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Parchi d'Oltralpe

A quasi un secolo dalla nascita, lo storico Parco dell'Engadina si appresta a trovare compagnia. Cento anni nei quali nel Paese dei cantoni, che a dire il vero sembra un parco lui stesso, è mancata una politica federale dei parchi

  • Toni Farina
  • maggio 2010
Mercoledì, 12 Maggio 2010

Due parole con Andreas Weissen
Andreas Weissen, già Presidente di CIPRA internazionale per 9 anni, è Direttore della Rete dei parchi svizzeri (Netzwerk Schweizer Pärke).
«Molto lavoro... la situazione è dinamica, devo aggiornare la carta dei parchi due volte l'anno.... Sono molte le zone in cui si è compreso che lo status di "Parco di importanza nazionale" è un vero marchio di qualità territoriale. Con la concessione del marchio, il governo centrale attesta l'integrità ambientale di una regione, ma il governo locale, e quindi la popolazione, deve dimostrare di essere in grado non solo di conservare l'ambiente, ma di migliorarlo, di creare delle prospettive di sviluppo sostenibile. Deve dire cosa intende fare, dove pensa di trovare le risorse. E tutto questo deve essere contenuto in una Carta del Parco, un documento completo di piani di sviluppo economico e, allo stesso tempo, di tutela del paesaggio e della biodiversità».
La Rete dei Parchi svizzeri (www.paerke.ch) è stata fondata nel maggio 2007 con lo scopo di sostenere gli enti responsabili dei parchi nelle fasi di istituzione e di gestione. In accordo con l'UFAM, la Rete ha importanti compiti nell'attuazione della politica della Confederazione in materia dei parchi. La Rete conta oggi su 25 associati.
Parchi in Svizzera? Ma la Svizzera è tutta un parco!
Si transiti dal Maloja, dal Sempione o dal Gran San Bernardo, l'impressione è comune: nel Paese dei cantoni non c'è bisogno di parchi. L'impressione si rafforza al ritorno: si rientri dal Maloja o dal Sempione, è con rammarico che si abbandona quell'ambiente curato, accogliente, rassicurante, per immergersi nel disordine e nel pressapochismo italico. Un confronto immediato, avvilente, spietato: oltralpe un territorio pianificato, trasporti efficienti, sentieri curati. A meridione un territorio annullato, l'improvvisazione come regola.
Ma paesaggio e natura sono elementi diversi. Un paesaggio all'insegna dell'armonia, appagante per la vista, può essere povero di varietà biologica mentre, al contrario, una landa "caotica" può pulsare di vita, animale e vegetale. Ed è questa una delle ragioni che ha motivato la Confederazione Elvetica a istituire una rete di parchi naturali.
Otto anni prima del Gran Paradiso
È il 1914. Mentre sul Vecchio Continente soffiano venti di guerra, la Svizzera come d'uso si astiene. Anziché affilare le baionette, un gruppo di studiosi pensa a far pace con la natura. Sono veri pionieri i promotori del Parco nazionale Svizzero, più noto come Parco dell'Engadina, primo parco nazionale delle Alpi e dell'Europa centrale. Situato nel Cantone dei Grigioni, nella parte orientale del Paese, il Parco fu una vera pietra miliare. Che tuttavia in Svizzera non ebbe repliche, tant'è che la denominazione di "Parc naziunal Svizzer" ha trovato per quasi un secolo ampio suggello nella sua condizione di "unicità".
Un parco unico anche come regole e filosofia: bastano pochi passi nei suoi confini per verificarlo. Gli alberi caduti superano in numero gli alberi in piedi, la natura è lasciata alla sua libera e spontanea evoluzione. Un parco laboratorio, come lo sono molte riserve integrali nostrane, però di dimensioni decisamente superiori.
Entlebuch, paese delle torbiere
A quasi un secolo dalla nascita, il Parco dell'Engadina si appresta a trovare compagnia. Cento anni nei quali nel Paese dei cantoni è mancata in modo totale una politica nazionale dei parchi naturali.
Politica nazionale? Qui sta il punto. La Svizzera è paese federale non solo di nome, il federalismo è prassi e assolutamente "federale" è il fermento che anima oggi il Paese in materia di parchi.
