Stampa questa pagina

Rifiuti, in Piemonte soltanto 13 Comuni virtuosi

L'80% delle amministrazioni piemontesi non raggiunge gli obiettivi minimi di raccolta differenziata. Secondo i dati presentati da Legambiente nel dossier Comuni Ricicloni Piemonte 2017 sono soltanto 13 i Comuni Rifiuti Free che, oltre ad aver raggiunto il 65% di raccolta differenziata, producono meno di 75 kg pro capite l'anno di rifiuti indifferenziati

  • Redazione
  • Novembre 2017
  • Lunedì, 27 Novembre 2017
Raccolta differenziata  Pixabay.com Raccolta differenziata Pixabay.com

Un Piemonte che certo non brilla sul fronte della riduzione dei rifiuti e della raccolta differenziata. Secondo i dati presentati da Legambiente nel dossier Comuni Ricicloni Piemonte 2017sono soltanto 13 i Comuni Rifiuti Free che, oltre ad aver raggiunto il 65% di raccolta differenziata, producono meno di 75 kg pro capite l'anno di rifiuti indifferenziati. Preoccupa anche l'esigua percentuale di Comuni che superano il 65% di raccolta differenziata previsto per legge:appena 242 su 1202, poco più del 20% del totale. A colpire è soprattutto la stasi, se non addirittura il peggioramento, delle performance di differenziata di diverse città; prima tra tutte Torino, che dal 2010 al 2016 non si è mossa di un solo punto percentuale, assestandosi su un misero 42%. Risultato insoddisfacente che traina in negativo tutta la pianificazione regionale. A far compagnia al capoluogo piemontese la città di Alessandria che addirittura ha perso in 7 anni 4 punti percentuali, passando da un 48% di raccolta differenziata nel 2010 al 44% del 2016. Eppure qualche spiraglio di luce si vede. Basti pensare alle conferme dei buoni risultati raggiunti ormai da anni a Verbania e Novara ma soprattutto ai balzi in avanti fatti daVercelli, Biella e Cuneo.

Certo è che il confronto con altre regioni è sconfortante: in Veneto i Comuni Rifiuti Free sono 169 pari al 35% del totale, in Trentino-Alto Adige 61 pari al 18,7% dei Comuni della regione. Per uscire da questa impasse bisogna guardare alle politiche virtuose di gestione dei rifiuti messe in campo dalle amministrazioni che hanno ottenuto i risultati migliori: un mix di ingredienti fatto di incentivi e disincentivi premianti per i cittadini che fanno bene la raccolta differenziata e svantaggiosi per gli altri, secondo il principio del 'chi più inquina, più paga', accompagnato da una raccolta dei rifiuti capace di ottenere buoni risultati non solo in termini di quantità ma anche di qualità".

I 13 Comuni Rifiuti Free del Piemonte, quelli che oltre ad essere "ricicloni", hanno deciso di puntare sulla riduzione del residuo non riciclabile da avviare a smaltimento, sono Barone Canavese (To), Pecetto di Valenza (Al), Vignone (Vb), Castelletto Monferrato (Al), Baldissero Torinese (To), Vogogna (Vb), Poirino (To), Quassolo (To), Riva presso Chieri (To), Quincinetto (To), Montaldo Torinese (To), Pavarolo (To), Azzano d'Asti (At). Legambiente li ha premiati nel corso primo EcoForum per l'Economia Circolare del Piemonte lo scorso 22 novembre e ha sottolineato come i risultati in questi Comuni siano stati ottenuti con ricette diverse ma con un denominatore comune: la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una raccolta domiciliare porta a porta, un'informazione e sensibilizzazione continua ed efficace e con politiche anche tariffarie che premiano il cittadino virtuoso.

"Oggi è più che mai strategico connettere il tema delle filiere dei rifiuti con quello dell'economia circolare, ossia di come i materiali potrebbero essere mantenuti all'interno di cicli produttivi, sottraendoli quindi al fine vita e al problema dello smaltimento. Occorre - secondo Fabio Dovana, presidente regionale di Legambiente - fare un balzo culturale in avanti, trattando il tema dei rifiuti non partendo dalla fine, cioè dallo smaltimento, ma dall'inizio, cioè dalla loro produzione. La sfida è evitare che enormi quantità di materia diventino rifiuti, contribuendo a far crescere discariche o all'apertura di nuovi inceneritori, e invece dar vita a nuove filiere produttive in grado di rispondere non solo ad un problema ambientale ma anche economico ed occupazionale. Una triplice sfida che si può vincere ma con l'impegno di tutti: amministrazioni, cittadini e mondo delle imprese. Nessuno si deve sentire dispensato". 

Ma come nasce un rifuto?

Il rifiuto è un prodotto derivante da una progettazione, coltivazione, produzione, ecc. Indagando in maniera complessiva le filiere produttive è possibile comprendere quali siano i problemi a monte e le ricadute che i rifiuti generano lungo l'intero sistema.

Esistono produzioni standardartificialidi prodotti e produzioni naturali. Al contrario per gli AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), i tessili e gli ingombranti l'origine deriva da una fase di progettazione che differenzia fortemente ogni prodotto in base alla casa produttrice in quanto ognuno lavora secondo propri standard e con differente attenzione verso la sostenibilità. La progettazione è quindi un momento cruciale per la determinazione dell'intero ciclo vita di un prodotto, ma spesso c'è una scarsa attenzione proprio in questa fase, dove sono accantonate voci relative alla manutenzione, alla deteriorabilità dei suoi materiali, a un rapido disassemblaggio e a una progettazione per componenti, favorendo così una rapida obsolescenza dei prodotti.

