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Cinipide del castagno, come il Parco dell'Aspromonte lo combatte con nemici naturali

Studiare l'adattamento del parassita nell'ambiente aspromontano e il ruolo che i nemici naturali hanno nel suo contenimento: questi gli obiettivi del progetto di ricerca promosso dal parco nazionale calabrese che si pone l'obiettivo di contrastare il pericolo imenottero.

  • Antonino Siclari*, Francesco Manti**, Elvira Castiglione**, Carmelo P. Bonsignore**
  • Febbraio 2019
Lunedì, 25 Febbraio 2019
Nella foto, cinipide e castagno malato (Foto R☼Wεnα e Radio Alfa - Creative Commons) Nella foto, cinipide e castagno malato (Foto R☼Wεnα e Radio Alfa - Creative Commons)


In Italia la diffusione del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) rappresenta ancora oggi un grave problema patologico vegetale, collegato alla protezione della biodiversità nei castagneti italiani.

In Calabria, fu segnalato per la prima volta dal settore Fitosanitario regionale nel 2009, proprio nel Parco nazionale dell'Aspromonte, e anche qui ha confermato di meritare la fama di parassita più nocivo per il castagno per il Sud Italia. Per questo, l'Ente parco ha promosso un progetto per studiare l'adattamento del parassita nell'ambiente aspromontano e per valutare il ruolo che i nemici naturali (parassitoidi e patogeni) possono avere nel contenere e controllare il cinipide.
I risultati del primo anno di indagine hanno evidenziato come per le diverse aree castanicole del parco, i nemici naturali nativi - gran parte parassitoidi di cinipidi delle querce - stiano svolgendo un ruolo importante nel contenimento delle infestazioni. In alcune di queste aree, all'azione di controllo dei nemici naturali nativi, si sta sommando l'azione del parassitoide specifico del cinipide, Torymus sinensis che, sebbene introdotto in area non protetta, si sta diffondendo anche all'interno del parco.

Il cinipide in Aspromonte

Nel territorio del parco, il castagno è una specie diffusa nelle zone interne collinari e montane. La distribuzione maggiore è a Ovest con presenza minore dei popolamenti nell'area a Sud-Est del massiccio montuoso. La grave crisi del settore castanicolo in Calabria ha interessato anche il patrimonio del parco e negli ultimi anni i produttori hanno assistito a un attacco del parassita esotico con produzioni castanicole e di legno che si sono notevolmente ridotte.
Il driocosmo causa sulle piante delle galle che riducono la superficie fotosintetizzante della pianta e la formazione dei germogli e fiori, con conseguente minore crescita e indebolimento complessivo, aumentando anche la sensibiltà agli stress biotici e abiotici. Il cinipide nel castagno, da quando è stato segnalato all'interno del parco, si è rapidamente diffuso in tutto il territorio dell'intera regione interessando tutte le altimetrie dove la specie arborea è distribuita (400-1.200 m s.l.m).

Le caratteristiche del parassita

La specie parassita ormai considerata invasiva in tutte le aree del castagno europeo Castanea sativa è nativa della Cina e accidentalmente introdotta prima in Giappone e Corea e poi negli Stati Uniti. In Europa è segnalata in Italia nel 2002 e a oggi la specie è in continua espansione. Il periodo di ovideposizione del driocosmo, corrispondente al periodo di presenza delle femmine, è variabile: in Calabria generalmente da giugno a tutto il mese di luglio, fino ad arrivare anche al mese di agosto, in relazione all'andamento termico stagionale. L'ovideposizione avviene tramite l'ovopositore all'interno delle gemme del Castagno. Le larve di I età emergono dopo 30-40 giorni dall'ovideposizione e svernano all'interno delle gemme.
Nel periodo primaverile al momento dell'apertura delle gemme (corrispondente a fine aprile e inizio di maggio) la presenza del fitofago è palesemente individuata dalla formazione delle galle. Le galle di conformazione diversa e di grandezza variabile possono essere di tipo fogliare o galle da germoglio. Esternamente si presentano di colore verde con screziature rossastre più o meno evidenti e consistenza diversa (durezza e resistenza) in relazione alla varietà o ceppo di castagno. Le galle in genere sono multiloculari, con un numero medio di loculi direttamente legato alla densità di popolazione del fitofago.

