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Cabaneros



Nel sud-est della Spagna, un vasto territorio dalla grande ricchezza faunistica, dopo aver rischiato di divenire un campo di tiro dell'aeronautica è oggi una delle più interessanti aree protette della penisola iberica.

  • Roberto Vanzi
  • marzo 2012
Domenica, 18 Marzo 2012
Consigli per la visita:

Per conoscere Cabañeros è preferibile recarsi prima al centro visite dove è possibile avere informazioni ed opuscoli e conoscere le peculiarità, geologiche e naturalistiche, del parco nazionale. I più curiosi potranno partecipare a interessanti visite guidate, mentre gli amanti dell'avventura realizzeranno indimenticabili percorsi con i fuoristrada. Si può anche contattare una guida (su prenotazione) con la quale, data la grande estensione del Parco e la quantità di fauna e di flora lungo la strada, é forse il miglior modo per conoscere e capire la storia e i valori naturali offerti dal Parco Nazionale. D'estate le temperature di quest'area sono elevate e il clima è secco. L'inverno è invece freddo e umido. Ideali sono le mezze stagioni, come l'inizio di aprile, epoca del viaggio di chi scrive. In primavera e in estate è meglio portare con sè acqua, un berretto per proteggersi dal sole e un repellente per gli insetti. In inverno invece, bisognerà indossare indumenti pesanti. C'è un'area pic-nic al centro visita e un altro al km 70 lungo la strada che da Horcajo va a Retuerta. È sempre bene avere nello zaino un buon binocolo per osservare lo spettacolo dei grossi uccelli rapaci in pieno volo o catturare l'immagine dei cervi quando passeggiano nella pianura. Nei mesi estivi a causa del caldo può accadere che la fauna sia più schiva, ma a partire da settembre e ottobre, nelle macchie si possono facilmente vedere cervi che corrono qua e là. I momenti migliori per la visita sono l'alba oppure il tramonto, evitando così le ore più calde. È anche importante rispettare l'ambiente ed evitare i rumori per non fare fuggire la fauna che si incontra al passaggio. Il silenzio è essenziale per osservare la natura e goderla il più possibile.

 

