Stampa questa pagina

Alla scoperta dell'eccezionale biodiversità del Brasile

Mille storie individuali e collettive da proteggere, meraviglie naturali ricchissime per vastità e varietà, obiettivi e sfide universali da fronteggiare, che sono misura dei problemi di interesse planetario

  • Claudia Patrone
  • Aprile 2023
Martedì, 2 Maggio 2023
Bimbo indigeno del Guaranì  - Foto R. Sposati - CIMI Bimbo indigeno del Guaranì - Foto R. Sposati - CIMI

Volendo descrivere il Brasile, per vastità territoriale e natura sorprendente è un unicum planetario. Complessa è la conservazione dei vari ecosistemi: si specula su risorse e vite umane, serve uno stato di diritto dove vivono popoli indigeni, tra i più efficaci testimoni della salvaguardia ambientale. Foreste pluviali tropicali, emergenze geologiche, deserti, santuari marini, aree umide, monumenti verdi, terre bianche. L'Amazzonia, le coste oceaniche, le grandi cascate di Iguaçu, le paludi del Pantanal, le innumerevoli specie biologiche – quante, non ancora scoperte.

Habitat cruciali intercettano fragilità globali. Il taglio indiscriminato delle piante, il disastro climatico che incombe, consumi crescenti di fonti primarie anche per sovrappopolazione, i ritmi veloci della desertificazione: in pericolosa sinergia, possono danneggiare la biosfera ed esaurire le energie alla base dell'esistenza umana. L'Antropocene ha perturbato i processi evolutivi: corre imminente rischio di estinzione il 41% di anfibi, il 26% di mammiferi, il 20% di rettili, il 14% di uccelli; il 65% di invertebrati ha segni di declino e un quinto delle specie vegetali è gravemente minacciato. La biodiversità di un Paese come il Brasile interessa tutti.

Solo attraverso il rispetto dei diritti indigeni, si salvaguarda la straordinaria ricchezza locale

La potenza si svela in innumerevoli località, da nord a sud. I tepui, sulle montagne del Roraima: le formazioni geologiche più antiche del pianeta. Le lagune costiere del Capo Orange, con i mangrovieti più estesi e il genere più grande al mondo. La foresta tropicale protetta più ampia nel Parco Nazionale di Tumucumaque. Le lenzuola di Maranhão, come la lingua portoghese legge i Lençóis Maranhenses: spettacolari dune bianche, dove le piogge formano laghi e forti venti lavorano le forme per centinaia di chilometri.

È Patrimonio dell'Umanità il Parco Nazionale Jau, la più vasta riserva forestale del Sudamerica: elevata biodiversità e specie in pericolo di estinzione come il lamantino dell'Amazzonia, il pirarucù, due delfini di fiume e il caimano nero. Le foreste grigie semiaride della Serra da Capivaracaatingas, cioè secche e senza foglie – ospitano il giaguaro: di rilievo archeologico per insediamenti preistorici con pitture e incisioni rupestri. Il Parco Indigeno dello Xingu è il primo riconosciuto dal governo di pertinenza delle popolazioni che l'hanno sempre abitato, nell'area forestale amazzonica fluviale e pianeggiante: cinquemilacinquecento persone di quattordici gruppi etnici, rappresentanti le quattro famiglie linguistiche – jê, caribe, tupi e arawak. Parco nazionale e tutela Unesco per la Chapada dos Veadeiros: canyon e cascate, foreste tropicali con orchidee e animali a rischio di estinzione come il giaguaro, il crisocione, il cervo delle Pampas e il cervo del Pantanal. Ecoregione, questa: pianura alluvionale e la più grande zona umida della Terra, conoscenza scientifica tuttora parziale; il Parco Nazionale del Pantanal Matogrossense data 1981.

La flora e la fauna del cerrado raccontano la salvezza naturalistica: fra i più antichi ecosistemi al mondo, rifugio di molteplici organismi durante i cambiamenti climatici nei millenni. La sovrapposizione biologica della foresta atlantica e del cerrado forma la Serra do Gandarela: il parco nazionale – limitato per mantenere l'attività inquinante di una miniera – ricarica di acqua Belo Horizonte. La foresta pluviale costiera brasiliana, la restinga, testimonia l'adattamento a terreni sabbiosi vicini al mare: il Parco Nazionale Restinga de Jurubatiba ne conserva un lembo di centocinquanta chilometri quadrati. A Rio de Janeiro, la statua di Cristo Redentore – le braccia spalancate – simboleggia la salvezza dell'umanità sul monte Corcovado, nel massiccio della Tijuca riforestato nel XIX secolo e integrato alla mata atlantica originale, riserva della biosfera Unesco. La foresta tropicale fra Brasile e Argentina è la cartolina del Sudamerica con le imponenti cascate del fiume Iguaçu, la fauna comprende importanti specie in estinzione – jaguarondo, ocelot, giaguaro, formichiere, tapiro, aquila della foresta.

