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'Parchi aperti' per natura

Lo scorso anno in pieno lockdown è nata l'idea del progetto "Parchi aperti": una vetrina digitale dove scegliere un'escursione con accompagnatore naturalistico o un itinerario autoguidato, iscriversi a un corso o a un laboratorio, spaziando tra le tante opportunità offerte dai parchi italiani per una immersione "sicura" nella natura. 

  • Raffaella Amelotti
  • Marzo 2021
Giovedì, 25 Marzo 2021
Foto R. Amelotti Foto R. Amelotti

Lo scorso anno, in pieno lockdown, un gruppo di persone logorate, come tutti noi, dalla costrizione tra le mura domestiche e fortemente motivate dalla necessità di attestare il valore della natura quale risorsa per la salute psicofisica dei cittadini, ha dato vita al progetto 'Parchi aperti'.

Il progetto 'Parchi aperti'

Dalla collaborazione tra Federparchi, Dynamoscopio e Jecoguides è nata una piattaforma digitale che promuove le proposte di visita e di fruizione formulate dai parchi che hanno scelto di aderire.

Come davanti a una vetrina digitale, il visitatore può scegliere un'escursione con accompagnatore naturalistico, un itinerario autoguidato, iscriversi a un corso o a un laboratorio, spaziando tra le tante opportunità di immersione nella natura che gli Enti-Parco italiani offrono in modo consapevole e sicuro.

Durante la Milano Digital week 2021, il cui tema quest'anno era la "Città Equa e Sostenibile", gli eventi (tutti online, e non avrebbe potuto essere diversamente) hanno raccontato le trasformazioni generate da un nuovo modo di interpretare lo spazio urbano in seguito ai cambiamenti determinati dalla crisi sanitaria in corso. Prima fra tutte la diffusione del digitale, veicolo di cambiamento e acceleratore dei processi di innovazione.

Durante uno degli incontri in calendario, Michela Palestra, presidente del Parco Agricolo Sud Milano e Agostino Agostinelli di Federparchi si sono confrontati sul tema della fruizione dei parchi naturali.

Come rendere i parchi urbani fruibili in tutta sicurezza?

Come sfruttare al meglio questo potenziale a beneficio della salute dei cittadini, tenendo conto del periodo storico che stiamo vivendo? La vita all'aria aperta e il contatto con la natura offrono stimoli di tipo biochimico che contribuiscono al rafforzamento del sistema immunitario e riducono la produzione degli ormoni dello stress come il cortisolo. Inoltre, come sostiene la sociologa e scrittrice turca Zeynep Tufekci, in un suo articolo sulla pandemia pubblicato da L'Internazionale, dopo un anno di studi epidemiologici sono ancora pochi i casi documentati dalla scienza di trasmissione del virus all'aperto. Questo perché l'aria aperta lo  "diluisce" e il sole contribuisce a disinnescarne la carica contagiosa. I parchi dunque, mai come ora, sono una risorsa importante. Come regolarsi perché possano offrire una proposta di visita e fruizione sicura?

L'inquinamento atmosferico è all'origine di malattie croniche dell'apparato respiratorio e cardiovascolare, molte delle quali predispongono al ricovero per Covid-19: è dunque plausibile l'impatto negativo sulla pandemia, anche per il fatto che vivere in un luogo inquinato penalizza il sistema immunitario in quanto riduce la resistenza alle infezioni. Partendo da queste riflessioni, su cui da mesi si dibatte, occorre che i cittadini intraprendano un percorso interno di crescita, in cui mettano in gioco il cambiamento delle priorità dei valori, primo tra tutti il rapporto con il luogo in cui vivono. Troppo spesso, infatti, quello che ci manca è la consapevolezza della qualità del territorio intorno a noi.

I servizi che un parco restituisce sono gratuiti, alla portata di tutti: equi in termini di salute e di benessere. Sta a ciascuno di noi compiere il primo passo: appena fuori dalle città sono numerosi gli spazi naturali, più vicini di quanto possiamo immaginare. Si tratta spesso di luoghi sottoesposti dal punto di vista narrativo: sono poco conosciuti, sta a noi scoprirli! Per molti è più facile rifugiarsi in un viaggio virtuale proposto sul web o in un centro commerciale, per comodità o per pigrizia... ma la natura non è lontana da noi, dobbiamo imparare ad "addomesticarci con lei" nel senso di prendere confidenza, farla nostra e diventarne responsabili come inegna il Piccolo Principe con la sua rosa.

"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..."
"Io sono responsabile della mia rosa..." ripeté il piccolo principe per ricordarselo.

La situazione che stiamo vivendo da un anno ha dimostrato che le nostre città non sono costruite a misura di bambino nè di anziano. In zona rossa, il parco giochi è vietato e alcune amministrazioni comunali hanno deciso di rimuovere le panchine per evitare che continuino a essere il punto di ritrovo degli anziani del quartiere. Ma il modello urbano che ha creato la pandemia non è più a misura di nessuno se non dello sviluppo fine a se stesso.
Al contrario, i parchi sono natura, cibo sano, rapporti diversi tra le persone: questo è il nuovo modello di città in equilibrio con il contesto naturale. Non è un esercizio per gli urbanisti, ma riguarda molteplici aspetti della nostra vita.

Un esempio di buone pratiche

Michela Palestra porta l'esempio del Parco Agricolo Sud Milano, che si propone ai cittadini come un erogatore di servizi: qui, l'utente può raggiungere in bicicletta le tante aziende agricole che operano nel parco e acquistare prodotti di qualità direttamente dal contadino. Si innesca un circuito virtuoso di economia circolare, da cui traggono i benefici sia il cittadino che ci guadagna in salute uscendo di casa e passeggiando in bicicletta a contatto con la natura, che l'azienda agricola che racconta e vende i suoi prodotti: latte, riso, carne, salumi...

"Questa per l'utenza di Milano è un'esperienza possibile e di facile attuazione" afferma ancora Palestra. "Ritrovare l'equilibrio personale non vuol dire prendere la macchina e raggiungere posti lontani ma conoscere e vivere i luoghi prossimi a dove abitiamo!"

Torniamo al caso studio del Parco Agricolo Sud Milano: comprende le aree agricole e forestali di 60 comuni, per un totale di 47.000 ettari, e abbraccia, da est a ovest, l'area metropolitana a sud di Milano. E' un contesto fortemente caratterizzato dalle aziende agricole che insistono sul suo territorio. Un ambiente rurale appena fuori città che ha fatto delle sue contraddizioni un valore aggiunto: convivono antico e moderno, agricoltura e tecnologia. E la sensazione di benessere che si avverte appena si esce dal centro urbano è immediata: a cominciare, in estate, dall'abbassamento della temperatura man mano che ci si inoltra nel verde. Le aree protette rappresentano quindi per la cittadinanza un servizio di prossimità di grande valore sotto molti punti di vista: questa è la sfida importante in cui i parchi devono mettersi in gioco. 
Appena fuori dalla porta di casa c'è un mondo meraviglioso!

 

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