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Parco di Ria Formosa, ovvero il Portogallo tra turismo e conservazione

Oltre 18mila ettari di lagune salmastre e di litorali sabbiosi periodicamente liberati o allagati dalle vaste maree atlantiche. A tutelarle è intervenuta la Convenzione di Ramsar a causa della loro progressiva rarefazione e della biodiversità a rischio e per questo, il Parco di Ria Formosa è stato inserito nella Rete Natura 2000. 

Giovedì, 11 Luglio 2019
Raccolta conchiglie a Ilha Deserta (Foto L. Giunti) Raccolta conchiglie a Ilha Deserta (Foto L. Giunti)

C'è nel sud del Portogallo un'area protetta che coniuga perfettamente turismo e conservazione. È il Parco di Ria Formosa, davanti a Faro, capoluogo dell'Algarve, una delle estremità più a sud ovest dell'intero continente europeo. Raccoglie oltre 18.000 ettari di lagune salmastre e di litorali sabbiosi periodicamente liberati o allagati dalle vaste maree atlantiche. Larghi bracci di mare poco profondi e variabili separano la linea della costa dalle sei isole che la difendono dalle onde dell'Oceano, delimitati a est e ovest dalle Penisole di Ancao e Manca Rota. Le quattro principali - Culatra, Farol, Ilha Deserta e Tavira - possono essere raggiunte soltanto con imbarcazioni private o con traghetti giornalieri. Non ci sono auto, a eccezione di qualche furgoncino o trattore, e si possono visitare tutte con poche ore di facili passeggiate.

Tutte le aree umide europee sono protette dalla Convenzione di Ramsar a causa della loro progressiva rarefazione a fronte della importanza che ricoprono per la biodiversità. Ria Formosa non fa eccezione ed è quindi inserita nella Rete Natura 2000 dell'Unione Europea. Il suo punto di forza sono ovviamente gli uccelli, soprattutto migratori, visto che questo è uno dei passaggi obbligati dal nord dell'Europa all'Africa (vedi depliant pdf in inglese). La gallinella d'acqua, rara altrove, è qui abbastanza diffusa tanto da essere stata scelta come simbolo del parco.

Una visita in giornata

Molti sono i servizi di traghetti, sia veloci sia lenti, che partono dal porto di Faro praticamente ogni ora per tutto il giorno. La meta più affascinante è Ilha Deserta, dove si trova soltanto un piccolo ristorante vicino all'approdo, alimentato ovviamente da pannelli solari, con qualche ombrellone e sdraio. Una lunga camminata su una passerella di legno ben tenuta – ottimo espediente per impedire il calpestìo della vegetazione dunale e convogliare senza sorveglianza il 90% dei turisti - permette di percorrere l'intero perimetro dell'isola, silenziosa e battuta dai venti, osservare senza disturbare le colonie di gabbiani nidificanti a terra e infine raggiungere il Capo di Santa Maria, la punta più meridionale del Portogallo, segnalata in maniera folkloristica ma discreta da una piramide di tronchi secchi abbandonati dalla risacca del mare. Siamo a 1.700 km da Londra, 5.600 da New York e 7.600 da Rio de Janeiro: l'Oceano Atlantico si spalanca davanti noi in ogni direzione.
(Parentesi da genovese nato in mare: quando l'Atlantico non è in burrasca, si possono fare meravigliosi bagni e immersioni nelle sue acque pulite. L'unico inconveniente è che anche in piena estate la temperatura dell'oceano è piuttosto bassa e la resistenza di chi è abituato al più tiepido Mediterraneo non supera i 15 minuti, almeno senza una muta protettiva).

Le altre isole 

Farol e Culatra sono abitate e ospitano piccoli villaggi per pescatori e turisti dolci, con casette bianche basse dall'immancabile giardino ombreggiato e fiorito. A Tavira, come del resto nella periferia di Faro, sono in attività da secoli alcune saline, che possono essere visitate accompagnati dalle guide locali. In ogni località percorsi didattici ben segnalati permettono di imparare gli aspetti più salienti della fauna e della vegetazione di questi ambienti estremi. Infatti l'elevata salinità, i substrati sabbiosi o sgretolati, l'insolazione spietata e l'evaporazione ininterrotta, costringono gli organismi viventi a adottare efficaci strategie evolutive per sopravvivere. D'altra parte, il continuo movimento delle maree fornisce cibo abbondante e ripari freschi. Lo sanno bene gli abitanti del luogo, che si incontrano spesso chini sul bagnasciuga per raccogliere molluschi e granchi, mentre i bassi fondali ospitano migliaia di pesci, di polpi, di seppie e calamari che alimentano una fiorente attività di pesca e ristorazione, regolamentata stagionalmente per prelevare soltanto gli interessi senza intaccare il capitale naturale.

L'onnipresente simbolo blustellato della bandiera europea marca ogni progetto di tutela o sviluppo compatibile, come i muretti a difesa della vulnerabile vegetazione dunale. A Olhao si trova il Centro di documentazione del parco, tappa necessaria prima di addentrarsi nella laguna per avere le informazioni utili a una visita consapevole. Le regole, guarda un po', sono sempre le stesse: non disturbare gli animali, non danneggiare le piante, non lasciare rifiuti – nemmeno mozziconi di sigaretta in spiaggia! Non accendere fuochi, mai: non lontano da qui, all'interno, migliaia di ettari di boschi di eucalipti sono bruciati spaventosamente nel 2017 e ancora nel 2018, provocando oltre 60 vittime (ho foto delle conseguenze, se volete anche quelle). E poi coprirsi e idratarsi perché il sole non scherza.

La regione dell'Algarve attira ogni anno sempre più turisti. Il clima caldo ma ventilato, le distese di aranceti, le vestigia arabe, gli antichi castelli e le bellezze naturali si uniscono agli incentivi governativi per chi vuole godersi qui le vacanze o addirittura la pensione. Campi da golf, parchi acquatici e centri commerciali attorniano le città principali, Faro ed Albufeira, le cui spiagge vastissime dalle ripide scogliere colorate si raggiungono ormai con tangenziali e traffico da metropoli. Ciononostante, una diffusa e apparentemente ben radicata attenzione ambientale sembra preservare il silenzio e la tranquilla immensità di questo parco costiero. Speriamo a lungo.

Per saperne di più

http://www.polislitoralriaformosa.pt/downloads/ingles.pdf 
http://www.natural.pt/portal/en/AreaProtegida/Item/14 

 

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