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La migrazione dei rapaci verso l'Italia Settentrionale

Il Progetto Migrans, coordinato dal Parco Alpi Marittime, monitora la migrazione di rapaci anche per capire lo stato di salute del nostro territorio

  • Luca Giraudo
  • Settembre 2016
Lunedì, 26 Settembre 2016
La migrazione dei rapaci verso l'Italia Settentrionale

Da oltre venticinque anni a fine estate, in provincia di Cuneo, i volontari delle Associazioni AmicoParco, Cuneobirding e LIPU e i tecnici del Parco Naturale Alpi Marittime seguono la migrazione dei rapaci, in particolare di un insettivoro, il falco pecchiaiolo, e di un predatore di rettili, il biancone. La loro migrazione, sconosciuta ai più, non ha nulla da invidiare a quella di altre specie più famose, come le cicogne e le rondini. Basti pensare che dal 1992 a oggi più di centodiecimila rapaci sono transitati sopra i cieli della Valle Stura, la principale rotta seguita da queste due specie nel loro viaggio verso l'Africa. In termini di rapaci osservati ogni anno si parla di circa 4.300 individui di falco pecchiaiolo Pernis apivorus, la specie più numerosa, e di oltre 300 bianconi Circaetus gallicus, una specie che invece di migrare direttamente a Sud, risale la penisola italiana per dirigersi verso la Francia e poi Gibilterra. Entrambe passeranno l'inverno in Africa, alla ricerca delle loro prede. Torneranno in marzo e aprile, per nidificare nei nostri boschi.

l periodo di maggior transito va dal 20 di agosto al 7 settembre, per il pecchiaiolo, e poi fino al 30 settembre per il biancone, ma ogni anno la migrazione si sviluppa con tempi e modi differenti, influenzati moltissimo dalle condizioni meteorologiche sia regionali che locali, ma anche dall'andamento stagionale nelle aree di nidificazione, poste anche molto più a Oriente, nell'Europa dell'Est. Durante le estati calde e secche la migrazione viene anticipata per mancanza di cibo, oppure è difficile da osservare nelle giornate di cielo sereno, siccome gli uccelli transitano sulle Alpi ad altezze elevate, oltre i 4000 m di quota. Un po' come è successo in Valle Stura quest'anno, quando sono stati censiti "solamente" 3100 pecchiaioli, numero vicino ai minimi storici. Il cielo azzurro e la luce forte hanno reso molto difficoltoso il reperimento degli individui in transito. Meglio è andato negli ultimi anni, quando i numeri hanno sempre superato i 7000 individui, arrivando a contare oltre 10.000 passaggi nel 2009.

Ma perché è importante monitorare queste specie? Perché i dati, se condivisi a livello nazionale e poi europeo, permettono di seguire l'evolversi delle popolazioni di questi uccelli che, per la loro ecologia, sono considerati come buoni indicatori dello stato di salute del territorio. Boschi e montagne ricchi di imenotteri e rettili significano un ambiente idoneo per ospitarli e quindi diversificato. Senza contare che queste specie passano metà del loro tempo in Africa, in un continente che a livello ambientale sta andando incontro a grandi sconvolgimenti, non solo climatici. Anche per questo l'Europa considera importante la conservazione di questi rapaci, entrambi inseriti negli allegati della Direttiva Uccelli.

Il monitoraggio è coordinato dal Parco Alpi Marittime ed è inserito in una rete di rilevamenti a carattere nazionale, i cui risultati sono pubblicati a cadenza semestrale sul bollettino Infomigrans, edito dal Parco stesso. Fa parte di questa rete anche il Parco del Monviso, il cui personale e i volontari osservano la migrazione che interessa la Valle Po.

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