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Isole Cíes, in mezzo all'oceano oltre Finisterre

L'area più conosciuta del "Parque Nacional das Illas Atlánticas de Galicia" tutela una zona particolarmente ricca di biodiversità grazie alla risalita di acque profonde e cariche di nutrienti che stanno alla base di una articolata catena alimentare

  • Filippo Ceragioli
  • Maggio 2018
Lunedì, 30 Aprile 2018
Playa de Roda Foto F. Ceragioli Playa de Roda Foto F. Ceragioli

Le isole Cíes sono la parte più conosciuta del "Parque Nacional das Illas Atlánticas de Galicia", l'area protetta terrestre e marittima che tutela quattro piccoli arcipelaghi al largo della costa gallega, nell'angolo nord-occidentale della penisola iberica. Fu costituito nel 2002 e dei suoi 8.333 ettari di superficie, solo il 14% sono terre emerse, mentre i rimanenti proteggono le aree marittime che circondano le isole. Si tratta di una zona particolarmente ricca di biodiversità grazie alla risalita di acque profonde e cariche di nutrienti che stanno alla base di una articolata catena alimentare. Gli ecosistemi più interessanti delle isole sono forse le zone vicine alla costa, che comprendono sia dune sabbiose che aree di scogliera.

Pirati e pescatori

La pesca con tecniche artigianali, praticata da sempre dalle popolazioni della zona, è tutt'ora permessa e costituisce anzi uno degli elementi culturali che caratterizzano il parco. La presenza umana sulle isole ha origini molto antiche ed ebbe nel tempo notevoli oscillazioni, dovute non solo al variare delle condizioni ambientali ma anche a fattori umani come le razzie dei pirati. Nel corso del XX secolo quasi tutti gli abitanti si trasferirono sulla terraferma in cerca di condizioni di vita meno dure. Oggi gli unici residenti permanenti dell'arcipelago sono quelli dell'Isola di Ons, situata allo sbocco della "ría" (fiordo) di Pontavedra. Sulle altre isole la presenza umana è invece principalmente legata al turismo o alla ricerca scientifica ed è quindi molto variabile e si concentra nella stagione estiva. Per evitare un eccessivo impatto sull'ambiente in alcune zone del parco sono state istituite "riserve integrali" che non possono essere visitate se non con speciali autorizzazioni, rilasciate in genere per motivi scientifici, mentre in altre zone sono stati fissati dei limiti giornalieri al numero di visitatori.

"Best beach of the world"

Sull'Isola di Cíes non sono ammessi, ad esempio, più di 2.200 turisti al giorno. Più che di una singola isola si tratta in realtà di due isolotti diversi, a sud quello di Faro e Montagudo a nord, collegati tra loro dalla bianchissima spiaggia di Rodas, che il quotidiano britannico The Guardian scelse nel 2007 come "migliore spiaggia del mondo".
Poco lontano si trova una terza isola, quella di San Martín ("San Martiño" in gallego), non servita da traghetti pubblici. Oltre che per prendere il sole e fare il bagno (ma l'acqua anche d'estate è davvero freddina) Cíes è un ottimo posto per camminare, e la salita al Monte Faro in una bella giornata può regalare un panorama davvero indimenticabile. C'è poi l'osservazione della natura che sta di solito molto a cuore a chi visita un parco nazionale.

Numerosissimi sono gli uccelli marini che nidificano o sostano per tempi più o meno lunghi sulle isole e sugli scogli che compongono il parco, e sono disponibili vari capanni che permettono agli appassionati osservazioni ravvicinate che non disturbino i volatili. Molti degli alberi che crescono nelle zone interne delle isole sono di origine esotica come gli eucalipti e l'acacia nera, quasi onnipresenti nei pressi delle coste galleghe. La vegetazione erbacea e arbustiva botanicamente è molto meno compromessa e tra le varie specie presenti è di grande interesse la Camariña (Corema album). Si tratta di un piccolo arbusto tipico delle coste atlantiche, oggi in forte regressione a causa della concorrenza da parte di specie esotiche invasive. D'estate produce abbondanti bacche bianche che possono essere usate per fare liquori o gelatine e che, in momenti di difficoltà, venivano utilizzate per calmare i morsi della fame, tanto che l'arbusto era popolarmente chiamato "hierba del hambre".
Nel territorio del parco esistono due campeggi, uno sull'Isola di Faro e l'altro su quella di Ons e in alta stagione è bene prenotare con un forte anticipo per non rischiare di trovare il tutto esaurito. In alternativa, le isole si possono visitare in giornata con traghetti che partono da varie località della costa; il tragitto non è lungo ma anche in questo caso è bene comprare il biglietto per tempo.

Per saperne di piùwww.spain.info/it/reportajes/las_divinas_islas_cies.html

 

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