Stampa questa pagina

Nove cuccioli di cane da pastore per 'difendersi' dal lupo

L'Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie ha consegnato nove cuccioli di cane da pastore agli allevatori per proteggere il bestiame in alpeggio

  • Emanuela Celona
  • Novembre 2016
Lunedì, 14 Novembre 2016
Nove cuccioli di cane da pastore per 'difendersi' dal lupo

Sono arrivati lo scorso 19 ottobre, a Salbertrand. Nove cuccioli di cane da pastore maremmano abruzzese acquistati dall'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, nell'ambito del progetto Life Wolfalps e destinati a proteggere il bestiame in alpeggio dagli attacchi del lupo.
I 9 cuccioli hanno circa 6 mesi, provengono da un'azienda agricola laziale, il Pulicaro di Acquapendente (in provincia di Viterbo) specializzata nell'allevamento della razza abruzzese e afferente al Circolo del Pastore Maremmano Abruzzese, associazione per la valorizzazione della razza affiliata Enci.
I cuccioli sono già stati socializzati con il bestiame domestico ma anche abituati agli esseri umani, e stanno imparando il 'mestiere' che sarà loro affidato: sorvegliare le greggi o le mandrie.

Lo scorso 9 novembre, l'ultimo dei 9 cuccioli, Quarto - che era ancora ospitate dell'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie - ha lasciato Salbertrand per essere affidato ad AnnaMaria Castagnino, allevatrice di capre che montica negli alpeggi Costa del Prà, Alpe Fea e Stanti I, ad Omea, in provincia di Cuneo.
Due cani, Cima bianca e Quintilio sono stati invece consegnati lo stesso giorno del loro arrivo, il 19 ottobre. Sono andati a lavorare in Val Germanasca, a protezione dell'allevamento di caprini di Giorgio Bergero di Salza di Pinerolo e immediatamente ribattezzati con nomi locali: Serpul che significa in occitano timo serpillo e Jeneiver, ginepro. Jeneiver ha lo stesso nome del primo cane antilupo, capobranco instancabile ed equilibrato, affidato nel 2004 a Bergero dal Parco Orsiera Rocciavrè, allora Centro di riferimento Regionale per la fornitura gratuita agli allevatori di cani da guardiania per la protezione delle greggi al pascolo.
Nei giorni successivi Sestilia è stata affidata a Giancarlo Lussiana di Coazze, in Val Sangone, a protezione di un gregge di capre.
Terzilio è andato ad affiancare una femmina di cane da pastore maremmano affidata in precendenza nell'ambito del progetto Life-Wolfalps a Domenico Stabio, allevatore di bovini Monasterolo di Lanzo.
Primo è andato a proteggere la mandria di Simone Barberis, allevatore di Vicoforte (CN) che montica in Val Corsaglia a Roburent.
Anche Secondo è stato consegnato in provincia di Cuneo, all'allevatore di bovini Renato Caramello di Rocca de' Baldi che montica all'alpeggio Biecai in comune di Briga Alta. È stato ribattezzato Lupo dal suo nuovo padrone.
Lo scorso 4 novembre altri due cuccioloni hanno lasciato Salbertrand alla volta del Verbano Cusio Ossola: Settimio è stato consegnato dal guardiaparco Gianfranco Careddu e dalla veterinaria Silvia Dalmasso all'allevatore di ovicaprini Kevin Hor in pascolo vagante a Carpignano Sesia, mentre Leuco all'allevatore Fiorenzo Hor.

In totale, 8 dei 9 cuccioli di pastore maremmano abruzzese hanno trovato collocazione presso a 7 allevatori piemontesi che lavorano in zone di nuova ricolonizzazione da lupo, e dunque in territori più a rischio nel difendere il proprio bestiame dagli attacchi del predatore e che sono risultati idonei nel rispetto della normativa vigente e del benessere animale.
Ma quali caratteristiche deve avere un allevatore per risultare idoneo? Lo abbiamo chiesto a Silvia Dal masso, veterinaria e consulente dell'Ente parco che segue il progetto sui cani da guardiania.