Quello che colpisce, in primavera, il visitatore del Parco Nazionale di Cabañeros, è il profumo. Intenso e inebriante, assieme ai colori accesi della macchia mediterranea, pervade i sensi e ti fa cadere in oblio come il "folle" cavaliere "Don Chisciotte" cadde allorchè mostrò al lettore il problema di fondo dell'esistenza, cioè la delusione che l'uomo subisce di fronte alla realtà. Ma qui la realtà è assai vicina all'immaginazione, anzi forse più suggestiva. La bellezza del paesaggio deriva dalla visione dei ricchi pascoli, dalle catene montuose, dai massicci, dai boschi e dalla macchia mediterranea. Cabañeros è un parco giovane, esteso circa 1000 Km². Il suo territorio divenne famoso nel 1983, quando l'Aviazione dell'esercito spagnolo, annunciò di volerlo utilizzare come campo da tiro. Per fortuna, grazie alla mediazione di associazioni di ecologisti, pacifisti, di gruppi politici e alla pressione sociale, il territorio è stato dichiarato Parco Naturale, allo scopo di mantenere e proteggere l'enorme ricchezza faunistica e floreale che ospita al suo interno. Cabañeros combina le note tipiche della macchia mediterranea ad alcune aree di vegetazione atlantica: boschi di lecci e querce da sughero inframezzate da carpino bianco, betulle e tassi nei recessi più umidi. Sconosciuto ai più, specialmente agli italiani − nella vetrina del centro visite non ci sono guide in vendita con la nostra lingua − è visitato soprattutto da appassionati naturalisti spagnoli. Cabañeros rappresenta uno degli spazi protetti più preziosi della penisola iberica, un territorio che offre rifugio a un grande numero di uccelli e mammiferi, fra questi il cervo, il capriolo, il cinghiale, la minacciata lince iberica, l'aquila imperiale e l'avvoltoio nero. Qui vive infatti la seconda colonia di avvoltoi monaci della penisola iberica, qui è facile vedere l'aquila imperiale che nidifica con 4-5 coppie e qui è possibile ammirare, con un po' di fortuna, la cicogna nera. Il Parco Nazionale di Cabaneros è anche uno degli ecosistemi più importanti dei Monti di Toledo, uno spazio naturale dominato da basse montagne ma anche da un'estesa prateria – la "raña" − che ricorda la pianura africana. Senza dubbio questa distesa costellata da alberi radi è uno dei paesaggi più affascinanti del parco assieme alle macchie che la circondano. Entrambi hanno dato a Cabaneros il sopranome di "Serengeti" spagnolo. Arrivando dalla bella Toledo e nell'attraversare i monti che prendono il nome proprio dal non lontano capoluogo dell'omonima Provincia in Castiglia, al passo del Milagro si possono già ammirare i grifoni proprio sopra i contrafforti che incombono sulla bella strada panoramica. Proseguendo si arriva al lago artificiale "embalse de Torre Abraham" che offre ai visitatori alcuni scorci tipici di queste zone. Caratteristico il salice con quattro o cinque nidi di cicogna bianca e un posto di osservazione con tavole di anatidi che possono essere riconosciuti solo usando il binocolo. Cosi si arriva a "El Bullaque", piccolo paese di campagna da dove parte una strada asfaltata verso ovest, lunga circa 5 Km, che porta all'ingresso del Parco Nazionale. Lasciata l'automobile al parcheggio, si possono prendere a piedi due strade, una verso il centro visite chiamato "casa Palillos" attraversando un percorso botanico, l'altra verso un osservatorio (miradores) non molto alto che si apre sulla pianura del fondovalle (20 min a piedi, dal parcheggio). Il centro visite, che ha all'interno un piccolo shop, è ben attrezzato di diorami e video che aiutano a capire il luogo, ovvero quale siano la geologia, la flora e la fauna di questo territorio. Nel bel mezzo, un video fa vedere, in diretta tramite una webcam, la nidificazione dell'aquila imperiale, specie tipica della penisola iberica. Tutti possono vedere, da casa, la nidificazione in diretta andando nel sito: www.aguilaimperial.org. Per addentrarsi all'interno lungo il percorso in pianura occorre aver prenotato la visita, che avverrà su dei fuoristrada 4X4. Queste escursioni, organizzate da un concessionario che si trova a "Horcajo de los Montes" in centro paese, sono una buona occasione per scoprire la popolazione faunistica della riserva. Nel loro habitat naturale si trovano avvoltoi monaci, aquile iberiche e reali, 45 specie di mammiferi, cervi, cinghiali e caprioli. Chi si accontenta della vista che si gode dal "miradores" ha la possibilità di osservare anche alcuni aspetti culturali dell'attività umana che sono stati ricostruiti lungo il percorso. Il territorio è stato oggetto di presenza umana ininterrottamente dal paleolitico ai giorni nostri, con una vita di campagna piuttosto dura. Si viveva di agricoltura estensiva, apicoltura con le tipiche arnie di sughero, estrazione di carbone di legna e di poco altro, quel che offriva la selvicoltura mediterranea di lecci e sughere. Fra le tante ricostruzioni, colpisce la presenza della capanna di paglia: la "cabaña" o "chozo" ovvero "rifugi" tradizionali di forma conica con tetti realizzati usando la vegetazione erbacea del posto. In effetti il nome del Parco Nazionale di Cabaneros ha origine dalle capanne (cabañas) dove si rifugiavano anticamente pastori e carbonai quando svolgevano attività agricole come l'allevamento, l'agricoltura, l'apicoltura e l'estrazione di sughero. Ci sono attività esistenti ancora oggi, fra queste l'estrazione del sughero e l'allevamento, grazie al quale esiste una produzione di formaggio di ottima qualità. Si conserva anche l'apicoltura, soprattutto nella località di Horcajo de los Montes, e continuano ad essere coltivati i cereali e gli ulivi . Questi ultimi danno un ottimo olio con una denominazione di origine creata recentemente: "Aceite de los Montes de Toledo" (Olio dei Monti di Toledo). A parte la pianura del fondovalle, la "raña" de Santiago, composta di materiale sedimentato dai vicini monti e suddivisa in "Dehesas" e in "Hebazales" ovvero in prati e coltivi tradizionali e in zone selvatiche, senza alberi, il Parco Nazionale è per lo più montuoso circondato dalle "sierras" con il "Pico Rocigalgo" che arriva a 1448 m di altitudine, distinguendosi per la ricchezza della fauna e della flora locale. Cabañeros è attraversato da due percorsi stradali asfaltati che conviene percorrere. Il primo va da Horcajo de los Montes fino a Retuerta del Bullaque, è il più agevole e offre delle visioni naturalistiche importanti, specialmente per i rapaci. Durante la visita ho avuto la fortuna di osservare, a bassa quota, il biancone con la coda del serpente catturato che gli penzolava dal becco. Il secondo, più a nord, è più spettacolare e offre degli scorci panoramici eccezionali. Occorre fare attenzione alla strada stretta e conviene fermarsi, di tanto in tanto, per ammirare i vari particolari vegetazionali che, ad aprile, sono tutti in fiore. Lungo questa strada incontreremo molte "riserve di caccia" ovvero "coto privada de caza" i cui confini sono delimitati da reti che impediscono alla fauna ungulata di spostarsi nel territorio del parco, e questo è un peccato. Le passeggiate a piedi possono effettuarsi liberamente, ad esclusione di quelli nella "raña", e i sentieri sono ben segnalati. Ci sono quattro percorsi da scegliere, sia all'interno del parco nella "sierras": Ruta del Boquerón de Estena e Ruta de los Navalucillos, entrambi liberi o con guida, e rutas de Gargantilla da percorrere solo con la guida; che nei suoi dintorni, in pianura: Ruta de la Colada de Navalrincon. In base al percorso scelto e alla presenza o meno di una guida la durata può variare da 2 a 4 ore. I sentieri sono comunque adatti a tutte le età essendo abbastanza facili da percorrere. Il fatto di essere una delle aree boschive mediterranee più belle e meglio conservate della Spagna, costituisce già un valido motivo per visitare questo luogo e godere di rilassanti passeggiate nelle sue pianure e nei boschi di querce e sugheri, ricchi di corbezzoli e di cisto, sentieri in cui, da un momento all'altro, è possibile incontrare la fauna più svariata.

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