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Il paradiso perduto nell'arcipelago delle Andamane

L'arcipelago delle Isole Andamane ha forma pressoché verticale ed è situato nel Golfo del Bengala meridionale, lontano centinaia di chilometri dalla terraferma. È composto da 576 fra grandi e piccole terre emerse

  • Claudia Patrone
  • Gennaio 2023
Venerdì, 3 Febbraio 2023
Il paradiso perduto nell'arcipelago delle Andamane

Oceano Indiano, arcipelago delle Isole Andamane. O – come può ormai essere definito a buon diritto – paradiso perduto. Ovviamente da proteggere, oggi più di prima, osservandone con occhi nuovi le molteplici fragilità.
Zona insulare situata nella parte meridionale del Golfo del Bengala, lontana centinaia di chilometri dalla terraferma, è costituita da un vasto territorio di 576 tra grandi e piccole terre emerse. Si trova a nord di un altro gruppo minore, quello delle Nicobare, e con questo è unita nella stessa istituzione governativa legata allo Stato dell'India.

Formulare descrizioni dei luoghi – già complessi per definizione – potrebbe rivelarsi un esercizio superficiale, per il fatto di non considerare adeguatamente le diverse sfaccettature che ne rappresentano l'identità. La morfologia, la fisiologia, la biologia, la flora e la fauna, ma anche la presenza umana, la dinamica delle interazioni e delle relazioni, per non dire delle contraddizioni in merito allo sfruttamento delle risorse a fini economici e turistici. Ciononostante, è necessario iniziare da qualche parte: e l'aspetto naturalistico fa al caso nostro. La Fondazione per la Conservazione della Natura è un'organizzazione non governativa indiana, che si occupa di ricerca ambientale dal punto di vista scientifico: facendo riferimento alle specie, agli ambienti, alla biodiversità e alle forme endemiche dell'area, ha stilato una lista dei parchi nazionali istituiti nelle Isole Andamane. Ne figurano almeno quattro degni di nota, per farne l'approfondimento divulgativo che segue e che li considera nella loro localizzazione, da nord a sud.

Flora e fauna, fra specie minacciate e rare

Zona peculiare dell'isola più in alto sulla mappa, denominata proprio per questo Andaman settentrionale, è la vetta massima dell'intero arcipelago, che si erge a 738 metri sul livello del mare e connota il Saddle Peak National Park. Una terra di foreste pluviali tropicali, con la vegetazione tipica di un clima umido oceanico e un significativo patrimonio idrico, con dieci corsi perenni e centotrentadue torrenti stagionali. Il parco si trova sul lato orientale e viene delimitato da una lunga costa rocciosa. Regno di alcune specie più minacciate e rare di flora e fauna: vi sono presenti una varietà locale di suino selvatico, il varano, il coccodrillo marino, il pipistrello ferro di cavallo delle Andamane e lo zibetto delle palme, le acque solcate da delfini e balene, uccelli quali il myna collinare nella sottospecie andamanese e il piccione imperiale; tra le piante, le principali sono il Cratoxylum cochinchinense, la Diospyros andamanica, il Dipterocarpus costatus e l'endemica Euphorbia epiphylloides. La stagione secca va da novembre a marzo, quella delle piogge dura da giugno a ottobre.

Ha una posizione decisamente più meridionale e defilata il North Button Island National Park, che si trova fra le profonde acque blu del Golfo del Bengala, ad est dell'arcipelago, all'altezza del limite inferiore dell'Isola Andaman Centrale. L'area forestale tropicale è ricchissima in biodiversità quanto l'ambiente marino: su un territorio protetto di nemmeno mezzo chilometro quadrato, infatti, vivono una popolazione di cervi maculati e numerosi rettili come il varano e il varano d'acqua, mentre gli abissi tutt'intorno ospitano balenottere azzurre, le longeve tartarughe marine, dugonghi e delfini. Completano l'ambiente subacqueo le molteplici creste e rocce ricoperte di parecchie specie di coralli colorati, intervallate dai chiari specchi di frequenti macchie sabbiose, dove pascolano pesci di barriera corallina, pesci unicorno, tonni, carangidi e cernie giganti, con snapper gobbi.

