: occorre infatti distinguere le specie velenose da quelle commestibili ed evitare di mettere in bocca ciò che non si conosce bene.

Attualmente è possibile visitare il giardino autonomamente a qualunque ora del giorno: aperto da metà maggio a metà settembre, l'ingresso è libero ed è possibile usufruire di visite guidate su richiesta e laboratori. (Per informazioni: Sede Parco naturale Marguareis, tel. 0171 976868, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

Il giardino fitoalimurgico non è l'unico fiore all'occhiello del Centro. Presto vi racconteremo anche della Banca del Germoplasma, eccellenza di livello europeo.

 

 

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