Il fermento ha preso avvio una decina di anni fa nella regione di Entlebuch, nel Cantone di Lucerna, dove gli abitanti di otto piccoli comuni sono intervenuti in difesa della seconda torbiera della Svizzera chiedendo l'istituzione di una Riserva Biosfera dell'Unesco. La Riserva è oggi un'area modello di sostenibilità ambientale, un caso nazionale studiato e indagato, ma soprattutto contagioso: è partendo dal "caso Entlebuch" che all'alba del nuovo millennio in Svizzera si decide di creare nuovi parchi naturali. A fine 2007, il Parlamento federale rivede la Legge sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN), definendo le modalità per il conferimento del "label" di Parco di importanza nazionale. La legge prevede tre tipologie di area protetta:
•parco nazionale. È composto da una zona centrale di tutela rigida e una zona periferica dove natura ed economia devono coesistere;
•parco naturale regionale. Non c'è zona centrale, nella sostanza è una vasta area di sviluppo sostenibile;
•parco naturale periurbano. Area naturale nei pressi di una grande città.
I parchi sono gestiti da appositi enti con un presidente e un consiglio formato in maggioranza da rappresentanti dei comuni, di norma in carica per quattro anni. Gli enti hanno la forma giuridica di un'associazione.
Diventare parco: un cammino in cinque tappe
La proposta della creazione di un parco deve partire dal basso, dai comuni, i cui cittadini sono chiamati a esprimersi direttamente con referendum. La candidatura è quindi depositata al cantone che inoltra a sua volta la candidatura all'UFAM, l'Ufficio federale Ambiente della Confederazione.
Se il responso è positivo l'UFAM attribuisce il titolo di "Parco di importanza nazionale".
Prima tappa: un comitato locale spontaneo elabora uno studio di fattibilità. Seconda tappa: prende vita il "progetto di parco". Si forma un ente gestore provvisorio che vara un primo piano. Se il progetto è approvato dalla popolazione lo si presenta al Cantone e quindi al Governo centrale.
Terza tappa si ottiene il riconoscimento "candidatura". Se è tutto ok, l'Ufficio federale Ambiente accetta la proposta e assegna le risorse.
Quarta tappa: fase di istituzione.
Si elabora la "carta del parco", strumento fondamentale di gestione. Va preparata in due anni e ha validità decennale. Va quindi approvata dalla popolazione e sottoposta al vaglio del Governo centrale.
Quinta tappa: il parco esiste. La Confederazione concede il marchio di "Parco di importanza nazionale". Il marchio è indipendente dalla tipologia: può essere assegnato sia a un parco nazionale che regionale. La concessione è provvisoria: dopo 10 anni occorre inoltrare nuova richiesta presentando alla Confederazione una nuova Carta del parco (un sistema simile è adottato dai parchi regionali francesi).
La mappa dei parchi svizzeri
La trovate su Internet al sito www.paerke.ch.
Non fatevi però ingannare dal colore delle aree: non si riferisce alla tipologia (es. parco o riserva), bensì allo stato di avanzamento dell'iter istitutivo. La pagina web avvisa: «La terra di parchi svizzera sta prendendo forma. Ma rimane ancora molto da fare. La mappa mostra l'istantanea dei parchi e dei progetti... I limiti dei diversi progetti e delle varie idee sono provvisori e potranno ancora cambiare...»
A oggi, marzo 2010, la carta informa che tre aree hanno adempiuto a tutte le formalità, le rispettive "Carte" sono state approvate e i parchi sono formalmente istituiti. Si tratta del citato Parco naturale regionale Biosfera dell'Entlebuch, del Parco naturale regionale di Thal (nel nord del Paese, tra le colline del Giura) e del Parco periurbano Zurigo-Sihlwald (foresta integra alle porte di Zurigo).
Altri quattordici parchi hanno ottenuto il label "candidatura", ovvero la loro candidatura è stata accettata dall'Ufficio federale Ambiente. Fra questi, confinanti con l'Italia, i parchi naturali regionali Biosfera della Val d'Hérens e della Valle di Binn (entrambi nel Vallese) e il Parco nazionale Biosfera Val Müstair (nel Canton Grigioni, confinante anche con il Parco nazionale dell'Engadina).
Altre tre aree, fra le quali il Progetto di Parco nazionale del Locarnese, nel Canton Ticino, si trovano nella fase iniziale di progettazione. Se tutti i progetti andranno in porto la Svizzera avrà il 14 % del territorio protetto.

 

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