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Liguria, diminuisce il territorio protetto

La Liguria perde 540 ettari di territorio protetto con l'approvazione di una nuova legge che lascia l'amaro in bocca a molte associazioni ambientalisti, e non solo.

  • Ludovica Schiaroli
  • Aprile 2019
Lunedì, 15 Aprile 2019
Parco naturale regionale dell'Antola (Foro U. Roffi) Parco naturale regionale dell'Antola (Foro U. Roffi)

 

"Me tasto se ghe son", ovvero mi tocco se ci sono. È con una nota di colore che si è chiusa il 9 aprile scorso, la votazione della legge per il riordino dei parchi liguri che ha lasciato con l'amaro in bocca tutti coloro che non hanno condiviso larga parte di un disegno di legge che taglia la superficie di aree protette liguri di 540 ettari ai confini di Antola, Aveto e Alpi Liguri e che rigetta l'ingresso nel parco del Beigua di parte del territorio comunale di Urbe. Con questa legge, saranno 42 le aree protette declassate in provincia di Savona e verrà scritta la parola fine al progetto d'istituzione del parco del finalese.

Magro, dunque, il "bottino" ottenuto dalle associazioni che da mesi chiedevano di essere ascoltate: l'amministrazione regionale ha, infatti, concesso l'istituzione di un tavolo tecnico a cui gli ambientalisti potranno sedersi per confrontarsi con l'amministrazione prima della conclusione dell'iter di approvazione dei quattro piani dei parchi e una ventilata disponibilità della giunta alla creazione di parchi interregionali, non è certo un risultato soddisfacente.
Diversamente Cai Liguria, Italia Nostra, Legambiente Liguria, WWF, Fridays for Future Genova e Savona, Lipu, Fie e Federparchi chiedevano il mantenimento di una previsione di istituzione del parco naturale regionale del finalese, il mantenimento delle attuali perimetrazioni dei confini di parchi regionali liguri esistenti e l'implementazione dell'attività di vigilanza nelle aree protette. Triste dire che nessuna delle richieste è stata accolta e solo alla fine di manifestazioni, sit-in, marce pacifiche, richieste e appelli, gli ambientalisti sono riusciti a farsi audire in consiglio regionale.

"La delusione c'è - confessa Marco Piombo presidente regionale WWF - avremmo voluto che qualche proposta venisse accolta o almeno che il tavolo tecnico fosse stato inserito all'interno della legge, e non come ordine del giorno". Gli fa eco Francesca Ghio, attivista di Fridays for Future Genova, che ha evidenziato il paradosso di una politica regionale che da una parte afferma di essere per ambiente e sostenibilità, per garantire un futuro alle nuove generazioni e dall'altra approva un provvedimento che riduce aree verdi e biodiversità.

Esprime, invece, soddisfazione Stefano Mai, assessore regionale ai parchi della Regione Liguria : "E' il compimento di un lungo lavoro durato anni - ha detto – perché questa legge ci consente di ripartire con una nuova condizione di certezza ed efficienza nella gestione e nella tutela del patrimonio di biodiversità della Liguria".

Addio al parco del finalese

In discussione dal 1977, dopo quarant'anni sembra essere scritta la parola fine all'istituzione del parco finalese. Per Carlo Lovisolo, guida ambientalista e membro del WWF di Finale Ligure, la questione però non è ancora conclusa. D'altra parte, il 6 aprile scorso, 200 persone hanno marciato pacificamente lungo il sentiero che da Varigotti porta a Noli per affermare che il parco lo vogliono ancora. Con loro c'erano anche il sindaco di Finale Ligure, Ugo Frascherelli e il presidente degli albergatori di Finale Ligure Marco Marchese, entrambi convinti che il parco porterebbe ulteriori benefici a un territorio già molto vocato, turisticamente parlando, e dando così una risposta al consigliere Vaccarezza e alla sua convinzione che in alcune situazioni, le aree protette mortifichino le attività umane tradizionali dell'entroterra.

"Sono assolutamente favorevole all'istituzione del parco – ha affermato il sindaco di Finale Ligure – anche se non dobbiamo dimenticare che andrebbe a insistere su aree private, quindi bisogna trovare il giusto compromesso per tutelare il futuro parco e allo stesso tempo garantire chi qui vive e lavora". A favore della istituzione di un'area protetta, in pochi mesi, sono state raccolte oltre 4mila firme ma, di contro, ha preso vita un'associazione "No parco" che conta almeno un migliaio di persone. "Per prima cosa dobbiamo trovare un modo per confrontarci con loro", afferma il sindaco, pur con un certo ottimismo.
Come consolazione, l'assessore regionale all'ambiente Mai ha promesso che non si dimenticherà del parco del finalese e che, se sul territorio si troverà un accordo, il Parco si farà.

Il futuro del Parco di Montemarcello

Dato il quadro ligure piuttosto desolante, in termini di territorio protetto, va detto che poteva andare peggio. In regione c'è infatti una proposta di legge (al momento parrebbe dimenticata) che chiede l'abolizione del parco situato tra Liguria e Toscana.
Diversamente la pensano in Toscana, spiega Marco Vassalli di Wwf Italia e in regione in rappresentanza di tutte le associazioni del territorio: qui tutti chiedono l'ampliamento del parco, anche a fronte di una sollecitazione della regione Toscana rivolta a creare un parco interregionale. "Sarebbe anche un modo per tutelare meglio il Fiume Magra oltre a preservare biodiversità e territorio".

 

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