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I quarant'anni dello Zingaro

La Riserva dello Zingaro compie 40 anni. E' in questo mese di maggio 2020 che, infatti, ricorre la prima battaglia ambientalista della Sicilia che portò, in poco più di un anno, all'istituzione della riserva naturale orientata. Una vittoria per nulla scontata, che rappresentò una tappa fondamentale per la coscienza civile della società siciliana, che per la prima volta si opponeva al saccheggio del territorio. 

 

  • Ludovica Schiaroli
  • Luglio 2019
Sabato, 16 Maggio 2020
Scorcio della riserva (Foto G. Culmone) Scorcio della riserva (Foto G. Culmone)

C'è tanta allegria e un po' di emozione nelle parole di Franco Russo, attivista del WWF e tra i promotori della mobilitazione che portò alla famosa marcia del 18 maggio 1980 quando oltre duemila persone camminarono da Scopello a San Vito Lo Capo per difendere il territorio da una strada che l'avrebbe attraversato e che porto l'anno successivo all'istituzione della Riserva Naturale Orientata dello Zingaro.

"Quello che mi piace ricordare, e che ancora oggi mi fa sorridere - racconta Russo - è che c'era tantissima gente e non eravamo i soliti noti, ambientalisti, forestali ecc. ma c'erano anche signore ben vestite con i tacchi... ed eravamo stati noi a portarle lì con i nostri appelli... fu allora che capii che eravamo andati oltre, che eravamo riusciti a coinvolgere proprio tutti".

E poi ricorda come anche il passaggio istituzionale, nell'assemblea regionale, riservò delle sorprese: "Subito ci dissero che non era possibile fare una legge per una sola riserva... così finì che di riserve ne vennero istituite tre: quella dello Zingaro, quella di Pantalica e quella Vendicari, luoghi meravigliosi, oggi ancora intatti, grazie alla nostra mobilitazione".

La chiacchierata si conclude con un appello: "Quest'anno sono quarant'anni da quel giorno ed è giusto festeggiare, ma dobbiamo anche guardare al futuro, e il futuro deve passare dall'istituzione della Riserva Marina dello Zingaro. Un luogo meraviglioso, uno scrigno di biodiversità che merita di diventare Area Marina Protetta. Lo chiediamo da anni, sarebbe bello che dal Ministero per l'Ambiente arrivasse finalmente la buona notizia".

Dal 1995, a più riprese, si chiede l'Istituzione della Riserva Marina dello Zingaro. 

Quarant'anni di Zingaro 

Poteva essere l'ennesima striscia di asfalto a deturpare un territorio incontaminato, o diventare l'opera incompiuta numero 164 - questo il triste primato della Sicilia secondo gli autori del libro Incompiuta. Nascita di uno stile, che hanno censito oltre 696 opere pubbliche incompiute in Italia - la strada litoranea che da Scopello doveva portare a San Vito Lo Capo. Ma la storia andò in un altro modo, la strada, già prevista e finanziata, non si fece e lo Zingaro diventò la prima riserva naturale della Sicilia.
"Sarebbe stata una iattura se gli avessimo permesso di costruire su uno degli ultimi paradisi naturali rimasti in Sicilia", racconta Franco Russo, allora dirigente dell'Azienda Foreste demaniali, attivista del WWF e tra i promotori della mobilitazione che portò alla famosa marcia del 18 maggio 1980. Quel giorno duemila persone marciarono da Scopello a San Vito Lo Capo per dire "No al cemento selvaggio degli speculatori edilizi"; c'erano ambientalisti, magistrati, intellettuali, sportivi e tanti cittadini che prima di allora mai avevano manifestato per la salvaguardia del territorio.

Il successo della marcia fu costruito con grande abilità da Russo che insieme a WWF, Italia Nostra, Legambiente, Arci, Club Alpino Siciliano e Associazione Forestale iniziò a organizzare la mobilitazione già da gennaio, con raccolte firme, incontri, giornate di sensibilizzazione, e soprattutto il coinvolgimento dei media locali e nazionali. "Accadde in modo spontaneo, in quei giorni ero tornato da poco dagli Stati Uniti ed ero rimasto molto colpito da come i comitati potevano rivelarsi il mezzo per raggiungere un obiettivo. Si trattava di superare le distanze politiche - allora molto sentite in Italia - e creare un movimento trasversale, apolitico, che avesse a cuore la tutela dello Zingaro", racconta con la voce ancora emozionata Russo, che ricorda come il clamore della marcia e l'eco riportata dai media anche fuori dalla Sicilia, (il Corriere della Sera definì la marcia "il più grande movimento di massa avutosi in Sicilia dai tempi dell'occupazione delle terre"), colpì molto l'assemblea legislativa che nell'agosto del 1980 votò la legge, voluta da Comitato, che consentiva all'Azienda Foreste di espropriare le "aree di interesse naturalistico ovunque ubicate". "In base a questa legge cominciammo un lavoro che ci consentì di acquisire al demanio forestale lo Zingaro e le aree naturalistiche di Vendicari e Pantalica".
Il 6 maggio 1981 venne istituita la Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, la legge regionale sui parchi e le riserve naturali arrivò un paio di anni dopo.
Sull'origine del nome ci sono diverse ipotesi, la più accreditata è quella che racconta che in una delle contrade della riserva vivesse una famiglia di nomadi. "Inizialmente avevamo pensato di chiamarla Riserva della palma nana - racconta Russo - ma poi decidemmo per lo Zingaro". E così fu.

