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Alla Mandria, il viale monumentale del coleottero eremita

Querce secolari che sono la casa del coleottero eremita. Il Viale d'ingresso del Parco La Mandria - unico esempio di viale monumentale del Piemonte - ospita Osmoderma eremita, il coleottero protetto per la rarefazione subita in seguito alla scomparsa di vecchi alberi senescenti su tutto il territorio europeo

  • Antonio Tacchino, guardiaparco
  • Settembre 2017
Venerdì, 15 Settembre 2017
Alla Mandria, il viale monumentale del coleottero eremita


Tra i 176 esemplari di alberi monumentali riconosciuti dalla Regione Piemonte, di particolare rilevanza risulta la dichiarazione di monumentalità del Viale d'ingresso del Parco naturale La Mandria, costituito da una settantina di querce secolari.
Alcune farnie del Viale d'ingresso raggiungono e superano i due secoli di vita e un terzo di questi alberi possiede diametri compresi tra 100 e 140 centimetri.

Oggi il gruppo omogeneo di Quercus robur (farnie) del parco rappresenta l'unico esempio di Viale Monumentale del Piemonte costituito da specie autoctone e questo non fa altro che aumentarne il valore e il prestigio.
Il Viale è stato dichiarato monumentale per la particolare architettura vegetale e soprattutto per il valore ecologico. Quest'ultimo è dovuto dalla presenza all'interno delle piante più annose di una meta popolazione - ovvero un insieme di popolazioni di una stessa specie che vivono in macchie o isole, dette patch, in cui le condizioni ambientali sono favorevoli, separate fra loro da porzioni di territorio in cui le condizioni sono invece sfavorevoli - di Osmoderma eremita, coleottero a protezione prioritaria ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat). Si tratta di un coleottero che ha subito una forte rarefazione sull'intero territorio europeo a causa della scomparsa di vecchi alberi senescenti (querce, salici, pioppi, frassini).

Ne deriva l'obbligo di una conservazione rigorosa dei siti che lo ospitano al fine di permettere il completamento del suo lungo ciclo vitale: dopo una fase larvale di 3-5 anni all'interno del tronco di grossi alberi cavitati, durante la quale si comporta da xilofago, una volta divenuto adulto l'Osmoderma fuoriesce per svolazzare poche settimane all'inizio della stagione estiva alla ricerca di una compagna e riprodursi. Nella fase adulta l'insetto si nutre di polline e nettare.

In passato alcune piante del viale avevano manifestato una diminuzione della vigoria vegetativa con conseguente degradazione dei tessuti legnosi e quindi una forte instabilità dell'esemplare aumentando il pericolo per il transito dei fruitori. Per questi motivi il parco aveva optato la scelta di chiudere l'area al transito di pedoni e veicoli, portando il filare storico a essere quasi 'un museo' per fini conservativi, realizzando nel contempo una doppia viabilità alternativa che consente su un lato il passaggio dei veicoli autorizzati e sul lato opposto la fruizione da parte di pedoni e ciclisti.

Prima della chiusura, alcuni degli esemplari più compromessi erano già stati spostati interi nei prati a fianco al fine di favorire la dispersione del coleottero cetonide il quale è caratterizzato da spostamenti, nella fase adulta, di poche centinaia di metri e quindi bisognoso di esemplari di grosse dimensioni poco distanti gli uni dagli altri (queste condizioni si verificavano in passato nelle foreste primordiali).
Da indagini condotte sulle sole querce di Viale dei Roveri è stato rilevato un numero di specie di funghi, muschi, invertebrati, anfibi, uccelli e mammiferi superiore a quello presente su un ettaro di bosco di robinia, specie esotica diffusa dall'uomo in Europa solo da tre secoli. Ciò è da attribuire in particolare al fatto che la ricchezza biologica associata agli alberi è direttamente proporzionale alla loro età, aumentando in modo significativo quando i vegetali raggiungono i 2/3 della loro longevità e in particolare, secondo alcuni studiosi, quando i diametri raggiungono i 90 centimetri.

Sempre sulle farnie del viale è stata inoltre rilevata un'interessante relazione che lega il ciclo larvale del più grosso coleottero della nostra fauna, il Cerambice delle querce Cerambix cerdo, con uno dei più piccoli fra i nostri mammiferi: il Pipistrello nano. I fori ellittici delle gallerie prodotte dalla larva del Cerambice, da cui fuoriescono dopo un ciclo di 3-4 anni gli insetti adulti, vengono utilizzati come rifugio di svernamento dal chirottero. Le dimensioni dei fori sono sufficienti ad ospitare il Pipistrello nano che sfrutta così il rifugio protetto e le proprietà isolanti del legno. Anche il Cerambice delle querce è specie protetta a livello europeo dalla Direttiva Habitat.

Il Viale d'ingresso del Parco naturale La Mandria rientra nel nuovo elenco di alberi monumentali individuati dalla Regione Piemonte in ottemperanza all'art. 7 della legge 10/2013 e al decreto interministeriale 23 ottobre 2014 (Istituzione dell'elenco degli alberi monumentali d'Italia e principi e criteri direttivi per il loro censimento).

 

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