Gli antagonisti naturali del cinpide: i parassitoidi autoctoni in Aspromonte

Le prime indagini su Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu in Aspromonte hanno avuto inizio nel 2013 in due località, mentre dal 2018 si sono estese in tutta l'area protetta. Tali investigazioni - durate almeno due anni - hanno come obiettivo quello di valutare la distribuzione e l'ecologia del cinipide galligeno e comprendere come i nemici naturali, adattatisi o introdotti come il T. sinensis, stanno svolgendo il ruolo di mitigatori degli effetti negativi del parassita. Le indagini sono state svolte in alcuni settori montani di particolare valore naturalistico dove il castagno è diffuso.
I primi dati raccolti evidenziano complesse relazioni tra le popolazioni del cinipide e i suoi nemici naturali e come la presenza del driocosmo si sia già ridotta in alcune aree (Canolo e Oppido Mamertina). In un'altra area (San Giorgio Morgeto) il cinipide e i suoi effetti sono presenti in maniera cospicua. Per tutte le aeree monitorate si è già evidenziata una presenza costante di alcune specie (Torymus flavipes, T. auratus, Sycophila biguttata, S. variegata, Megastigmus dorsalis, etc.), in grado di parassitizzare il cinipide e di ridurne quantitativamente la sua presenza, in maniera rilevante. I primi dati sulle stime di parassitizzazione sottolineano un'azione positiva di queste specie adattatesi al nuovo ospite; non di rado, per le diverse aree la percentuale di parassitizzazione ha raggiunto e superato il 60% di loculi di driocosmo presenti nelle galle. A oggi, gran parte della parassitizzazione è svolta dai parassitoidi autoctoni nativi, ma merita tuttavia attenzione la presenza non indifferente del nemico naturale introdotto Torymus sinensis in alcune aree. Quest'ultima specie, utile ma anch'essa esotica e utilizzata per la lotta biologica in tutta Europa, è stata lanciata per il controllo del cinipide nelle aree fuori parco a partire dal 2012 e ha iniziato la propria diffusione attiva all'interno del territorio protetto.

Non va, inoltre, dimenticato che il recupero produttivo e funzionale dei castagneti dai danni causati dal driocosmo richiede anche interventi da parte del castanicoltore, come le potature per l'eliminazione dei rami affetti da cancri virulenti e apporti di sostanze nutritive. È auspicabile che ci sia una ripresa produttiva che porti a invertire la tendenza del progressivo abbandono dei castagneti già iniziata con l'esodo dalle aree montane, aggravata dalla diffusione di fitopatie fungine (mal dell'inchiostro e cancro corticale) e successivamente accresciuta negli ultimi anni con la diffusione del driocosmo.
Nell'area aspromontana, la crisi del settore produttivo (produzione frutticola e di legno di castagno) contribuisce ai problemi occupazionali concorrendo allo spopolamento in corso di queste zone. L'agricoltore assume quindi l'importante ruolo di 'sentinella': l'abbandono dei castagneti fa venir meno, infatti, la manutenzione del territorio, la salvaguardia dell'ambiente e la tutela del paesaggio.

