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Augusta Bagiennorum, storia e natura a portata di piede

Accade sul Beinale, altipiano nel cuore della Granda. Camminando si uniscono la Bene Vagienna "attuale" e la Bene Vagienna romana, Augusta Bagiennorum. Trait d'union il Sentiero natura "Bosco dei Bagienni", sulle sponde del Rio Mondalavia, attrezzato con pannelli descrittivi su flora e fauna.

 

  • Toni Farina
  • dicembre 2013
Martedì, 18 Marzo 2014
Augusta Bagiennorum, storia e natura a portata di piede

Prestigiosa premessa al sentiero natura è la camminata nel centro storico di Bene Vagienna: città "speciale" quanto la riserva viste le molte ragioni di interesse (avvalorate dal conferimento di Comune Bandiera Arancione del Touring Club Italiano).
Usciti dall'abitato si scende nella valle del Torrente Mondalavia, percorrendo su agevole carrareccia prima l'ombrosa parte destra orografica, quindi la più solatia parte sinistra. Le due sponde del torrente sono collegate da una passerella di legno appositamente realizzata.
Tornati sull'altipiano si conclude la visita con il percorso archeologico ad anello che raccorda le aree dove sono stati portati alla luce i resti dell'antica città.


Spunto per i camminatori fondisti
Il percorso non è ancora segnalato, ma con le dovute informazioni, o aggregandosi a gruppi organizzati (CAI sezione di Fossano) è possibile andare da Bene Vagienna a Lequio Tanaro, view pont privilegiato sulle Langhe. Lequio, la Locus quietis dei romani, che in virtù della quiete erano usi trascorrevi le "ferie" estive.

Il sentiero natura lungo il Mondalavia è stato realizzato grazie all'impegno dei volontari della Protezione Civile di Bene Vagienna che si sono assuni anche l'onere di parte degli interventi di manutenzione.
Il percorso è attualmente in fase di completamento, ma è fattibile senza difficoltà di sorta (mancano ancora alcuni pannelli e bacheche; inaugurazione prevista a primavera 2014).

Come arrivare
Autostrada A6 Torino-Savona, uscita di Fossano. Seguendo le indicazioni, 2 km sulla SP conducono a Bene Vagienna. Punto di partenza in piazza Martiri, all'ingresso nord dell'abitato.

IL PERCORSO
Parte prima: Bene Vagienna oggi
Da Piazza Martiri si segue la centrale via Roma che ospita alcuni dei monumenti di maggior rilievo. In sequenza: la Chiesa dei Disciplinanti Bianchi, la Chiesa di San Francesco sulla piazza omonima, il settecentesco Palazzo Lucerna di Rorà che ospita il Museo civico di Archeologia. Quindi piazza Botero (place de la Reunion: alcune denominazioni in lingua francese richiamano il catasto napoleonico), il Municipio con la torre campanaria, da dove con una breve digressione sulla destra si accede a via Vittorio Emanuele, sede della quattrocentesca Casa Ravera, museo storico e sede di mostre, nonché sede dell'Ufficio del Turismo.
Da via Roma si prosegue in via Torino, verso il lato nord della città (Borgata Garavello). Giunti ai margini dell'abitato si scende ai piedi delle mura del castello, transitando a lato della sede un tempo (fino i primi anni '50) della ghiacciaia (pannello descrittivo). A fine discesa si attraversa la provinciale per Narzole (bacheca informativa), punto di inizio del sentiero "natura".