L'area gemella del Middle Button Island National Park emerge non lontano verso sudovest, all'altezza di un'altra fra le più grandi isole dell'arcipelago, la Baratang, situata quale ideale legame territoriale fra l'Andaman centrale e l'Andaman meridionale. La fauna marina, ricca di varietà, fa anche di questo piccolo parco un paradiso naturalistico tropicale, circondato da spiagge sabbiose e acque cristalline. Il mite clima oceanico temperato, molto piovoso nella stagione dei monsoni fra i mesi di giugno e ottobre, ne rende particolarmente rigogliose le foreste di latifoglie. La flora è caratterizzata dalle specie selvatiche dell'albero del pane, dall'Artocarpus gomezianus all'Artocarpus chaplasha, dalla palma a coda di pesce Caryota mitis, da bambù come la Dinochloa andamanica e da piante da fiori come il Calophyllum soulattri. La fauna dominante comprende il cervo maculato, il pipistrello della frutta, l'aquila di mare dal ventre bianco, la sterna fuligginosa, e poi ancora varani, dugonghi, delfini, tartarughe marine, balenottere azzurre, l'aquila serpente delle Andamane e molteplici specie di pesci, coralli e uccelli.

Le barriere coralline e il lavoro sul campo dei biologi marini  

Ha come teatro di elezione l'arcipelago di Ritchie, poco più a sud, il Rani Jhansi Marine National Park: è questo un gruppo di isole legato amministrativamente al distretto dell'Andaman meridionale, costituito da quattro terre più estese di cui la principale è Havelock, da tre di minori dimensioni e da altre dieci piccole e piccolissime. Le foreste umide che caratterizzano il parco hanno il tipico aspetto rigoglioso delle mangrovie lungo la costa e l'habitat offre riparo a dugonghi, coccodrilli, una vita marina di importanza rilevante, barriere coralline e ricca avifauna. La collezione naturalistica include vaste lagune, spiagge, foreste pluviali sempreverdi di pianura. L'animale-simbolo di questi luoghi è il pipistrello della frutta, noto anche come volpe volante: grazie alla sua dieta svolge un ruolo fondamentale per il mantenimento dell'equilibrio ecologico, in quanto impollinatore e dispersore di semi per le piante. Altre specie sono l'endemica lucertola della foresta o succhiasangue di Daniel Bronchocela Danieli, lo scinco dell'erba delle Andamane, il varano e il varano d'acqua, la tartaruga bastarda olivacea a rischio di estinzione, la tartaruga verde, la tartaruga embricata e la tartaruga liuto più grande del mondo, il bucero di Narcondam, l'alzavola delle Andamane e l'alzavola grigia.
Ha spiegato la Fondazione per la Conservazione della Natura indiana che "i biologi marini hanno trovato nel parco diverse varietà di specie corali vive, inoltre coralli molli delle famiglie Alcyoniidae (otto generi), Nephtheidae, quarantatré specie della famiglia Acroporidae compresi i generi Acropora (ventotto specie) e Montipora (otto specie), Isisidae; quindi gorgonidi, trenta specie di echinodermi; cento specie di gasteropodi, cinquantaquattro di nudibranchi, cinquantadue di granchi e duecentosedici di pesci associati alla barriera corallina". Anche il clima del Rani Jhansi Marine National Park è di tipo umido tropicale, perché ha vicino l'equatore e il mare: le precipitazioni hanno in media una misura di tremilaottocento millimetri annui, grazie all'azione dei monsoni provenienti da sudovest e nordest; relativamente secchi, invece, i mesi da gennaio ad aprile.