Come i nemici naturali del cinipide lo tengono sotto controllo

Fin dalla prima introduzione del pericoloso imenottero, c'è stato un rapido adattamento dei parassitoidi autoctoni di altri cinipidi e le nuove relazioni con questi nemici naturali si sono evidenziate rapidamente in tutte le nuove aree di diffusione del driocosmo. Sebbene ci sia stata una notevole capacità dei parassitoidi di esplorare questo nuovo ospite e quindi di parassitizzarlo, non sempre la reale efficacia nel contenimento del fitofago si è manifestata.
I meccanismi per cui gli effetti dei parassitoidi nativi sul driocosmo siano variabili sono in generale sconosciuti. Solo recentemente si sono iniziati a comprendere che la non costante parassitizzazione sia anche legata ad alcuni aspetti della asincronia tra gli stadi suscettibili del fitofago e la presenza di adulti di parassitoidi nativi; a questi si aggiungono gli effetti dei fattori ambientali (temperatura, variabilità genetica dell'ospite, etc.) in grado di influenzare la parassitizzazione nel complesso.

Anche l'introduzione di Torymus sinensis Kamijo (Hymenoptera, Torymidae) ha reso più complessa l'interazione ospite-parassitoide e gli effetti sul complesso dei parassitoidi autoctoni. Solo nella primavera del 2012 in alcune località della provincia di Reggio Calabria, al di fuori del Parco nazionale, sono stati effettuati i primi rilasci di T. sinensis a cura del Servizio Fitosanitario regionale. Negli anni successivi, le introduzioni del parassitoide specifico hanno proseguito con numeri via via crescenti di lanci. Questa nuova interazione con il proprio ospite indubbiamente produrrà dei benefici nel contenimento del driocosmo, ma sarà necessario valutare gli effetti dell'introduzione T. sinensis su altri cinipidi presenti sulle querce o in altre specie forestali e sull'intera comunità di parassitoidi nativi.

I nuovi studi all'interno del Parco nazionale dell'Aspromonte mirano a comprendere quali siano le relazioni tra il driocosmo e i parassitoidi nativi e quali, tra questi, siano sincronizzati con gli stadi vulnerabili dell'ospite. Tra gli aspetti che rendono particolarmente importante la sperimentazione all'interno del parco c'è la possibilità di indagare un quadro estremamente ricco di specie di parassitoidi (più di 10 specie ritrovate) distribuite su un territorio con caratteristiche orografiche e ambientali abbastanza diverse. Anche la timida presenza di T. sinensis, arrivato all'interno dell'area protetta attraverso una propria diffusione e in fase di crescita in alcune aree di indagine, predispone le attività di ricerca in un contesto sufficientemente complesso e interessante sotto il profilo ecologico.

Per saperne di più sul Parco nazionale dell'Aspromonte, vai alla scheda descrittiva

Gli autori dell'articolo

* Antonino Siclari - Ente Parco Nazionale dell'Aspromonte, Via Aurora 1, 89057 Gambarie di Santo Stefano in Aspromonte (RC), Italy

** Francesco Manti, Elvira Castiglione, Carmelo P. Bonsignore - Laboratorio di Entomologia ed Ecologia Applicata, Dipartimento Patrimonio, Architettura,Urbanistica. Università Mediterranea di Reggio Calabria, Salita Melissari, Reggio Calabria (RC), Italy

Il gruppo di ricerca

Il gruppo di lavoro nel programma di ricerca è coordinato da Carmelo Bonsignore del Laboratorio di Entomologia ed Ecologia Applicata (LEEA) dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria (Dipartimento PAU), unitamente agli entomologi Elvira Castiglione e Francesco Manti, in sinergia con il direttore Sergio Tralongo e il Servizio Biodiversità Territorio, Pianificazione e Gestione Interventi dell'Ente Parco Nazionale dell'Aspromonte nella persona di Antonino Siclari. Il prosieguo di questo tipo di attività è fondamentale ed in linea con i diversi programmi di studio intrapresi nel PNA a tutela e salvaguardia della biodiversità. I risultati ottenuti nell'ambito del progetto forniranno un contributo fondamentale per la conoscenza di questa nuova emergenza fitoiatrica nel Sud Italia.

 

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