Zone ad elevata sensibilità sono quelle amazzoniche, soggette a sfruttamento che porta morte

Habitat incontaminati includono chiaramente gli indigeni, che hanno eletto quei luoghi per vivere e prosperare in completo rispetto ecologico. I Guarani – cinquantunomila – sono i più numerosi, sopravvissuti all'introduzione di allevamento e agricoltura nella terra dei loro avi, che li hanno confinati in anguste riserve o ai margini delle strade. Alla terra, fonte di vita, attribuiscono potere spirituale. Il suo sfruttamento ha il germe di una violenza che ne annienta la cultura: gli assassinii dei leader, la mancanza di appezzamenti dove coltivare, cacciare e pescare, la morte per fame dei bambini ne sono la prova; i suicidi, anche di giovani; le persecuzioni della polizia, discriminazione, razzismo.

I popoli incontattati vivono in autosufficienza di ciò che la foresta dona: l'isolamento è la loro salvezza. Il numero è incerto – un centinaio di gruppi, per almeno quaranta tribù. La loro esistenza è documentata da tracce: case abbandonate in fretta per sfuggire agli estranei, incontri fortuiti. Ognuno è unico: lingue, tradizioni, visioni insostituibili. I più vulnerabili del pianeta. Isolati, perché eredi di memoria collettiva: massacri silenziosi, epidemie arrivate dall'esterno, schiavitù e brutalità in conseguenza di interessi altrui. In gran parte vivono in fuga, in regioni sempre più remote. I responsabili del diboscamento invadono i territori, in cerca di risorse naturali; i coloni li trasformano in allevamenti e coltivazioni; infrastrutture viarie portano incidenti, pericoli e malattie tramite bracconieri, missionari fondamentalisti, turisti; le foreste per il sostentamento si tagliano a ritmi vertiginosi, il cibo e la selvaggina si riducono.

Gli Enawene Nawe, cinquecento abitanti del Mato Grosso minacciati da centrali idroelettriche, fra gli ultimi al mondo a non nutrirsi di carne rossa: dall'ambiente ricavano granturco, manioca, miele e pesce.

I Suruwaha, uno stile di vita improntato alla sostenibilità: centoquaranta persone nell'Amazzonia nordoccidentale tropicale. Indipendenti in tutto, coltivano frutta e verdura con profonde conoscenze botaniche; cacciano con il curaro, potente veleno che riconoscono in natura; catturano i pesci spremendo il timbó, vite rampicante; creano amache e vasi di argilla.

Dalla lunga storia del continente, emerge la direzione da intraprendere per lo sviluppo futuro

Gli Zo'é, duecentocinquanta indigeni amazzonici, hanno perso un quarto della popolazione per malattia, incontrando i missionari evangelici nel 1982: hanno chiesto al governo di formare operatori sanitari propri.

Gli Yanomami, il più grande popolo di trentottomila cacciatori-raccoglitori autosufficienti, isolati in montagna fra Brasile e Venezuela. Oltre ventimila cercatori d'oro illegali ne hanno invaso il territorio, distrutto la foresta, inquinato i fiumi con il mercurio, portando violenze e malattie. Il governo Lula lo scorso febbraio ha fornito assistenza sanitaria e sfrattato i minatori, Survival International lotta qui da decenni per il rispetto dei fondamentali diritti umani.

 

Per approfondimenti:

Portale del Ministero brasiliano dell'Ambiente e del Cambiamento Climatico

Fino a sette Patrimoni dell'Umanità naturali in Brasile, secondo l'Unesco.

Ricerca: Istituto "Chico Mendes" per la Conservazione della Biodiversità.

Il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni: Survival International.

Grandi cascate di Iguaçu, nel Parco Nazionale brasiliano. In lingua portoghese.

 

Potrebbe interessarti anche...

Che conforto, il sottofondo esile dei motori elettrici che accompagna i giorni e le notti nella r ...
Una formazione di basalto leggendaria, scogliere a picco sul mare e colline digradanti, cascate e ...
Ha una storia imponente, intreccio di diverse storie plasmate in un'inedita unicità. Malta, la p ...
Si tratta di un Paese che si prende cura della sua grande biodiversità: il venti per cento del t ...