Fedeli al principio che un luogo è un sistema complesso e l'ecologia è l'analisi delle interrelazioni fra l'ambiente e gli organismi che lo popolano, davvero non è possibile limitare la riflessione su un territorio come le Andamane con l'esclusiva attenzione alle caratteristiche fisiche e naturalistiche protette. Un arcipelago formato da centinaia di terre, lungo circa cinquecento chilometri, rivela una varietà che qui può essere appena citata. Fra le isole maggiori non dimentichiamo la Rutland e la Piccola Andaman situata al limite meridionale, la Cinque a sud, l'Interview e la Spike ad ovest, la East e la Landfall nell'estremo nord, la Long, la North Passage e la Strait ad est. Fanno inoltre la storia locale la già nominata Baratang, impreziosita da grotte, baie di mangrovie e spiagge, che ospita di frequente – unica nell'area indiana – il fenomeno dei vulcani di fango, jalki nella lingua dei nativi. La North Sentinel, fortunatamente più distante in direzione sudovest, è abitata – si immagina da circa cinquantacinquemila anni – dai sentinelesi, il popolo indigeno più isolato del mondo, che da decenni rifiuta con fierezza ogni tentativo di contatto e di interferenze dall'esterno e che alla fine, su forti pressioni dell'associazione Survival International e di altre organizzazioni, forse in maniera definitiva il governo del Paese ha deciso di lasciare vivere in pace, in una condizione fiorente del tutto evidente e in un ambiente di foreste, scogliere, un filo di spiaggia, circondato da barriere coralline.
Fa vita a sé stante verso oriente, nel Mare delle Andamane, il vulcano Barren, l'unico attivo di tutta l'India: emerge fra le placche indiana e birmana, ha un diametro di circa tre chilometri e falesie su tre lati; l'ultima eruzione, di debole entità, data al gennaio 2017; la fauna di riferimento registra la presenza delle mante nelle acque dei dintorni, mentre a terra risiedono capre, ratti e altri roditori. Decisamente più a nordest, svetta fino ad oltre settecento metri sul livello del mare l'antico vulcano estinto di Narcondam: forme endemiche come il rarissimo e già citato bucero di Narcondam e l'assiolo delle Andamane, ma anche mammiferi come una sottospecie della volpe volante variabile, sono protette fin dal 1977 dal Narcondam Island Wildlife Sanctuary.

Da un turismo bulimico a un approccio più sostenibile 

Andamane, tuttavia, si accompagna anche a turismo consapevole. Ancora in parte incontaminate come meta di massa, queste isole costituiscono un'area del mondo pervasa da un affascinante alone di mistero a causa della presenza di alcune fra le ultime popolazioni tribali del Pianeta. I grandi andamanesi: appena cinquanta persone sopravvissute alle malattie introdotte a seguito dei contatti con l'esterno, a fronteggiare le quali il loro sistema immunitario non era preparato. Gli jarawa: protagonisti negli anni scorsi – loro malgrado – di abusi di vario genere e degli atroci safari umani, adottati da agenzie senza scrupoli per offrire ai visitatori un'esotica vacanza all inclusive; inoltre, ancora oggi, minacciati da alcuni piani di assimilazione a forza alla società dominante e ai suoi modelli di comportamento. Gli onge della Piccola Andaman: cento individui, addirittura confinati in una ridotta riserva senza più autonomia né autodeterminazione, nella quale è impossibile cacciare animali selvatici e mantenere l'originario stile di vita, per cui dipendono quasi completamente dalle razioni alimentari governative. I sentinelesi, di cui si è detto a proposito dell'agguerrita resistenza a ogni avvicinamento.
A tutti loro, quale parte ancestrale di un ambiente che conoscono a fondo e che sanno conservare e rispettare ancor meglio di qualsiasi istituzione e di qualsiasi altra persona al mondo, chiunque ami la natura deve guardare come al futuro, ammirandone e imparando l'amore autentico per la sostenibilità. Aiutando, a quel punto, la nostra civiltà ad accogliere alternative forme di sviluppo, rispetto all'antropizzazione alterante e ampiamente distruttiva attuale: ai fini di una prosperità abbinata all'adattamento inevitabile ad assicurare la sopravvivenza delle generazioni che arriveranno.

 

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