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Ticino, andar per farfalle (sapendole riconoscere)

Il parco lombardo ha lanciato un corso di butterflaywatching per imparare a riconoscere questi piccoli, bellissimi, insetti. I dati raccolti con le rilevazioni confluiranno, entro il 2020, in uno speciale Atlante

  • Mauro Pianta
  • maggio 2017
Lunedì, 15 Maggio 2017
L'iimmagine di una Maniola  parco lombardo della valle del Ticino L'iimmagine di una Maniola parco lombardo della valle del Ticino

 

Come riconoscere le oltre cento specie di farfalle presenti nel parco lombardo della valle del Ticino? Come catturarne l'incanto attraverso la macchina fotografica? Le risposte vanno cercate frequentando il corso di butterflaywatching dedicato appunto alle tecniche di riconoscimento e monitoraggio di queste piccole creature organizzato dal Parco e che ha preso il via il 28 aprile scorso. L'obiettivo è quello di coinvolgere studiosi e appassionati nell'aggiornamento di dati che saranno raccolti nell'Atlante delle farfalle del Parco del Ticino, la cui pubblicazione è prevista per il 2020.

Come è noto quando ci sono questi bellissimi insetti, sensibili all'inquinamento e ai cambiamenti climatici, significa che l'ambiente è in salute. Nel parco, un corridoio naturalistico che collega Alpi e Appenini, i ricercatori hanno potuto segnalare lo scorso anno la presenza della "Vanessa Atalanta" e riconosciuto un unico individuo di un'altra specie, quale la Melanargia Galatea.

Le iniziative dell'ente (il corso e l'Atlante) rientrano nelle azioni del Progetto LIFE+15 NAT/IT 000989 TICINO BIOSOURCE , finanziato dalla Comunità Europea, che si pone come obiettivo principale l'incremento della biodiversità nel Parco. «Garantire la salute degli ecosistemi e delle comunità animali del Parco – si legge in una nota - assume un'importanza che va ben oltre l'aspetto territoriale e conferisce al progetto l'interesse in ambito continentale che gli è stato riconosciuto dall'Unione Europea attraverso il suo finanziamento».

Prosegue il comunicato: «La ferma volontà dell'Ente di incentivare la partecipazione del pubblico alla ricerca, ha suggerito di procedere adottando i criteri della citizen science, una modalità che prevede appunto il coinvolgimento di chiunque sia interessato a partecipare nella raccolta dei dati di campo e, in questo caso (citizen science di tipo collaborativo), anche ad alcune fasi di impostazione e organizzazione dei rilevamenti stessi». Insomma, scoprirle, conoscerle, contarle per difenderle in modo mirato: la "caccia" alle farfalle è aperta.

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