1700 ettari tra cielo e mare

La Riserva ha il fascino dei paesaggi ancestrali: colori ed emozioni catturano subito chi varca i due ingressi che geograficamente segnano le porte del parco, a nord da San Vito Lo Capo, a sud Scopello, nella parte occidentale del Golfo di Castellamare in provincia di Trapani.
Sette chilometri di costa caratterizzata da falesie a strapiombo sul mare, pareti di roccia, spiagge sabbiose, grotte sottomarine, a una vegetazione rigogliosa fatta di palme nane, sugheri, lentisco, mandorli e orchidee. Oltre allo spettacolo della natura ci sono anche cinque musei sulle tradizioni contadine e sulle attività marinare.
"Il turista che visita la riserva è molto attento alla natura e al nostro paesaggio agricolo caratterizzato da oliveti, mandorleti, vigneti inselvatichiti, mulattiere, frantoi, viene prevalentemente per il mare ma poi rimane colpito dal contesto in cui si trova". Lo racconta Rosa La Barbera dal 2015 direttore della Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, da vent'anni attiva all'interno della struttura, che non nasconde la soddisfazione per quello che molti definiscono come il fiore all'occhiello della Sicilia Occidentale. "Il trend turistico, qui è in crescita costante, lo scorso anno abbiamo registrato 250mila presenze, di queste il 30 per cento erano stranieri", continua La Barbera che ammette come nei mesi estivi a volte il forte afflusso turistico diventi problematico, "in questi mesi sarebbe opportuno limitare la pressione antropica, legata per lo più alla fruizione dal mare, ma per farlo dovremmo essere riconosciuti anche come Riserva Marina..."
Dopo quasi quarant'anni è evidente che l'istituzione della Riserva Naturale Orientata dello Zingaro rappresenti una scommessa vinta e una promessa mantenuta: "Ogni anno il mare è più pulito e più prezioso - conclude La Barbera - e riusciamo a mantenere intatto questo meraviglioso paesaggio agreste, lo facciamo per chi viene, ma soprattutto per chi resta".

Una Riserva Marina per lo Zingaro

Girolamo Culmone non dimentica le vecchie battaglie, almeno non dimentica quelle su cui aveva messo il cuore. L'ex direttore delle Saline di Trapani nel 1995 aveva consegnato ventimila firme all'allora Ministro per l'ambiente Edoardo Ronchi per chiedere l'istituzione della Riserva Marina dello Zingaro, l'iter fu avviato, ma poi non se ne fece nulla.
Eppure il paesaggio subacqueo della Riserva è di grande bellezza: alghe rosse e brune si alternano nella parte più superficiale, nella parte più profonda si trovano anemoni, rose di mare, madrepore mentre spugne dai toni gialli, violetti, rossi, rivestono antri e cunicoli. Più in profondità gemma invece il corallo rosso. Tutta la costa è delimitata dal trottoir a vermeti, che è una vera e propria scogliera di coralli in miniatura.
"L'anno scorso mi sono rimesso in gioco - racconta Culmone - ho organizzato un comitato promotore e alzato un po' di polvere per riportare la nostra richiesta all'attenzione del Ministero; tramite un deputato abbiamo presentato un disegno di legge per inserire la Riserva dello Zingaro tra le aree di reperimento, e questo dovrebbe consentire l'avvio al Ministero dell'iter tecnico del percorso verso l'istituzione dell'Area Marina Protetta".
"Molti visitatori non comprendono come dopo tanti anni non sia ancora una riserva marina: lo Zingaro è famoso soprattutto per il suo mare, spero che questa volta ce la faremo", conclude Culmone.

I tre percorsi della Riserva

I percorsi principali sono tre e si può scegliere quello più adatto a seconda della propria attitudine. L'itinerario più semplice è il sentiero costiero che inizia dall'ingresso sud della Riserva a Scopello e termina all'ingresso nord lato San Vito Lo Capo. Si percorre in circa due ore (solo andata) ed è lungo 7 km. Il percorso ricalca la strada che avrebbero dovuto costruire e che invece, fortunatamente, non si fece. Ripaga la fatica l'arrivo a Tonnarella dell'Uzzo, una caletta di spiaggia bianca e finissima.
Il sentiero di mezza costa è un po' più impegnativo e alterna tratti verso l'interno ad altri verso la costa, inizia dall'ingresso nord della Riserva, lato San Vito Lo Capo e arriva alla Casa Forestale, dura circa tre ore ed è lungo sei km. Lungo il percorso si incontrano piccole contrade contadine come Borgo Cusenza, dove il tempo sembra essersi fermato.
Il sentiero alto è quello più impegnativo e attraversa tutta la Riserva dall'alto al basso. Parte dall'ingresso lato San Vito Lo Capo e sale fino al Pizzo dell'Aquila e alle pendici del Monte Speziale, la vetta più alta dello Zingaro, con i suoi 912 metri. Il percorso arriva in fine sul sentiero principale raggiungendo la contrada Marinella, dura 7/8 ore. Sconsigliato durante il periodo estivo perché molto esposto al sole. Lungo gli itinerari si incontrano rifugi dove è possibile pernottare (su prenotazione). Per chi preferisse l'itinerario via mare è possibile noleggiare un gommone o prenotare un'escursione in barca.

Il libro citato è  Incompiuto: la nascita di uno stile, a cura di Alterazioni Video / Fosbury Architecture, edito da Humboldt Books, 2018.

 

 

Link utili: https://www.riservazingaro.it 

 

 

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