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Rocha da Pena, un'escursione fuori porta

I paesaggi di molte aree naturali protette del Portogallo sono estremamente interessanti e caratteristici. Si visitano facilmente in una giornata, sono ben segnalati e accessibili, e coprono ogni regione del paese. Ce n'è una nel distretto di Faro, e si chiama Rocha Pena. 

  • Luca Giunti
  • Ottobre 2019
Mercoledì, 11 Settembre 2019
 Rocha da Pena, Portogallo (foto L. Giunti) Rocha da Pena, Portogallo (foto L. Giunti)

Il Portogallo ha diversi livelli di protezione del territorio. Dai grandi parchi nazionali ad aree protette di interesse regionale fino ad arrivare ai siti tutelati in ambito locale. D'altronde anche l'Italia ha una struttura simile, che riunisce parchi nazionali, regionali e provinciali, riserve speciali e orientate, SIC (siti di interesse comunitario) e ZPS (zone speciali di conservazione). A queste è doveroso aggiungere anche le varie aree gestite dalle associazioni ambientaliste quali LIPU e WWF. Una Rete Natura che ormai è distesa su tutta l'Unione Europea, con differenze normative e gestionali tra i vari Stati tutto sommato poco rilevanti.

I paesaggi di molte aree "minori" portoghesi sono estremamente interessanti e caratteristici. Si visitano facilmente in una giornata, sono ben segnalati e accessibili, coprono ogni regione del paese.
Buone indicazioni e descrizioni dettagliate si possono cercare, per cominciare, in questo sito www.walkingportugal.com

Camminando tra geologia, flora e fauna

Un esempio tipico di tutela locale che da un lato protegge una emergenza geologica e ambientale molto significativa e dall'altro offre a turisti curiosi percorsi originali, favorendo nel contempo il piccolo commercio, è senz'altro Rocha da Pena. Si trova a sud, nel distretto di Faro (identificato anche come Algarve, più tradizionale) che negli ultimi anni ha visto un grosso impulso turistico estivo - per certi versi già critico perché affolla di residence e centri commerciali le meravigliose coste che si affacciano sull'Atlantico. Piemonte Parchi lo scorso luglio ha pubblicato un articolo sul Parco Nazionale di Ria Formosa, isole e lagune ancora selvagge ma molto frequentate dai turisti in estate. L'interno invece, nel raggio di una sessantina di chilometri dall'Oceano, è ancora poco visitato e tranquillo, e offre incontri più genuini.

Rocha da Pena è una formazione rocciosa calcarea che si eleva isolata dall'altopiano dell'Algarve. Il percorso qui suggerito parte dal borgo omonimo, che si raggiunge da Loulé e da Salir seguendo le panoramiche strade EM 525 e EN 124. Alla fontana della partenza, in ceramica locale, è opportuno fare scorta di acqua, perché il sole e il caldo, in estate, saranno inevitabili. Per la stessa ragione, cappello e crema solare sono suggeriti mentre per il cammino sono sufficienti scarpe basse da trekking o pedule leggere.

Il percorso è sempre ben indicato e nella prima parte si svolge lungo una strada forestale rossa e sassosa. Il dislivello complessivo non supera i 300 metri e l'intero percorso ad anello è lungo 8 km circa. Mano a mano che si sale l'orizzonte si allarga progressivamente e, in buone condizioni meteorologiche, spazia dall'Atlantico alle colline dell'interno con una visibilità di diverse decine di chilometri.

Gli scorci più panoramici sono segnalati da bacheche illustrative e tavole di orientamento. La posizione strategica, l'elevazione isolata rispetto al territorio circostante, il substrato calcareo, offrono una moltitudine di ambienti che, in base ai censimenti effettuati, elenca quasi 500 specie diverse di vegetali e oltre 120 di uccelli, monitorati del corso di diversi anni, tra nidificanti e migratori. Rarità assolute sono l'Aquila del Bonelli e la Genetta. A seconda della stagione quindi le possibilità di scattare buone fotografie o di trovare originali soggetti da disegnare o dipingere, è sempre alta e diversa, offrendo all'amante di questi tipi di caccia – l'unica consentita, ovviamente! - eccellenti spunti artistici.

Oltre alla geologia, a fauna e flora, l'escursione permette di ammirare, mediante modeste deviazioni, le Grotte Algar dos Mouros: anfratti scavati dall'acqua millenaria che hanno sempre offerto riparo e rifugio, a partire dai pastori neolitici fino ai pescatori in fuga dalle scorribande dei pirati saraceni. Molto particolari sono inoltre due lunghi muraglie in pietre accumulate, sulla sommità centrale dell'altopiano, che risalgono all'Età del Ferro e sono stati usati come barriere difensive prima dai Mori e poi dai Cristiani.

La discesa lungo la parete ovest del massiccio conduce al piccolo borgo di Penina, dalle case bianche e dagli usci sempre aperti. Due abitazioni ospitano piccoli musei etnografici privati, che raccontano gli attrezzi e la vita tradizionale contadina. Una visita è quasi obbligatoria perché il biglietto è a offerta libera (anche pochi spiccioli) e in cambio, oltre ad una piacevole conversazione, si riceve un pugno di mandorle o fichi secchi, buonissimi.


Il dettaglio dell'intera proposta si può trovare qui : www.walkingportugal.com

 

 

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