Parte Seconda: sul Mondalavia, nel "Bosco dei Bagienni"
Si scende dolcemente nella valle giungendo in breve ad attraversare il ponte sul torrente presso la confluenza con il rio Cucetta. Apprezzato un primo scorcio sul corso d'acqua (e apprezzato il "suono" della cascata provocata da una chiusa dismessa) si mette piede sulla vecchia strada provinciale per Lequio Tanaro che si inoltra, sempre in lieve discesa, sul lato destro (a nord) della valle.
Valle qui ampia, con spazi di incolto a gerbido, habitat privilegiato delle farfalle. Natura dunque, ma anche storia: lo spazio libero era un tempo allagato prima dell'inverno per formare un distesa di ghiaccio, riserva per l'approvvigionamento della citata ghiacciaia.
E ancora natura: sul lato opposto della valle spicca un notevole affioramento di marna, caratteristica "geologica" costante del percorso. Risponde dal regno vegetale una bella quercia sul lato destro della strada. La carrareccia era un tempo utilizzata come accesso al mulino del quale rimangono testimonianze murarie poco più avanti. Energia dell'acqua, rinnovabile, perché il Mondalavia scorre ancora...
Con una breve risalita si passa accanto a un piccolo cerro, specie di quercia un tempo assai più diffusa, come dimostrano le tracce lasciate in molti toponimi. Un bel salice bianco introduce alla sezione più boscata del percorso. La valle si stringe e l'ombra di una fitta vegetazione ha la meglio sulla piena luce. Una successiva lieve discesa conduce a un'abitazione isolata, spunto per un altro raffronto storico: Gatere è il nome della località, toponimo da ricondurre alla passata attività dell'allevamento dei bachi da seta, testimoniata dalla presenza di un gelso solitario.
In lieve ascesa fra monumentali pioppi d'impianto si giunge a un bivio: proseguendo nella stessa direzione con pochi passi si esce dalla macchia in Borgata Pesiglione, da dove si dirama il percorso citato in premessa, con meta Lequio Tanaro. Il percorso natura scende invece a sinistra nella valle. Ma prima di tuffarsi nel fitto della macchia, facendo appello alle proprie doti di osservazione si può notare al punto di incontro delle due carrarecce un ceppo di quercia tagliato: il taglio ha fatto sì che i cerchi nel legno siano tali da apparire due occhi di gufo (arte e natura, arte di natura).
Iniziata la discesa si può osservare sulla sinistra un sito di raccolta del tartufo (tartufaia), tradizionale prelibatezza favorita dalla presenza di specie quale quercia, tiglio e nocciolo. Sul lato opposto, un'apertura nella vegetazione consente un colpo d'occhio a settentrione: di fronte, sul ciglio della valle, si scorge la Cascina Ellena, punto arrivo del percorso natura.
Raggiunta una piccola radura, e superata una breve risalita, si giunge al Mondalavia. È il momento di attraversare il torrente. Un sentierino sulla destra offre però l'opportunità rimanere ancora in sponda destra per cogliere indizi geologici. Pochi passi e si accede alla riva in prossimità di un'ansa, affaccio su una notevole parete di marna soggetta alla costante erosione del torrente.
E il torrente è ancora protagonista una volta messo piede sulla passerella. Un momento da centellinare, apprezzando come si deve lo scorcio sul corso d'acqua avvolto da fitta vegetazione di ripa. Poi si va sulla più solatia riva sinistra, attraversando in breve un'ampia radura. È il momento di salutare il Mondalavia: la carrareccia lascia il fondovalle e inizia a risalire l'impervio lato sinistro della valle. Il primo tratto è piuttosto ripido, ma l'ombra di noccioli e querce, circondati da cespugli di ligustro e biancospino, agevola il compito. Tocca però a un bel frassino solitario dare il commiato: la pendenza si attenua e l'uscita sull'altipiano è lì, a pochi passi. Ad accogliere i camminatori c'è il bel cortile agreste della Cascina Ellena (punto ristoro). E a giro d'orizzonte la catena alpina, eterea corona all'altipiano del Beinale. Ma qui è la Storia che si impone, la storia di Roma antica, in gran parte ancora sepolta. Quel che appare è però più che sufficiente a stimolare la prosecuzione del cammino.


Parte terza: Augusta Bagiennorum, la Città di un tempo
Un breve anello in senso antiorario sull'altipiano, nella zona oggetto degli scavi che hanno portato alla luce importanti settori dell'antica città: questo è il percorso archeologico
Imboccando in direzione nord la stradina campestre di Borgata Roncaglia (strada diretta alla Borgata San Nazario di Narzole) si giunge in circa 200 metri all'area archeologica (il percorso pedonale è delimitato da transenne).
Terminata la visita, una pedana taglia il prato e raccorda la zona degli scavi con una strada di campagna che corre parallela alla strada di Borgata Roncaglia, sul lato opposto della zona archeologica. La si imbocca a sinistra (verso Bene Vagienna), fiancheggiando così i resti dell'acquedotto romano e raggiungendo, in mezzo chilometro, la strada proveniente dalla Frazione Podio (e dalla provinciale per Narzole). All'incrocio si trova la medioevale Cappella di San Pietro e, sul alto opposto, un'ampia area di sosta caratterizzata da una monumentale farnia.
Sempre in senso antiorario si va a chiudere l'anello tornando in Strada Roncaglia e quindi alla Cascina Ellena. Prima dell'ingresso, si osservano sul lato destro della strada i resti dell'anfiteatro. Un pannello rende edotti sull'imponenza della costruzione, ulteriore confermare dell'importanza di Augusta Bagiennorum.


Ritorno
Rapido e diretto lungo strada Roncaglia. Oppure lungo la via di andata.
Può essere utile disporre di un mezzo nelle aree di sosta presso l'area archeologica.

In sintesi
Luogo di partenza: Bene Vagienna, piazza Martiri della Libertà, all'ingresso sud dell'abitato. Dislivello: 150 m. Lunghezza: ?????? (percorso archeologico: 1,5 km). Tempo: 4 h.
Ritorno. Lungo strada Roncaglia: 1 h. Lungo la via di andata: ,5 h.

Nel parco informati
ENTE DI GESTIONE DEL PARCO NATURALE DEL MARGUAREIS
Via S.Anna 24, Chiusa Pesio (CN).
Tel. 0171 734021
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.parcomarguareis.it

Da vedere
A Bene Vagienna il centro storico.
Da non perdere in particolare il Museo civico di Archeologia presso il settecentesco Palazzo Lucerna di Rorà. Al primo piano è situata la Sala Assandria, già allestita agli inizi del Novecento da Assandria e Vacchetta per ospitare i reperti degli scavi di Augusta Bagiennorum.
Notevole anche la quattrocentesca Casa Ravera, museo storico e sede di mostre, nonché sede dell'Ufficio del Turismo (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
In Frazione Podio, a breve distanza dall'area archeologica, si trova il Centro di Archeologia didattica e sperimentale "Archea" che offre la possibilità di provare esperienze manuali del tempo di Roma antica (www.archea.info, tel. 0172 654112; 347 7921542).
Archea gestisce anche le attività presso la Cascina Ellena, punto ristoro e pernottamento (www.cascinaellena.it) e organizza su prenotazione visite guidate all'area archeologica e al museo.
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