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Sentiero dei 'Taragn' a Sorzano, perchè tanta incuria?

'Sorzano, sentiero dei Taragn in Alta Val Sesia: perchè il percorso all'interno del parco risulta così trascurato?', si domandano due nostre lettrici. Quali sono le ragioni che stanno dietro a una tale trascuratezza? Pubblichiamo qui, il disappunto delle due escursioniste e la risposta data dalla direttrice dell'Ente l'Ente di gestione delle aree protette della Valle Sesia

 

  • Redazione
  • Aprile 2018
Lunedì, 23 Aprile 2018
Taragni in frazione Sorzano di Valduggia, castagneto e in primo piano fioritura di zafferano alpino (Foto arc. CeDrap) Taragni in frazione Sorzano di Valduggia, castagneto e in primo piano fioritura di zafferano alpino (Foto arc. CeDrap)

Spesso i nostri lettori ci inviano in redazione i racconti delle loro esperienze vissute in un parco. A volte esprimono piena soddisfazione per un'esperienza a contatto con la natura, rigenerante e magari trascorsa in un 'insolito' silenzio, nella speranza di un incontro fortunato nei boschi, oppure nella vivacità di un appuntamento educativo o ludico organizzato da un ente parco.
Capita, però, che qualcuno ci scriva per lamentare una certa incuria riscontrata in un'area proettta, oppure nel percorrere un sentiero, come è capitato alle signore Pia e Daniela, escursioniste CAI e amanti del Parco del Monte Fenera che ci hanno scritto: "Domenica 8 aprile scorso, tocchiamo in un itinerario, a Sorzano (un sentiero che conduce agli ultimi Taragn ndr), paese ormai in abbandono dopo che E.V. - unico abitante del luogo – si è ritirato. Anni fa i suoi "taragn" venivano addirittura visitati da scolaresche, oggi sono invece in disfacimento. Il percorso è trascurato, con segnaletica ormai sbiadita, così come il sentiero in discesa che, dalla stessa località, raggiunge Bertagnina. Anche nelle aree Maretti /Grignasco, Fenera/San Quirico il concetto di 'situazione ottimale' - che comunque non si pretenderebbe - è lontana anni luce. Negativi anche i commenti lasciati su Facebbok e riferiti al sentiero del parco. Facile dedurre che questa scoraggiante trascuratezza è un paradiso per i non occasionali motociclisti che vi scorrazzano in lungo e in largo, peggiorando ulteriormente la situazione, perché consapevoli della assenza di controlli.
Sappiamo quanto la manutenzione sentieristica richieda impegno fisico ed economico: ci chiediamo allora quale sia la finalità dei "parchi naturali" e quali siano le competenze/doveri del personale che in essi operano e per i quali – si suppone – vengano pagati".

Le due escursioniste si erano già rivolte agli uffici dell'Ente di gestione delle aree protette della Valle Sesia lo scorso autunno, segnalando analoga situazione: "Pia e io decidiamo di provare in anteprima l'uscita in programma per il gruppo "Arriviamo... con calma" della nostra sezione CAI. Avevamo proposto un giro ad anello, con salita da Ara di Grignasco (sentiero 771) e discesa da Cerianelli, Bertasacco e grotte. Ricordo che anni fa i sentieri erano decisamente migliori, ma purtroppo l'escursione odierna è stata una gran delusione. A parte gli alberi sradicati, la vegetazione è avanzata paurosamente e i tracciati sono faticosamente individuabili. L'impressione avuta è che - con la scusante del "parco naturale" - si tralasci vistosamente la manutenzione ordinaria. Vero è che la vetta (cima Bastia) offre sempre un panorama apprezzabile, ma anche le condizioni dello sterrato sono quello che sono... Del grazioso rifugio che sorge appena sotto la croce è rimasto solo il ricordo. Era un "gioiello" con panche, tavoli, stufa, frigorifero, affettatrice, impianto elettrico, pavimento piastrellato e soffitto perlinato. Facilmente raggiungibile con trattori o mezzi simili, i soliti idioti lo hanno completamente saccheggiato, asportando quanto possibile e distruggendo il resto, per cui il gruppo Alpini, comprensibilmente scoraggiato, ha deciso anni fa di abbandonarlo al proprio destino.

Per finire, l'attuale carenza di acqua non sembra possa giustificare lo squallore delle "grotte", pomposamente attrezzate come "area didattica". Una folta vegetazione impedisce la suggestiva e impressionante visione sulla profonda forra mentre, di fronte, il ponticello è sbarrato da strisce di plastica che vorrebbero, forse, segnalarne la pericolosità. Fortunatamente, la frazione Colma sopravvive, in splendida posizione e – seconda nota positiva - dallo scorso luglio è aperto il Circolo di fronte alla chiesa. Anche quanto sopra descritto è uno specchio d' Italia."

Perchè questa trascuratezza? Risponde la direttrice dell'Ente parco

Poichè è nostra abitudine dare riscontro alle riflessioni - anche di disappunto – che giungono in redazione, abbiamo interpellato la direttrice dell'Ente di gestione delle aree protette della Valle Sesia, Nicoletta Furno, che così rispoende alle due escursioniste: "Mi dispiace che la vostra passeggiata sia stata deludente e sono consapevole del fatto che le condizioni della sentieristica non siano ottimali ma desidero anche illustrarVi i motivi di questa situazione: l'Ente di gestione delle aree protette della Valle Sesia gestisce, dal 2012, un territorio estremamente vasto che comprende il Parco dell'alta Valsesia e dell'alta Val Strona, il Parco del Monte Fenera e i Sic Val Mastallone, Val Sermenza alta Valsesia e le ZPS presenti sul territorio. Un'area vastissima. Il personale in servizio è insufficiente: attualmente operano 1 operaio a tempo determinato e uno con contratto part-time, più 5 guardiaparco cui spetta il compito di sorvegliare il territorio, gestire il piano di abbattimento della specie cinghiale che sta creando sempre più seri problemi alle coltivazioni, eseguire lavori di manutenzione, i censimenti della fauna, autorizzare tagli boschivi, etc.

Non sto a dilungarmi sul fatto che i finanziamenti regionali e statali rispetto al passato sono sempre più ridotti. Nonostante questa situazione generale, l'ente ha in programma, proprio in questo periodo, degli interventi di straordinaria manutenzione del giardino della Casa delle grotte di Ara e dei sentieri che conducono alle grotte, interventi che saranno eseguiti dal personale dipendente.
Per quanto riguarda i taragn, va precisato che tali strutture non sono di proprietà dell'Ente ma di privati, e stiamo valutando la possibilità di poter avviare delle iniziative finalizzate al loro restauro che devono necessariamente prevedere un coinvolgimento anche della proprietà".

Questo per dire che - dietro ad apparenti motivi di banale trascuratezza e incuria - spesso ci sono ragioni serie e difficilmente sormontabili.

Prendersi cura del capitale naturale della nostra regione richiede maggiori investimenti (anche di personale dedicato) dagli enti preposti e maggiore cura e attenzione da parte di tutti coloro che ne fruiscono, come confermano le stesse due escursioniste che, alla direttrice del parco, fanno sapere che torneranno in autunno a visitare le grotte. Confidando, ovvaimente, di trovare una situaizone migliore.

 

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