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Averla mascherata, diario di un avvistamento eccezionale

Un'averla mascherata è stata avvistata durante il programma di monitoraggio rapaci del Parco nazionale dell'Aspromonte.  Primo caso in Italia, dalla voce dei protagonisti, il racconto di una scoperta davvero eccezionale

  • Loredana Matonti
  • Ottobre 2017
Mercoledì, 18 Ottobre 2017
Averla mascherata Foto A. Scuderi Averla mascherata Foto A. Scuderi

È il 17 settembre 2017 e, nel Parco Nazionale dell'Aspromonte, all'estremità della penisola italiana, sono in corso, come ormai da molti anni, le attività di monitoraggio della migrazione di rapaci e cicogne, organizzate da Sabrina Santagati e Antonino Siclari del servizio Biodiversità e Territorio dell'Ente parco, quest'anno svolte in collaborazione con i rilevatori della Stazione Ornitologica Calabrese (StOrCal).
Le osservazioni proseguono ormai da fine di luglio con eccellenti risultati ma, questa giornata di metà settembre, non sembra delle più brillanti: solo qualche decina di pecchiaioli e falchi di palude, le specie tradizionalmente più abbondanti.
In un'apparente giornata da osservazioni di "routine" la fortuna è però in agguato, dietro l'angolo.

Un incontro inaspettato

Angelo Scuderi e Mario Pucci, rilevatori di turno, vengono prima sorpresi, nel pomeriggio avanzato, da un compatto fronte nuvoloso che avanza da Sud-Ovest; la nebbia sopraggiunta e la visibilità ridotta sembrano sancire la conclusione precoce del monitoraggio... Ma, tra una nuvola e l'altra, si riesce ancora a fare qualche interessante osservazione: otto aquile minori, qualche cicogna nera, un biancone. Dopo le 16, però, la nebbia è talmente fitta che consente solo di rilevare un paio di lodolai e uno sparviere.
Alle 17.30 la visibilità è praticamente nulla, solo pochi metri, e le osservazioni vengono sospese per qualche decina di minuti. Intorno alle 18 però, come d'incanto, si apre uno spazio di sereno e di visibilità. Allora, visto che il cielo è ancora troppo "chiuso" per osservare i rapaci, come di consueto, si ripercorrono con il binocolo tutte le ginestre che bordano il campo. Ma ecco che Mario Pucci improvvisamente individua una sagoma non consueta su un filo elettrico alle spalle dei rilevatori: "Un'averla strana! Controlliamo con il cannocchiale!"
Angelo Scuderi inquadra il filo e... non crede ai suoi occhi. Si tratta di un maschio adulto di Averla mascherata (Lanius nubicus), il profilo dell'animale e, soprattutto, la mascherina sulla fronte non lasciano dubbi.
"Bomba!" Il suo commento immediato sulla chat che tiene in contatto i rilevatori e il personale del parco.

L'entusiasmo di tutto il team di ornitologi è perfettamente giustificato: si tratta infatti della prima osservazione per il territorio nazionale e, sebbene l'identificazione sia inequivocabile, il rito del confronto con le guide da campo è obbligatorio.
Si tratta di un individuo adulto che per circa un'ora si sposta tra le ginestre a caccia di insetti, consentendo a Scuderi e Pucci di documentare ampiamente l'osservazione con foto che ritraggono questa specie in Calabria, diffusa altrimenti tra Turchia, Cipro, Israele, Siria e Iran, nidificante anche in Grecia e svernante in Africa. È solo durante gli spostamenti migratori stagionali che può capitare che, come in questo caso, possa apparire in località distanti dal suo areale abituale.

La novità sta nel fatto che le segnalazioni precedenti per il nostro Paese erano prive di adeguata documentazione, per cui non erano mai state accettate ufficialmente dalle organizzazioni scientifiche preposte alla verifica delle rarità. Anche se occasionale, la presenza di questa specie, predatrice di grossi insetti, micromammiferi, uccelli e rettili, testimonia la buona qualità complessiva del territorio.La notizia fa rapidamente il giro del mondo dell'ornitologia e del birdwatching italiano; i commenti sono pieni di entusiasmo, come capita in queste occasioni, rare e fortunate.

Perchè questa specie è capitata proprio sull'Aspromonte?

La risposta potrebbe derivare dalle enormi potenzialità di questo sito, interessato non a caso dalla presenza di un parco nazionale, territorio in grado di sostenere specie poste ai livelli più alti della rete ecologica e quindi serbatoio e attrattore di biodiversità
L'avvistamento però testimonia anche un monitoraggio accurato delle aree protette e la presenza di personale serio e preparato che può apportare ancora molto alla conoscenza del nostro patrimonio naturale.
Nonostante la grande curiosità, nel caso dell'Averla mascherata si è deciso di non avvicinarsi troppo e lasciare l'animale tranquillo, nella speranza che decidesse di sospendere per qualche giorno la sua migrazione, e quindi di dare qualche chanches ad altri fortunati osservatori per godere dell'inatteso spettacolo che la natura stava offrendo.

Purtroppo, il nostro Lanius nubicus deve aver valutato il viaggio verso l'Africa ancora troppo lungo e impegnativo. Così, il giorno dopo, l'averla era già scomparsa e non è più stata riavvistata.
Restano però nel cuore le emozioni di un incontro unico e magico, le immagini dell'eccezionale osservazione e tanto entusiasmo per proseguire ulteriormente lo studio della nostra biodiversità.

I protagonisti dell'avvistamento eccezionale

Gli osservatori sono stati Angelo Scuderi e Mario Pucci (ornitologi afferenti alla Stazione ornitologica Calabrese STOrCAL). Il progetto è seguito e coordinato da Sabrina Santagati (responsabile del procedimento) e Antonino Siclari, in qualità di Responsabile del Servizio Biodiversità e Territorio dell'EPN Aspromonte, sotto la diretta osservanza del direttore, Sergio Tralongo.

Foto in apertura: Michael Sveikutis - Flickr - CC Attribution Non derivates

 

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