«Le assegnazioni dei cani vengono decise sulla base delle necessità degli allevatori, tenendo conto di diversi parametri, tra cui la zonizzazione: ovvero, vengono considerate prioritarie le zone di nuova ricolonizzazione da lupo, nelle quali gli allevatori sono impreparati a difendere il loro bestiame dagli attacchi del lupo.. Si tiene conto poi dei danni subiti dagli allevatori, valutando il numero di attacchi e di vittime del triennio precedente la richiesta. Ovviamente il presupposto fondamentale è che l'allevatore affidatario detenga i cani nel rispetto della normativa vigente e del benessere animale.

Non da ultimo, si effettua anche una valutazione tecnica: l'allevatore affidatario deve infatti presentare condizioni idonee per l'utilizzo e la gestione di uno (o più) cani da protezione», ci spiega la Dalmasso.
I cani da guardiania sono però soltanto uno degli strumenti destinanti alla prevenzione da attacchi causati da grandi carnivori, insieme alle recinzioni elettrificate e alla sorveglianza attenta del pastore. «È vero, afferma la veterinaria. Però l'utilizzo dei cani da protezione rappresenta uno dei metodi più efficaci per ridurre i danni da predatori, ed è da sempre praticato nelle realtà in cui l'allevamento convive con i lupi. A oggi nell'ambito del Progetto Life WolfAlps sono stati affidati 16 cani da protezione del bestiame domestico, tutti di razza cane da pastore maremmano abruzzese a 13 allevatori soddisfatti. Certo è che utilizzare un cane da protezione non è semplice, in quanto presuppone non solo una stretta socializzazione del cane con il bestiame, ma anche un controllo attento e costante del suo comportamento, soprattutto durante lo sviluppo. Bisogna avere una discreta conoscenza del suo comportamento, insieme a una buona dose di pazienza e disponibilità per allevare i cani nel modo corretto. I cani da protezione, rispetto ai cani da conduzione (il cui lavoro è raggruppare e spostare il bestiame), possiedono alcune caratteristiche peculiari spesso sconosciute agli allevatori. Trattandosi poi di cani di grossa taglia e dal temperamento forte, è essenziale che vengano adeguatamente socializzati anche con l'uomo ed educati in modo che manifestino, da adulti, un comportamento equilibrato nei confronti delle persone. Un cane da protezione che sa difendere il suo gregge, non deve essere aggressivo con le persone. Alcuni pastori, erroneamente, selezionano i cuccioli più aggressivi con l'essere umano, trovandosi poi a gestire cani 'anti-uomo' anziché 'anti-lupo', conclude la veterinaria.

Il Parco Naturale dell'Orsiera Rocciavrè è stato pioniere nella promozione e distribuzione dei cani da protezione a supporto degli allevatori che si trovavano a fare fronte a un nuovo disagio dovuto agli attacchi del lupo al bestiame domestico: già nel 2004 aveva avviato il primo progetto pilota fornendo i cani e il supporto tecnico per il loro inserimento ai primi allevatori in provincia di Torino.
Negli anni a seguire il programma per la promozione e la diffusione dei cani da guardiania è stato esteso a tutta il Piemonte e il Parco Orsiera è stato il Centro di referenza dei cani da guardiania per l'intera Regione. Attualmente l'impegno prosegue e vede nuovamente l'Ente Parchi delle Alpi Cozie quale coordinatore per le attività riguardanti i cani da guardiania e la prevenzione degli attacchi ad opera dei lupi nell'ambito del progetto Life WolfAlps.

Per saperne di più: Progetto 'Cani da guardania'  e Progetto WolfAlps

Potrebbe interessarti anche...

In questa primavera dal caldo anomalo, si va alla ricerca di luoghi in cui trovare un po' di ombr ...
Come ogni anno, nel mese di gennaio, nelle Aree protette del Po piemontese si è svolto il censim ...
Il paesaggio è dominato dalla presenza del complesso monumentale della Basilica di Superga, capo ...
E' possibile contemperare la tutela della fauna selvatica con la fruizione turistica all'interno ...