Non tutti i rifiuti sono uguali

La suddivisione tra le tipologie di prodotto che caratterizzano ogni filiera e la quantificazione delle stesse, aiuta a comprendere l'ammontare della quota annuale di prodotti dismessi dai diversi sistemi. Questo dato, soprattutto se confrontato con la quota di materiale recuperato, evidenzia forti criticità relative al rapporto tra quantità dismesse e quelle recuperate per tutti i settori.
Questo problema è facilmente comprensibile dall'analisi delle tipologie di prodotti che caratterizzano le varie filiere, è infatti evidente come sia necessario sviluppare soluzioni specifiche per categorie di prodotto e non per campo merceologico di riferimento.

Se ciò è stato ben compreso per gli AEE che, suddivisi in cinque categorie al momento della dismissione, vengono subito avviati a circuiti diversi e specifici, nel campo dei tessili e degli ingombranti, i prodotti vengono spesso raccolti e avviati a lavorazioni non specifiche creando situazioni confusionarie.

In generale lo sviluppo di filiere che abbracciano diverse tipologie di prodotti porta alla dispersione di un gran quantitativo di materiale.  A tal fine, quindi, sono necessarie soluzioni condivise in grado di ottimizzare la raccolta, suddividendo categorie tradizionalmente conferite indistintamente, o fortificare/sviluppare le attività di selezione e smistamento. 

La soluzione è intercettarli prima

Il conferimento dei prodotti a fine vita rappresenta uno dei principali problemi nel funzionamento delle filiere dei prodotti. La principale criticità che salta all'occhio è di tipo quantitativo, infatti le percentuali di materiale raccolto in maniera differenziato rispetto a quello dismesso sono spesso molto basse; il problema principale di questa fase è infatti il basso tasso di intercettamento di prodotti a fine vita tramite i canali della raccolta differenziata. 

Il miglioramento del tasso di raccolta differenziata permetterebbe un aumento di effcienza del sistema e favorirebbe investimenti in infrastrutture e servizi per il recupero del materiale. Purtroppo non è quasi mai così, nè per i rifiuti "conosciuti", a meno che non si utilizzi un sistema di raccolta porta a porta, tantomeno per quelli "sconosciuti". Il posizionamento dei vari contenitori è il fattore più incisivo di questa problematica poichè spesso l'inadempienza con l'assenza di appositi contenitori vicino casa.

Un altro fattore che incentiva questo fenomeno è la percezione del cittadino riguardo alle tipologia di rifiuto: la modalità con cui l'utente differenzia i propri rifiuti in casa deriva dalle suggestioni che riceve quotidianamente nella fruizione dello spazio urbano. 
Spesso questo comportamento non è figlio di disinteresse, bensì di inconsapevolezza, derivante principalmente dal non aver mai, o quasi, visto contenitori per la raccolta di determinate tipologie di rifiuti come dell'olio vegetale esausto e, conseguentemente, non aver assimilato questa categoria come rifiuto nocivo se non raccolto in maniera differenziata.

Un conferimento scorretto, oltre ad apportare danni ambientali, genera ingenti perdite economiche. Infatti il quantitativo disperso rappresenta materiale non sfruttato, da cui sarebbe stato possibile estrarre materie prime seconde per altre lavorazioni senza ricorrere a risorse vergini, sfruttando l'opportunità di creare nuovi posti di lavoro e incentivando il sistema di raccolta.

L'economia circolare, l'economia del futuro

Una transizione completa a un'economia circolare in Europa potrebbe generare risparmi per circa 2 mila miliardi di euro entro il 2030; un aumento del 7% del PIL dell'UE, con un aumento dell'11% del potere d'acquisto delle famiglie e 3 milioni di nuovi posti di lavoro. 
Dati impressionati se si pensa che una delle principali variabili del sistema è il comportamento del singolo, variabile inflluenzata dalla percezione che questo ha delle autorità locali o delle società che si occupano della gestione del sistema rifiuti. Per questo un ruolo fondamentale è quello di enti e amministrazioni che, come testimoniato da esempi virtuosi, devono raggiungere questo obiettivo attraverso la pianificazione di progetti dall'alto incentrati più sulla comprensione del problema che sull'efficienza del sistema, perchè è la consapevolezza dei cittadini che può favorire la presenza di attività che mettano sul mercato prodotti in grado di rispettare i principi di sostenibilità lungo l'intero ciclo vita.

Per saperne di più
Il dossier Comuni Ricicloni Piemonte 2017 si può scaricare su: http://bit.ly/2B8Poqm. Conclude il Dossier, un Estratto dello studio di Massimiliano Viglioglia e Francesco Muccioli per la tesi di laurea magistrale in "Design Sistemico" della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, fonte dell'articolo. 

 

 

Potrebbe interessarti anche...

Cronaca di una lezione "sul campo" all'Istituto Tecnico Agrario Calamandrei di Crescentino, in cu ...
Per i 100 anni del Parco Gran Paradiso, nasce l'idea di una "montagna sacra", una vetta che diven ...
Conoscere gli animali che vivono nelle aree protette e riconoscerne i segni del passaggio: questi ...
L'Onu, Organizzazione delle Nazioni Unite, ha una sezione specifica per i reati contro l'ambiente ...